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La Finanziaria 2007 approvata dal Consiglio: conferenza stampa

Cagliari, giovedì 24 maggio 2007, sala Giunta
"Bene, allora buongiorno a tutti e scusate, iniziamo questa conferenza stampa con un po' di ritardo. Intanto vi ringrazio per essere venuti così numerosi e ringrazio naturalmente tutti gli assessori, per partecipare a questa conferenza stampa. Ringrazio anche, in modo particolare, l'assessore Dadea, che si è assunto il gravoso compito di fare l'assessore ad interim al bilancio e alla programmazione e ha seguito i lavori in aula con dedizione, impegno e competenza.

Ieri, finalmente, abbiamo terminato completamente i lavori della Finanziaria. Innanzitutto è una Finanziaria, è stato detto giustamente, che viene approvata con molto ritardo, sicuramente ci impegneremo perché non accada più. Nel prossimo mese di settembre presenteremo in Consiglio il disegno di legge per la Finanziaria per il 2008, quindi inizieremo immediatamente a lavorare per predisporre il disegno di legge Finanziaria per il 2008 e presentarlo, nei termini, al Consiglio regionale. Detto questo, la discussione si è protratta più a lungo del previsto, pensavamo che saremmo riusciti ad approvare la Finanziaria, in ogni caso prima. Nondimeno vorrei ricordare che è stato necessario e abbiamo fatto bene a seguire il percorso legislativo che è stato seguito. Abbiamo dovuto innanzitutto aspettare l'approvazione della legge Finanziaria dello Stato, che è stata approvata nelle ultime settimane di dicembre. Ed è sulla base della legge Finanziaria dello Stato, che ha risolto la famosa vertenza delle entrate che ha garantito le risorse che hanno potuto essere ricomprese in questa legge Finanziaria, che abbiamo potuto presentare la nostra.

Poi abbiamo preso una decisione importante: abbiamo voluto non discutere immediatamente la legge Finanziaria, ma in ogni caso portare a termine, come avevamo promesso agli elettori, il piano sanitario regionale. Anche quella è una discussione che si è protratta in aula molto più a lungo del previsto, mi pare che l'abbiamo conclusa solo a fine gennaio, e quindi ha ritardato i tempi di ingresso in aula. Nondimeno era importante - è assolutamente importante per i cittadini sardi - che finalmente la sanità fosse governata in maniera chiara, trasparente, sulla base di un piano approvato dal Consiglio, sulla base di una strategia di risanamento dei conti e di miglioramento della qualità offerta, di completamento dei servizi non ancora svolti e del nuovo piano della rete ospedaliera, per il quale già si sta lavorando. Ed è sulla base del piano sanitario approvato, che questa legge Finanziaria può dare le prime risposte importanti, per il miglioramento della qualità del servizio sanitario. Ed è su quella base, sempre, che già in queste ultime settimane si sono fatte le prime inaugurazioni dei centri di salute mentale, è partito il primo project financing per tutta la cittadella sanitaria della Provincia di Nuoro, è stato approvato il piano di investimenti per il nuovo ospedale di Sassari e nei prossimi giorni si farà una prima conferenza, tra i sindaci della zona dell'area di Cagliari, per iniziare a valutare assieme - come prevede il piano sanitario - la localizzazione del nuovo ospedale di Cagliari, sulla base delle proposte che sono state fatte.

È stato approvato il piano sanitario e la maggioranza ha deciso di proseguire i lavori con l'approvazione della legge statutaria. La legge statutaria, anch'essa, ci ha trattenuto in aula molto più a lungo del previsto. È stata una discussione lunga, a tratti accesa, nella quale si sono confrontate idee anche sostanzialmente diverse, in particolare tra chi sostiene l'elezione diretta del Presidente e chi sostiene, invece, l'elezione indiretta del Presidente, attraverso l'elezione in Consiglio regionale.

