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Dibattito in Consiglio sulla relazione della commissione d'inchiesta sulla pubblicità

Cagliari, martedì 19 giugno 2007, Consiglio regionale
"Grazie mille, signor Presidente. La conclusione di questo dibattito si è concentrata esattamente su quello che questo dibattito è stato, su quello che questo dibattito ha ispirato: la lotta politica tra destra e sinistra, cercare di provare a infangare l'operato di questa amministrazione regionale, e si è a lungo parlato, oggi, di altro in questo dibattito. Nel corso di questa giornata si è parlato moltissimo d'altro, senza entrare nel merito di quello di cui si sarebbe dovuto discutere.

Credo di avere venti minuti per rispondere, per questo credo che si stia commettendo una specie di barbarie giuridica: una specie di tribunale dove ci sono trenta pubblici ministeri che parlano, e vengono dati venti minuti a qualcuno, alla controparte, per difendersi. Entro questi venti minuti non ha né un avvocato difensore, né può presentare documentazioni, né può prendersi nemmeno il tempo che vuole per poter spiegarsi. Entro venti minuti deve tacere e poi è già giudicato.

Non esiste in Italia un sistema simile. In Italia esistono i tribunali, secondo delle regole di garanzia, esistono diversi livelli di giudizio, ci sono gli avvocati, ci si può difendere, quando qualcuno deve parlare gli si dà il tempo. C'è un po' di equilibrio anche nei ruoli, non ci sono trenta pubblici ministeri e un signore che deve provare a difendersi, senza un avvocato o senza il tempo necessario. Per questo credo che qui siamo andati molto oltre quello che ci si poteva aspettare dal lavoro, legittimo, di una commissione e dalla discussione nell'aula.

Comunque, cercando di stare in questi diciassette minuti che mi rimangono, per provare a dire qualcosa. Necessariamente scegliere qualcosa da dire, nella montagna di cose che sono state dette, e che è vero che possono rappresentare uno dei giorni più tristi dell'autonomia, perché è stato detto veramente di tutto, anche da parte di chi ha lunga esperienza di permanenza in quest'aula e forse avrebbe anche fatto meglio a tacere, o almeno, a tacere per le cose che ha detto e per il modo in cui le ha dette.
C'era un detto conosciuto, che diceva che il mezzo è il messaggio. Nell'ora della comunicazione, per il tempo della comunicazione, il mezzo: il giornale, la televisione, il mezzo è già il messaggio. Basta mettere un mostro in prima pagina ed è un mostro, al di là di tutto, e se lo metti spesse volte in prima pagina, sicuramente un mostro sarà.

E oggi abbiamo usato un mezzo diverso, per la prima volta in questa Regione. Il Consiglio regionale ha, in mondovisione... e spero che rimanga sempre e che sempre sia portato all'esterno questo dibattito - e già questo è un messaggio, poi tutto quello che viene detto ha poca rilevanza, ma un bel dibattito in Consiglio regionale, con una cosa che si chiama commissione d'inchiesta, con delle persone che escono fuori tema, che dicono qualsiasi cosa, senza che la persona di cui si è parlato a lungo abbia avuto modo di dir qualcosa - questo è già un messaggio, un messaggio importante quindi e che sicuramente sarà veicolato. E mi congratulo con il centrodestra per essere riuscito in questo, a veicolare comunque un messaggio: che la politica è tutta uguale, che tutti i gatti sono grigi, che siamo tutti uguali e che siamo tutti sotto lo stesso giudizio.

E' una cosa su cui siamo totalmente d'accordo, però mi permetta di dire, perché è una cosa su cui siamo totalmente d'accordo, anche per il silenzio che ho fatto mentre parlava lei e per il silenzio che non fate mentre parlo io.
Siamo totalmente diversi, ed è vero che sono responsabile di molte cose, che sono accadute nell'amministrazione regionale in questi ultimi tre anni. Per stare alle gare, sono responsabile di aver sostenuto l'assessore Dirindin e le Asl, nell'annullare una gara, per esempio, di 238 milioni di euro, che riguardava un contratto per trent'anni, fatto con un'azienda multinazionale, che poi successivamente è stata interessata da scandali a livello nazionale e sono stati sostituiti tutti i manager. Per 238 milioni di euro, senza che passasse in Giunta, senza che passasse da nessuna parte, passava semplicemente nel comitato direttivo di un Asl.

Abbiamo annullato gare, è vero. Non noi, non la Giunta: il responsabile amministrativo chiamato a risponderne. Abbiamo annullato gare per 45 milioni di euro, quando si parlava dell'informatizzazione della Regione. Abbiamo rifatto un bando di gara e lo stesso servizio è stato assegnato per circa 8-9 milioni, senza escludere nessuno, peraltro vincendo Accenture, una società che notoriamente ha lavorato con la precedente amministrazione: dove ci lavorano, per meriti e non per altro motivo, persone notoriamente anche amiche o parenti di persone notoriamente amiche della precedente amministrazione. Ma quello che la precedente amministrazione aveva fatto per 45 milioni noi l'abbiamo fatto per 9 milioni.

