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Conferenza stampa sulle emergenze dell'agricoltura

Cagliari, mercoledì 21 marzo 2007, sala Giunta
Presidente Soru:
"Bene, buongiorno a tutti. Vi abbiamo chiesto di venire per commentare, per chiarire alcuni aspetti sulla manifestazione degli agricoltori di ieri. Prego".

Assessore Foddis:
"La manifestazione, come momento altamente democratico, da noi evidentemente rispettata, che trasferisce l'esigenza di chiarire l'attenzione che la Giunta regionale sta ponendo al comparto agricolo, quindi non è da oggi che con molta determinazione la Giunta si è impegnata sia sugli interventi caratterizzati dai fenomeni dell'emergenza, ma con un'attenzione particolare a costruire il futuro.
Sembrerebbe che l'attenzione maggiore sia rispetto all'emergenza, per la quale noi siamo immediatamente intervenuti sulle situazioni pregresse. Basti un dato: che abbiamo ereditato, soltanto sulla siccità, 8.700 domande arretrate, ne abbiamo risolto la bellezza di 6.700, ne rimangono ancora 2.000. Sono fatti effettivamente di grande preoccupazione, ma ci stiamo lavorando con molta assiduità, con molta tempestività.
Abbiamo comunque disposto ben 16 milioni, per dare delle anticipazioni sulle calamità, per le quali la norma impone che ci sia il preventivo assenso dell'Unione Europea, su questo siamo in attesa che le organizzazioni agricole, in qualche maniera, ci diano loro la priorità su dove intervenire, sempre restando che devono essere interventi già autorizzati dall'Unione Europea.
Sulle problematiche più attuali siamo immediatamente intervenuti, vedi il fattore climatico, che ha causato questo problema sul carciofo e non soltanto, ma su tutti gli ortaggi a pieno campo. Un intervento immediato, da parte degli ispettorati, per accertare subito i danni, ma non ci siamo fermati a questo. Applicando un articolo della nuova finanziaria nazionale, abbiamo subito deliberato in Giunta la crisi di mercato, rispetto alla quale il Ministro ha convocato immediatamente un incontro, per ieri sera, al quale, per rispetto alla manifestazione, siamo rimasti in attesa di essere, così, chiamati ad un incontro, ma ci ho mandato io il capo di gabinetto, questo a dimostrazione che anche sulla crisi del mercato degli ortaggi e del carciofo ci stiamo adoperando.
Però bisogna essere molto chiari. Non possiamo pensare che l'agricoltura si difenda soltanto andando a distribuire ancora dei contributi e degli indennizzi, se pur giusti, per delle calamità. Dobbiamo costruire il futuro e il futuro significa insistere sui processi di aggregazione, affinché si possa arrivare al mercato. L'esempio più significativo di questa crisi è nel carciofo, che è causata da fatti straordinari, ma che evidenzia immediatamente la carenza di organizzazione: sovrapposizione di ruoli, non c'è alcuna programmazione nelle produzioni, nelle varietà, non c'è un rapporto diretto con la distribuzione organizzata.
E' su queste cose che noi stiamo lavorando e questo lavoro lo dimostriamo, non soltanto con le poste in finanziaria, ma lo dimostriamo anche con l'attività che stiamo facendo in assessorato, dove un apposito, chiamiamolo 'gruppo di lavoro', altamente specializzato, che raccoglie tutte le competenze che la Regione Sardegna è in grado di esprimere: dall'Università agli enti, allo stesso assessorato, stanno lavorando a un piano di settore. Un piano di settore che deve essere interfacciato con la distribuzione organizzata, che sono coloro che poi portano sul punto vendita il nostro prodotto
Gli incontri ultimi, la settimana scorsa, con l'organizzazione distributiva, stanno a dimostrare come non siamo in grado, ancora, di avere un rapporto contrattuale all'insegna di diritti e di doveri, perché nel momento in cui la distribuzione organizzata si impegna, con dei contratti di coltivazione, si impegna al ritiro. Loro hanno però anche il diritto che il prodotto venga consegnato condizionato, in packaging, nei tempi, nei luoghi e nelle quantità contrattualmente previste, e chi non risponde deve pagare le penali. Ecco, questo è l'approccio diverso che noi stiamo cercando di fare, e questa secondo me è la sfida vera verso il futuro.