Però, credo che sia stato importante, nel momento in cui - si discuteva presidenzialismo sì, presidenzialismo no, troppi poteri - la discussione politica tardava a confrontarsi con il nuovo sistema elettorale, il nuovo sistema vigente in Sardegna, definire in piena autonomia da parte delle istituzioni sarde qual è il sistema politico, il sistema di elezione del Presidente della Regione, i suoi poteri, i poteri della Giunta, i rapporti tra Giunta e Consiglio, cioè, definire le regole, in maniera che tutti ci sentissimo rappresentati da regole nostre e non da regole che, in qualche modo, si erano trascinate sulla base di una legge elettorale dello Stato. Così come, credo che fosse importante che, dopo sessant'anni, si definissero pienamente - affinché non ci fossero più casi di consiglieri regionali che vengono eletti e che vengono poi rimandati a casa da sentenze dei tribunali - definire finalmente i casi di incompatibilità ed ineleggibilità e definire prima, come abbiamo fatto in Sardegna rispetto alla discussione che c'è in questo momento a livello nazionale, i casi di conflitto di interesse e le modalità di regolazione dei conflitti di interesse. Anche questa discussione ci ha impegnati a lungo, però è stato importante approvarla in un momento di piena coesione, di piena condivisione da parte del centro sinistra, pur nella differenza delle opinioni che sono state rappresentate in Consiglio regionale.

Quindi, approviamo questa Finanziaria in ritardo, non perché nel frattempo abbiamo litigato tra di noi, o perché abbiamo passato il tempo a discutere degli assetti della maggioranza, o se ci sia una maggioranza o meno. Abbiamo discusso in ritardo perché abbiamo portato a termine la vertenza delle entrate a dicembre e nei primi mesi di quest'anno, abbiamo portato a termine due cose di straordinaria importanza: il piano sanitario regionale, dopo quasi ventiquattro anni, e la legge statutaria, che è quella che regola nel modo più alto il sistema politico della nostra regione.

Anche la discussione della legge Finanziaria, come sapete, ha interessato i lavori del Consiglio per molti più giorni dei 38 previsti dalla nuova legge di contabilità. La nuova legge di contabilità e il regolamento del Consiglio stabilisce dei termini in maniera precisa per la discussione. Qui è stata la prima volta che affrontavamo la legge Finanziaria con la nuova legge di contabilità, era la prima volta che la si affrontava in coerenza col piano strategico regionale. È stata una Finanziaria robusta, ponderosa, perché una Finanziaria di svolta della politica regionale e quindi, come dicevo, ha impiegato in maniera sensibile più tempo rispetto a quello che ci aspettavamo, però è una legge Finanziaria di cui questa Giunta regionale e l'intera maggioranza è orgogliosa. È una legge Finanziaria che ripercorre in maniera importante, il disegno di legge, la proposta della Giunta regionale.

È stata arricchita dalla discussione in aula, dalla capacità di proposta e dal confronto con il Consiglio regionale e quindi è un'ottima Finanziaria per diversi motivi. Il primo è che nel passato ci è stato detto: la Giunta Soru proponeva finanziarie di tagli, finanziarie di lacrime e sangue, finanziarie appunto, dolorosissime per tutti quanti. Io credo che sia stato importante e mi pare che anche la discussione di questi ultimi giorni a livello nazionale circa i costi della politica e i costi dell'amministrazione e i richiami del Capo dello Stato su questi temi, ci segnalano che forse avevamo ragione, alcuni anni fa, ad affrontare in anticipo questi argomenti. Noi abbiamo trovato una Regione dove le spese correnti, le spese obbligatorie, rappresentavano il 98% della spesa. Di fatto il bilancio era già bloccato, per le politiche rimanevano il 2% delle risorse. Solo attraverso un taglio degli sprechi, un contenimento delle spese non strettamente indispensabili, un'attenzione al costo della macchina amministrativa, sotto tutti i punti di vista: dalle telecomunicazioni, all'energia, alle automobili, alle pulizie, alla cancelleria, al personale. Solo attraverso una politica di rigore abbiamo potuto contenere la spesa, riqualificare la spesa e presentarci anche, in maniera direi rispettabile da parte del Governo e quindi vincere il confronto nel tema delle entrate spettanti alla Regione. Per questo motivo questa legge Finanziaria diversamente da quella del 2004 dedica alle spese correnti il 64%, il 36% può andare a finanziare le politiche. Quindi la sostanza di questa legge Finanziaria è in questo numero, prima c'erano spese obbligatorie per il 98% e spese per le politiche della Regione pari al 2%, oggi le spese obbligatorie sono per il 64% e spese per le politiche della Regione sono pari il 36%. Per questo credo che possiamo orgogliosamente dire che abbiamo anticipato il dibattito nazionale che c'è su questi temi sul contenimento, sui tagli dei costi della politica dell'amministrazione e sulla riqualificazione della spesa.