È vero, siamo intervenuti in bandi di gara, per esempio, riconsiderando un bando di gara che veniva dalla precedente amministrazione, che riguardava un progetto assurdo, si chiamava eGos: era costato circa 10 milioni di euro. L'abbiamo rivisto, l'abbiamo rimodulato e abbiamo tagliato l'ultima parte, che si poteva tagliare, un milione di euro di lavori, anzi un milione e quattro, e sapete a chi li abbiamo tagliati? A Tiscali, che aveva vinto la partecipazione in quella gara con la precedente amministrazione.
Non solo Tiscali non ha mai vinto una gara in questi tre anni, ma questa amministrazione regionale ha tagliato 1.400.000 euro a quella società, di partecipazione a delle gare sbagliate, ingiuste, che siamo riusciti a modificare.

È vero, non siamo tutti uguali. Mentre si parlava di riforme, questa Giunta e questa maggioranza di centrosinistra ha avviato le riforme, ed è intervenuta in maniera massiccia, sulla formazione professionale. La Giunta ha fatto delle cose, nei tagli della spesa, nella riqualificazione della spesa.
Questa Giunta, e questa maggioranza, ha riqualificato la spesa, ha tagliato rami secchi della pubblica amministrazione, ha chiuso società che non rappresentavano nessuno, qualche volta addirittura ha dovuto far causa a dirigenti o amministratori, nominati dalla Giunta regionale, che non si volevano dimettere e volevano restare con la società e con la cassa, dentro la società. Ha chiuso società, ha chiuso enti, ha chiuso consigli di amministrazione, ha tagliato spese assurde, ha riqualificato il bilancio della Regione, e andate a cercare le entrate della Regione. Ha fatto delle cose importanti, che sono sotto gli occhi di tutti e che sono anche sotto l'attenzione dell'opinione pubblica nazionale, tant'è che in quel famoso libro in cui si parla di caste, che oggi si è citato in quest'aula, si parla con attenzione e con un po' di ammirazione, quasi di incredulità, sull'attività che è stata fatta dall'amministrazione regionale.

E allora, poiché rimangono ancora delle cose da fare, rimangono ancora delle cose da fare nei consorzi industriali, rimangono ancora delle cose da fare nei consorzi di bonifica, rimangono ancora delle cose da fare in altre parti della pubblica amministrazione regionale, forse a qualcuno può interessare dire che tutti i gatti sono grigi, che non è giusto andare a perseguire le cose che sono ancora da perseguire, perché tanto chi lo fa ha qualche interesse da qualche parte. Solo che vorrei dire a voi che nessuno ha tirato fuori neanche un mezzo interesse privato in questa vicenda e nessuno, anche oggi, ha cercato di riporre questa vicenda nella sua dimensione.

Stiamo parlando di una gara per la pubblicità, non è una cosa nuova in questa Regione, si è sempre fatta. Il torto di questa Giunta è stato quello di voler mettere ordine, toglierla dalla discrezionalità del Presidente e dei singoli assessori, che magari spendevano quei soldi per promuovere la Sardegna, rigidamente, sempre in Sardegna, verso chi la Sardegna la conosceva già abbastanza, magari con i mezzi sardi, e in questo modo magari, anche migliorando il rapporto con i media sardi, e ha deciso invece di voler parlare non solo ai sardi, ma soprattutto all'esterno della Sardegna, e di voler parlare con una voce coerente, con un'immagine unitaria e in modo professionale, questo è stato l'errore che non ci è stato perdonato.

Si è iniziato a dire: 'Mentre c'è bisogno di lavoro, questa Regione spreca i soldi'. Poi abbiamo visto che in realtà quello che si spendeva era esattamente simile a quello che si spendeva negli anni precedenti, molto meno di quello che altre regioni, anche più piccole della nostra, spendevano solamente per il turismo, e noi lo dovevamo fare per promuovere il turismo, l'artigianato, l'agro-alimentare sardo. Poi si è detto che questo qui era un problema per la democrazia, perché spendendo tanti soldi avremmo messo un vincolo nei media sardi, o comunque avremmo avuto troppo potere nei confronti dei media sardi. C'è scritto nel bando che solo, credo, il 15% debba essere speso in Sardegna, 15-20%, il resto deve essere speso giustamente fuori, se vogliamo fare pubblicità e trovare qualche cliente fuori dalla Sardegna. Quindi non credo che quel 20% di questa cifra potesse essere un pericolo di controllare i media sardi, che peraltro non si farebbero controllare in nessun caso.