Gli altri problemi che vengono proposti, come l'indebitamento, è uno sforzo immane che la Giunta, il Presidente in prima persona e il sottoscritto, stanno ponendo su questo problema, ma quando parliamo di indebitamento dobbiamo capire di che si tratta. C'è una partita che riguarda il contenzioso, che riguarda quindi il passato, un passato che è fatto di decenni di storia, non è un problema attuale. E' un passato che risale a un problema che si chiama legge 44, che tutti sapevano, tutti gli attori, tutti gli attori istituzionali e no, sapevano che la legge 44 era una legge che non era stata notificata, e come tale, prima o poi, i soldi si sarebbero dovuti restituire.
E' chiaro che, nel momento in cui quegli interessi agevolati non si sono potuti concretizzare, le banche, facendo il loro lavoro, hanno chiesto al momento opportuno il pagamento, mettendo sul lastrico le aziende, non da oggi, ma da tanti anni. Noi quella posizione la stiamo aggredendo, in rapporti costanti, continui, col Banco di Sardegna, che è il maggior creditore. Siamo arrivati ad una delibera di Giunta, che non ha avuto seguito, non certo per inadempienza della Giunta stessa. Abbiamo proposto recentemente, al Banco di Sardegna, la costituzione di una 'debit company', partecipata dalla stessa Regione, al fine di acquisire i crediti per poterli distribuire. Ma il problema del credito, il problema dell'indebitamento, non è soltanto il pregresso, è il futuro, e il futuro significa ipotizzare che quando si fanno le misure del Por, ancorché si diano i contributi, l'anticipazione sui contributi dell'80%, sino a completare il fabbisogno finanziario, che è fatto di 100 più l'Iva, vuol dire che altri 80 le aziende agricole devono essere in grado di poterli finanziare, è su quello che noi stiamo lavorando, ma non da oggi.
Abbiamo lavorato e deliberato in maniera concreta, col protocollo, con l'Ismea, dove la Regione Sardegna ha messo 5 milioni di euro. Altri 5 milioni li ha messi Ismea stessa, per favorire, non soltanto le ristrutturazioni delle situazioni di pesantezza finanziaria, ma poter finanziare questi investimenti correnti. Ma non è sufficiente, in Sardegna non si attua una politica agricola, ma non da oggi, è da tanti anni che non c'è più credito in agricoltura. L'agricoltura non viene trattata sulla base delle proprie specificità e delle attenzioni che merita, per fare questo dalla critica siamo passati alla progettualità, attivando un gruppo di lavoro altamente specializzato, coordinato dal professor Riccardo De Lisa, che unitamente alle migliori competenze delle stesse organizzazioni agricole, dei consorzi fidi regionali, delle centrali operative, da circa due mesi stanno lavorando per portare al Consiglio regionale e alla Giunta del Consiglio regionale, un ipotesi normativa del credito in agricoltura, così come già in altre regioni è stato fatto.
Quindi, non stiamo lavorando soltanto ad affrontare le emergenze, che sono vere e sulle quali stiamo dando l'attenzione, ma stiamo lavorando soprattutto a creare i capisaldi per una politica del futuro, e la politica del futuro è il mercato, e per arrivare al mercato noi stiamo aggredendo le criticità maggiori: indebitamento, organizzazione, i produttori organizzati fanno impresa, fanno massa critica, sono in grado di poter stabilire chi li rappresenta nel mercato, nella contrattazione. Chi fa che cosa, non dieci encomiabili presidenti di piccole cooperative, che tutti assieme trattengono rapporti con i 'buyer', in maniera disorganizzata, e disorientando il mercato stesso. Questo è un percorso che dev'essere, prima culturale, che è difficile da far accettare, ma sul quale bisogna insistere.
Tra i nodi strutturali abbiamo parlato dell'indebitamento, sul quale stiamo lavorando. Abbiamo parlato di acqua, ma quando parliamo di acqua parliamo di una riforma che è in atto, una riforma a quanto pare molto dolorosa e molto, diciamo, osteggiata, che giace ancora nel Consiglio regionale, ma che parte da un presupposto chiaro: all'agricoltore interessa l'acqua e al prezzo giusto, compatibile. Ma allora per fare questo noi dobbiamo liberare completamente l'agricoltore da ribaltamenti contabili, di costi che non attengono ai problemi dell'agricoltore stesso. E su questo io credo che abbiamo la possibilità di confrontarci, in tempi molto veloci, nel Consiglio regionale, per dare una risposta definitiva anche al problema dell'acqua.