C'è un altro punto: questa Finanziaria fa delle politiche importanti quest'anno e le fa senza necessità di contrarre nuovi debiti, quindi, secondo punto, dopo tantissimi anni, credo decenni, questa Finanziaria non fa neanche un euro di debito, anzi diminuisce il debiti precedenti di 370 milioni di euro pari alle rate d'ammortamento dei mutui già contratti senza autorizzare nessuna contrazione di nuovo mutuo, diminuisce il mutuo in essere di 370 milioni di euro e non ne autorizza uno.

Un altro punto, la Finanziaria continua nella politica di rigore, di contenimento della spesa dandosi regole sempre più severe, dando a noi stessi, all'amministrazione, delle regole sempre più severe, ne cito una per tutti: in questi giorni si è parlato delle spese per le consulenze, ne approfitto per dire una parola su questo argomento. Sembrerebbe che siamo stati accusati ingiustamente, in maniera poco precisa, di aver aumentato in maniera indebita le spese: da una parte tagliamo i costi del personale, diminuiamo il personale, però ci rivolgiamo sempre più ai consulenti, alle collaborazioni esterne. Allora noi abbiamo fatto un'analisi la presenteremo sul sito da cui emerge che rispetto al 2003, che è l'ultimo anno di riferimento - non il 2004 noi nel 2004 siamo entrati a metà anno le abbiamo subito tagliate quelle spese lì e abbiamo rimandato a casa un po'di persone - le spese di collaborazione in consulenza per la nostra Regione nel 2006 sono inferiori di alcune decine di punti, tipo il 30 per cento. Ci siamo impegnati nel 2007 a ridurre ulteriormente del 50% questa spesa che vuol dire, ci stiamo impegnando a ricorrere alle collaborazioni esterne in maniera sempre ulteriormente ridimensionata. Questo vale anche per l'eliminazione del contenimento del precariato e così via, così come ci siamo impegnati a ridurre in modo importante le consulenze e soprattutto le consulenze più costose, basti dire il piano paesaggistico regionale: non l'abbiamo fatto con le consulenze di qualche decina di milioni di euro come è stato fatto nel passato, ma con la collaborazione di giovani laureati che costavano 1500 euro al mese o cose di questo genere. Assumere internamente la possibilità di fare le cose piuttosto che delegarle a studi professionali esterni o a consulenze esterne estremamente costose.

Quindi riqualificazione della spesa vuol dire un abbattimento drastico delle spese di consulenze che abbiamo fatto fino adesso e ci siamo impegnati a dimezzare ulteriormente per l'anno prossimo. Qualcuno magari ha confuso il fatto che negli ultimi due anni sono stati fatti maggiori bandi di gara Por. Una quantità estremamente maggiore rispetto al passato, visto che quando siamo entrati la spesa del fondi Por era al 16%, quindi sono stati assegnati molti più bandi di gara e le gare Por ci obbligano in molti casi ad avere come direzione dei lavori una direzione esterna all'amministrazione per l'assegnazione della gara, ma quelle sono consulenze che vanno fuori dalla nostra disponibilità e sono obbligatorie per il Por. Al netto di questo il taglio è stato di oltre il 30% nel 2006 e adesso lo dimezziamo nel 2007.

Circa il contenimento della spesa e la riqualificazione: mentre qualcuno dice che il personale della Regione non lavora e lo chiamiamo da fuori oppure i dirigenti non lavorano e chiamiamo altre persone dall'esterno, per la prima volta nella legge Finanziaria abbiamo posto una regola per far sì che le collaborazioni a tempo determinato e quindi personale non regolarmente assunto per concorso, non possa superare la soglia del 5%, quindi, nessuno è autorizzato ed è illegittimo assumere un collaboratore oltre la soglia del 5% nella Regione che vuol dire nell'amministrazione centrale. Siamo ormai meno di tremila e vuol dire sotto le 150 persone e non le molte centinaia di cui si pavoneggiava. Con questa legge Finanziaria prosegue quella attività richiamata, ripeto anche dal Capo dello Stato, di contenimento della politica e della spesa, della politica che a volte si trascina.