Poi è stato detto: 'C'è un conflitto di interessi, perché questa società lavorava con Tiscali, ha smesso di lavorare con Tiscali nel 2002'. Poi è stato detto: 'Ma Tiscali gli doveva dei soldi'. E' stato detto di tutto.
Credo che abbia smesso di lavorare nel 2002: sicuramente nel 2003, che è l'ultimo anno che ho lavorato io, non c'era più la società attiva. Nel 2003, che è l'anno in cui ho lasciato la società, Saatchi già non lavorava più. Se dovesse aver lavorato nel 2004 potrebbe aver lavorato per delle cifre minimali, che vuol dire che sono ininfluenti, e cerco nel mio ragionamento di fare un discorso di merito, di entrare nella sostanza delle cose, se poi ha fatturato 10 euro nel 2004, di un residuo di lavoro, credo che abbia poca rilevanza.

Così, come credo che abbia rilevanza, per me, per Saatchi e per chiunque, la dimensione dell'oggetto di cui stiamo parlando. Si sta parlando di circa 55 milioni. Di un progetto di comunicazione, in tre anni, di 18 milioni più Iva all'anno. Non significa che si doveva dare 18 milioni a Saatchi, significa che Saatchi viene retribuita per la progettazione di quella campagna, cioè il 5-6-7%. Non so quanto sia l'aggiudicazione, cioè, per un'attività di progettazione, che vale circa 1 milione di euro all'anno per tre anni. Questa è la dimensione dello scandalo: un'attività di progettazione di 1 milione di euro all'anno circa, poco più, poco meno, per tre anni. E voi pensate davvero che una società multinazionale si metta in un problema, o si metta in una storia poco chiara, per guadagnare un budget di questo genere? O pensate davvero che il Presidente della Regione rinunci, o venga meno al proprio giuramento di rispettare le leggi dello Stato e le leggi di questa Regione, per fare un qualche favore a qualcuno, di questa dimensione? Quindi, siamo assolutamente fuori scala, e siamo assolutamente fuori scala se pensiamo alle cose che ogni giorno succedono in questa Regione e che meritano l'attenzione di tutti noi, di tutti voi, mia e di tutti noi.

Solo per citare un esempio appunto: il bando di gara della sanità, di cui parlavo prima, per trent'anni, valeva 230 milioni di euro.
Stiamo parlando quindi, di un'attività di progettazione che può valere, nel complesso, fra i 3 e i 4 milioni di euro. Attorno a questa cosa, una progettazione di 3-4 milioni di euro, abbiamo creato questo scandalo. Io credo che non ci sia sostanza. Io credo che non ci sia sostanza e spero che lo capiranno i sardi, che non ci sia sostanza attorno a uno scandalo di 3-4 milioni di euro di progettazione: 3-4 milioni di euro.
La commissione, giustamente, legittimamente ha fatto il suo lavoro, ha interrogato tutti. Mi dispiace che non abbia pensato di parlare con me, magari lo ha fatto per tutelarmi, ma magari mi sarebbe piaciuto decidere io che cosa è giusto per tutelare l'attività della Giunta e tutelare me stesso, e mi sarebbe piaciuto avere un po' di tempo per fare un ragionamento con la commissione.

Nondimeno, anche nella discussione di oggi, nel merito, che cosa emerge? Probabilmente, forse, appare verosimile, sembrerebbe che, non è sicuro, non è certo che... la cosa più importante, la più grande anomalia che è stata registrata, la cosa proprio più grave, che avrebbe dovuto inficiare la gara, è che Saatchi non avrebbe la certificazione di qualità, e cioè, che questa società che fa la consulenza per la comunicazione ai governi più importanti nel mondo, che fa la consulenza alla comunicazione alle società più importanti nel mondo, che dà consulenze a istituzioni importanti nel mondo, non abbia la certificazione di qualità.
Ma qualcuno ci crede davvero? Io non ci credo che non abbia la certificazione di qualità, e credo che valga la pena di andare a verificare con maggiore attenzione se non abbia, o se invece abbia la certificazione di qualità. Questa è la cosa più importante che avete raccontato oggi.

Tra le altre cose, ma effettivamente non è possibile rispondere a 100 cose in venti minuti, continuamente interrotto. Quello che mi preme ricordare in questa sede è che abbiamo fatto diverse gare e non c'è nessuno che possa accusarmi che io abbia fatto una telefonata o che sia intervenuto. Abbiamo fatto diverse gare, anche in settori che sono vicini all'attività che ho fatto precedentemente, e non è successo che le società a cui ho partecipato nel passato abbiano vinto niente, anzi, gli è stato ridotto qualcosa del passato.
Succede che invece si è deciso di provare a spiegare ai sardi che tutti i gatti sono grigi, che non c'è un'azione riformatrice in questa Regione e che questa azione riformatrice non merita di andare avanti. E si è cercato di indebolire questa azione riformatrice, che invece è stata meritoria, i sardi apprezzeranno e andranno avanti nel futuro.
Vorrei terminare, in questo modo: io sono una persona onesta e non ho fatto niente di male".