Nel frattempo, però, non dobbiamo dimenticare perché si continua a parlare di 'cartelle pazze'. Beh, signori miei, noi rispetto a questo dobbiamo dichiarare due cose: il Consiglio regionale è intervenuto con ben 80 milioni di euro, lo scorso anno, ma qualche settimana fa, alla base di una situazione di pesantezza finanziaria, che comunque alcuni agricoltori manifestavano, ci siamo assunti la responsabilità di impegnare il commissario del consorzio di bonifica della Sardegna meridionale, la Bipiesse riscossioni, a sospendere, diciamo, l'esazione, proprio per favorire un attimino di maggiore respiro finanziario alle imprese, rimandando al momento della definizione della legge, in Consiglio regionale, la soluzione ancora, di queste partite sospese. Quindi, anche su questo aspetto, secondo me, bisogna dare risposte chiare e trasparenti.
Mi sono permesso di consentire a ciascuno di voi una nota, in modo tale da poter riepilogare queste cose, peraltro, in maniera molto circostanziata, già rappresentate alla commissione agricoltura, quando sono stato chiamato.
Mi piace precisare, per rispetto alle istituzioni, che io ho chiesto dal 20 di febbraio, al presidente della commissione agricoltura, di essere ascoltato sui temi di cui si dibatteva sulla stampa, talvolta con informazioni non sempre puntuali.
Per quanto riguarda il problema del Por, sui quali si continua a insistere che si perdono dei denari. Denari non se ne perdono. L'unica differenza tra la spesa realmente sostenuta e la spesa rendicontabile, è dovuta al fatto che al seguito di una sentenza della corte di giustizia, del dicembre del 2006, quindi qualche giorno prima della chiusura dei conti, non si possono più rendicontare le anticipazioni, che di fatto sono state già pagate agli agricoltori, per ben 66 milioni di euro. Se, come fatto negli anni precedenti, anche al 31/12/2006 noi avessimo potuto rendicontare quei 66 milioni di anticipazione, non avremmo avuto il problema di doverci difendere, non di perdere i denari, di dover difendere questa specifica situazione.
Pertanto, io credo che i problemi in agricoltura ci siano. Non sono da oggi. Noi forse li stiamo affrontando con maggiore determinazione e probabilmente questa determinazione sta procurando qualche disturbo, in ambienti nei quali, probabilmente, è meglio che tutto cambi affinché niente cambi".

Presidente Soru:
"Bene. Grazie mille. C'è qualche domanda?".

Giangiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"Chi dà disturbo? I nomi".

Assessore Foddis:
"Non ho nomi da fare, ci mancherebbe altro, sono sensazioni".

Presidente Soru:
"Vabbè, un po' di nomi li faccio io allora. Un po' di nomi li faccio io, chi dà disturbo.
Intanto alcune precisazioni. E' stato detto che io, il Presidente della Regione, non abbia voluto incontrare gli agricoltori. In realtà aspettavo una richiesta di incontro e non mi è stata fatta. Quando, a un certo punto l'abbiamo anche sollecitata, anzi, abbiamo voluto verificare se non ci fosse una richiesta di incontro, in un primo momento sembrava che, a seguito di questa mia sollecitazione e la dichiarazione, naturalmente, della mia disponibilità a incontrare una loro delegazione, come facciamo sempre, per qualsiasi manifestazione che si avvicini al palazzo di Viale Trento. A un certo punto è sembrato che stessimo definendo un appuntamento, poi dopo un po', invece, siamo stati richiamati dicendo che ci avrebbero incontrati, però in piazza, ecco. Io non vado a fare gli incontri con le delegazioni in piazza, le facciamo nelle sedi istituzionali.
Per un po' di tempo siamo stati in attesa di una risposta definitiva, che poi forse non è nemmeno arrivata, semplicemente non è venuto nessuno, nessuno ha definito un appuntamento. Solo in tarda serata ce lo hanno chiesto alcuni sindaci e sono stati puntualmente ricevuti. Abbiamo avuto un incontro di almeno un'ora, in cui ci hanno portato anche loro la testimonianza dei disagi che sono stati raccolti nella manifestazione.