Aumenta il contenimento della spesa, ma aumentano le entrate grazie a una battaglia che abbiamo fatto tutti assieme, grazie credo alla capacità che è stata messa in capo dalla Giunta regionale, di riconoscere la dimensione del problema, di portarlo all'attenzione e di risolverlo con questo Governo. Vi cito solamente un numero, le entrate regionali proprie sono passate da 3 miliardi e quattro del 2004 a 5 miliardi e 161 milioni di euro. Non solo, questo comprende un po' le alienazioni di immobili, di recupero dei fondi di rotazione che erano incagliati nel sistema bancario e da una parte pagavamo interessi, dall'altra pagavamo servizi inutili al sistema: insomma da 3 miliardi e quattro a 5 miliardi e 150, che vuol dire 1 miliardo e sette, che vuol dire quasi il 50 per cento di entrate regionali proprie. Quindi il primo dato è quello della Finanziaria che abbiamo trovato, l'ultimo dato è quello della Finanziaria che è stata approvata ieri in aula. Poi considerando anche le assegnazioni statali che soprattutto ci vengono per la sanità e per pochi altri argomenti specifici, passa da 5 miliardi del 2004, l'ultima Finanziaria che abbiamo trovato a 7 miliardi 180, quindi oltre il 40 per cento in più di entrate regionali, considerate anche le assegnazioni statali. La Finanziaria è abbastanza in queste cifre, in soli tre anni è stata contenuta la spesa, sono stati fatti tagli, è stata riqualificata, sono arrivate entrate nuove, comprese le assegnazioni statali del 40 per cento, considerando le entrate proprie del 50 per cento quasi, per cui abbiamo potuto approvare una Finanziaria che, non solo è di rigore, ma che segna un punto di svolta verso lo sviluppo e verso un miglioramento del welfare regionale, della sanità e delle politiche sociali.

Vorrei dire solamente tre cose: questa è la cornice, questo è il livello della spesa. Abbiamo detto che è un punto di svolta, continua a riqualificare la spesa: continua nei tagli, continua nell'eliminazione degli sprechi, continua nella diminuzione dei costi, continua nel miglioramento dell'amministrazione regionale promuovendo un ricambio generazionale, con i pensionamenti. Qualcuno si è accorto nei giorni scorsi e dice: 'Ci sono dei dirigenti che non fanno nulla e poi assumiamo persone da fuori'. Be', non se ne doveva accorgere oggi, casomai si doveva accorgere che quando siamo entrati c'erano oltre 200 dirigenti nell'amministrazione regionale, a fronte di 130 servizi, che vuol dire che ci sono 70 dirigenti che non hanno un servizio che lavoravano negli staff, o che lavoravano non so dove, in servizi ispettivi enormemente accresciuti soprattutto nella fase finale della legislatura. In questo momento i dirigenti, anche per una politica di prepensionamento sono passati da 200 a circa 150 e pensiamo che con questa legge Finanziaria entro l'anno e con un ulteriore prepensionamento possano tornare ad essere un numero più vicino al numero delle posizioni effettivamente necessarie per l'articolazione in servizi, oltre che per le direzioni generali e per un numero sufficiente del servizio ispettivo. Nel frattempo però il ricambio generazionale è stato incentivato anche portando a termine finalmente - è in corso in questi giorni e sarà a termine proprio nei prossimi giorni – il primo bando per l'assunzione dall'esterno dei primi 12 dirigenti per l'amministrazione. Quindi cerchiamo ancora di diminuire la spesa per il personale, non fosse altro perché abbiamo approvato una legge per trasferire competenze a Province e Comuni, se non trasferiamo anche personale e se non diminuiamo anche il personale vuol dire che rischiamo di fare un danno grave alla pubblica amministrazione: diminuisce il nostro lavoro, ma rimane intatta la struttura. Quindi a questo stiamo prestando particolare attenzione, a fare in modo che con le diminuzioni delle competenze ci sia anche la diminuzione e un naturale ricambio generazionale del personale.

Le politiche. Parleremo delle diverse politiche di sviluppo, che riguardano i diversi settori: l'impresa, l'industria, l'artigianato, il commercio. Lo sviluppo può essere finanziato non solo continuando ad aumentare l'erogazione di contributi a fondo perduto, ma può essere finanziato anche sostenendo la domanda. Ci sono dei dati ormai chiarissimi a tutti, in tutto il Mezzogiorno d'Italia, che la crescita dell'occupazione e la crescita dello sviluppo non è proporzionale, non è nemmeno correlata, anzi qualcuno dice che è correlata inversamente alla quantità di contributi distribuiti. Più importante è sostenere anche la domanda come si fa in questo caso, per esempio per gli artigiani: una politica straordinaria per la casa sosterrà in maniera importante la domanda degli artigiani che sono coinvolti nell'edilizia. La politica straordinaria che stiamo facendo per il risanamento dei centri storici coinvolgerà in maniera importante le imprese e gli artigiani sardi. La politica straordinaria che si sta facendo per recuperare e spendere immediatamente le somme non spese per il vecchio piano straordinario per il lavoro, 600 milioni di euro incagliati tra la pubblica amministrazione comunale e regionale e che con questa legge Finanziaria vengono sbloccati e ne viene facilitata la spesa: anche quello è uno strumento enorme di sviluppo dell'impresa e dell'artigianato nella nostra regione, senza necessariamente dover passare per i contributi a fondo perduto, ma passando per il lavoro, passando per la domanda, passando per gli investimenti che poi hanno politiche di sviluppo in tutti i settori.

Ci sono politiche per lo sviluppo, poi con questa Finanziaria si è parlato a lungo, giustamente, della mancanza di lavoro in Sardegna e delle povertà. Noi abbiamo voluto aggredire questi temi, non abbiamo voluto dare risposte, abbiamo voluto aggredire questi temi e le risorse importanti in questa Finanziaria sono vocate e soprattutto a questo. Intanto sul lavoro è giusto ricordarci che c'è tanta gente che cerca un lavoro e non lo trova, è giusto ricordarci che dietro le statistiche di lavoro è cresciuta comunque la percentuale di precariato, i disagi e così via. Nondimeno, a parità di qualità del dato e di capacità di raccolta del dato, le statistiche sul lavoro non sono mai state così positive come questa volta: è crescita la forza lavoro nell'ultimo trimestre, è il dato migliore della forza lavoro in Sardegna, è il dato più alto del tasso di occupazione in Sardegna, è il dato più basso del tasso di disoccupazione che è ormai intorno al 10,5 % e ci vogliono circa 4mila nuovi occupati per passare da un tasso di disoccupazione a una sola cifra, sotto la soglia del 10 per cento. Ci sono delle politiche attive per il lavoro importanti di cui parleremo, delle politiche per la nascita di nuova impresa e quindi per fare in modo di riuscire a riconquistare questo obiettivo ambizioso che ci siamo posti, di far diminuire più che in qualsiasi altra regione del Sud la disoccupazione in Sardegna entro i prossimi mesi e i prossimi anni.

Un'altra iniziativa importante messa in campo è quella relativa alle politiche sociali. Nel 2006 le analisi della situazione in Sardegna hanno detto che stiamo facendo in maniera straordinaria rispetto alle altre regioni italiane, per esempio nell'ambito della non autosufficienza. Abbiamo deciso di distinguerci per la qualità degli investimenti e delle prestazioni erogate nelle politiche sociali. Con un obiettivo: sinora avevamo diecimila non autosufficienti gravi, ma nella consapevolezza che ci sono altri casi meno gravi che, tuttavia, pesano ugualmente sull'economia delle loro famiglie. Riusciremo a finanziare altre diecimila famiglie di portatori di bisogni non gravi, gli anziani, i gracili. Diamo una miglior qualità di servizi agli anziani e creiamo posti di lavoro veri, stabili, sicuri, contrattualizzati nell'area dei servizi alla persona, cioè là dove c'è un reale bisogno di intervento. Dunque poniamo lo sviluppo insieme ai contrasti alla disoccupazione, che ancora esiste in Sardegna (infatti abbiamo previsto 150 milioni di euro sulle politiche attive del lavoro e 120 milioni di euro per il sostegno alle politiche sociali). Il piano sanitario: secondo qualcuno era il libro dei sogni, invece questa Finanziaria dimostra che viene immediatamente attuato.

Lo sviluppo riguarda tutti e responsabilizza l'amministrazione regionale e quelle locali, le organizzazioni dei produttori e quelle sindacali. Insomma, ogni cittadino della Sardegna. Dobbiamo tuttavia riflettere su un fatto: c'è un numero ancora troppo grande di disoccupati in Sardegna, eppure nell'Isola risulta sempre più difficile trovare un apprendista artigiano, camerieri, lavoratori da occupare nella campagna o nei servizi alle persone. Questa legge Finanziaria è una svolta nel trasferimento di competenze e di responsabilizzazione delle autonomie locali. Ritengo importante richiamare all'orgoglio questa amministrazione regionale e l'intero centrosinistra sardo per l'approvazione di questa Finanziaria, che non è banale perché ripaga i debiti, spende il 40 per cento di quello che si spendeva in più e fa la scelta di aggredire la disoccupazione, di una maggiore giustizia sociale occupandosi dei bisogni, di modernità dell'amministrazione e del sostegno delle attività produttive. Magari con ragionamenti diversi da quelli del passato, ma che io credo rispondano maggiormente a un criterio di modernità ed equità".