Quindi, una semplice precisazione: doverosamente, io, la Giunta, eravamo assolutamente a disposizione per un incontro con una delegazione, naturalmente nei modi e nelle forme dovute per questo genere di incontri.
Sul merito della manifestazione. Concordo con l'assessore, che tutte le manifestazioni hanno un valore democratico, che va rispettato, non di meno la manifestazione di ieri la capisco un po' meno di altre. La capisco un po' meno di altre per i temi che sono stati portati, e cioè, si è detto innanzitutto, innanzitutto perché si sono ricordate essenzialmente le difficoltà, o meglio, le emergenze, le emergenze di sussidi che debbono essere, che possono essere dati, affinché questo mondo superi l'ennesimo momento di grave difficoltà, ma niente si è parlato invece della prospettiva, delle difficoltà strutturali, dei mali storici e strutturali della nostra agricoltura e delle azioni necessarie e da fare, che la Giunta regionale sta facendo per poterle superare. Si è parlato delle emergenze, anziché parlare anche di un progetto
Circa le emergenze. Le emergenze ci sono e la Giunta regionale le vuole anche sostenere, e fa tutto il possibile per alleviarle, affinché il mondo dell'agricoltura arrivi vivo, arrivi il più sano possibile ad un progetto che comunque è necessario, per un'agricoltura nuova e che abbia una prospettiva di vita produttiva, vera, che interessi anche le nuove generazioni nel futuro.
Però, analizziamole queste emergenze. Intanto c'è l'emergenza, è stata ricordata, del carciofo, delle attività orticole. Calamità naturali, che gli agricoltori hanno subito e per le quali chiedono un ristoro.
Stranamente ieri non si è accennato al fatto che io stesso, in una riunione di ormai quasi un mese fa, assieme all'assessore all'agricoltura, abbiamo comunicato alle organizzazioni agricole, sedute in questo tavolo, che la Regione metteva a disposizione un fondo di rotazione iniziale di 16 milioni di euro, ma ulteriormente finanziato, per il pagamento appunto, per l'anticipazione delle calamità naturali, che sono dovute dallo Stato, ma che la Regione si rendeva disponibile ad anticipare. In quale modo? Già nel passato si anticipavano le calamità naturali, abbiamo avuto la restituzione da parte del Governo. Avendo avuto la restituzione delle calamità naturali nel passato, lo stesso fondo, lo stesso ammontare, lo mettevamo a disposizione per pagare le nuove calamità naturali, non ancora pagate dallo Stato.
Abbiamo detto alle organizzazioni: possiamo pagare calamità naturali che sono state riconosciute tali dallo Stato, ma riconosciute tali anche da Bruxelles, perché se paghiamo calamità naturali non riconosciute da Bruxelles, saremo poi costretti, successivamente, a richiedere i soldi indietro ai contadini, agli agricoltori, mettendoli in difficoltà, come è già accaduto nel passato.
Abbiamo detto alle organizzazioni: diteci voi quali tra queste, alcune calamità naturali riconosciute da Bruxelles, paghiamo prioritariamente. Non ci è stato detto, o mi sbaglio?".

Assessore Foddis:
"Non ancora".

Presidente Soru:
"Dopo quasi un mese, abbiamo mandato anche una richiesta scritta e non ci è stato ancora detto, altrimenti queste prime risorse di 16 milioni, più alcuni altri milioni, con cui abbiamo potuto incrementare il fondo, si sarebbe già potuto iniziare a pagare.
Quindi, le calamità naturali, per poter essere sostenute, debbono essere riconosciute tali dal Governo italiano e dalla Commissione europea. Alcune sono state riconosciute tali, noi siamo disponibili a pagare, ci siamo già impegnati a farlo, l'abbiamo già data questa disponibilità alle organizzazioni, nessuno ci ha detto ancora niente, e tanto meno nessuno ha ricordato ieri questa disponibilità da parte della Giunta regionale.
Un'altra emergenza, almeno nel campidano di Cagliari, nel medio campidano di Cagliari, è stata quella delle 'cartelle pazze', che riguarda il consorzio della Sardegna meridionale. Peraltro un consorzio che, storicamente, era l'unico che in qualche modo non aveva in concessione, non aveva la proprietà di una diga. Mentre tutti gli altri consorzi avevano la proprietà dell'acqua e quindi la distribuivano, non riconoscendo il costo dell'acqua, insomma, riuscivano a distribuire l'acqua agli agricoltori, questo consorzio della Sardegna meridionale, non avendo una diga, comprava l'acqua dall'Eaf e poi la distribuiva, e con dei costi estremamente alti, anche perché soffre di una condizione strutturale straordinaria. Le aree attrezzate sono 58.000 ettari, le aree effettivamente utilizzate sono meno di 10.000 ettari. Quei contadini che effettivamente le utilizzano, e irrigano 10.000 ettari, debbono sopportare i costi di manutenzione di un'area sei volte più grande.
Allora, lo ricordava l'assessore, non solo abbiamo trascurato questo problema, ma su proposta anche della Giunta, il Consiglio regionale, l'anno scorso, ha approvato un finanziamento straordinario di 60 milioni di euro, di oltre 60 milioni di euro ai consorzi, per superare queste difficoltà. E quest'anno abbiamo sollecitato il commissario, non perché sia giusto, ma perché c'è un'ulteriore difficoltà, perché è andata male l'annata del carciofo, perché gli agricoltori comunque, del medio campidano, hanno problemi. Gli abbiamo detto di sospendere anche quel livello di pagamento, che comunque avevamo concordato con le organizzazioni sindacali.
Detto questo, da cosa nascono le difficoltà dei consorzi di bonifica? Da cosa nascono le difficoltà delle cartelle pazze? Mica da sole, o dalle nuvole. Nascono soprattutto dalle difficoltà dei consorzi di bonifica. E da cosa nascono le difficoltà dei consorzi di bonifica? Dal fatto che sono l'unico organismo che ha resistito al fascismo. I consorzi di bonifica sono nati col fascismo, sono arrivati fino a oggi tali e quali a come erano stati pensati e a come erano stati organizzati. Dopo settant'anni, questa Giunta regionale si è impegnata a modificare la struttura, il funzionamento, gli scopi dei consorzi bonifica. Dopo settantacinque anni credo che sia necessario, dato anche che, non mi pare che stiano producendo buoni risultati
Che cosa abbiamo detto? Gli agricoltori hanno bisogno di acqua e hanno bisogno dell'acqua al più basso costo possibile, e vogliono dedicare il loro tempo alla coltivazione dei campi e soprattutto, o altrettanto, alla commercializzazione e alla valorizzazione del loro prodotto. Questa è l'attività del mondo dell'agricoltura: produrre e vendere bene.
Per produrre e vendere bene comprano la benzina per i trattori e comprano l'acqua, e devono avere: energia, al più basso prezzo possibile e l'acqua, al più basso prezzo possibile. Credo che non interessi agli agricoltori, o almeno a quelli che conosco io, di gestire i consorzi di bonifica, di gestire appalti per centinaia di milioni di euro nella costruzione di dighe, magari di dighe che poi non si costruiscono mai, come quella di Monte Nieddu, perché un consorzio non ha la struttura tecnica adeguata. Oppure si interessano di gestire strade e canali, che non c'entrano nulla col mondo agricolo, che sono uno strumento di gestione ambientale che vale per tutta la comunità, non solo per gli agricoltori.
Allora, la costruzione delle dighe, non è affare degli agricoltori, almeno di quelli che conosco io. La gestione di strade e canali non è affare degli agricoltori, è affare della comunità, eventualmente delle province, che già gestiscono strade provinciali, hanno la gestione dell'ambiente e la responsabilità della gestione dell'ambiente, trasferita anche dalla recente legge 9. Allora, i consorzi che cosa sono? O dovrebbero essere? O cosa noi auspichiamo che diventino? Quello che sono in economie agricole più competitive della nostra, come la Spagna per esempio, che mette e sta mettendo in molta difficoltà anche la nostra economia agricola. Sono, di fatto, dei condomini che gestiscono la distribuzione dell'acqua nell'ultimo tratto, nella parte terminale, nel bacino irriguo.
Quindi, il condominio degli agricoltori, di un bacino irriguo. Che distribuiscono l'acqua, che gestiscono la distribuzione al loro interno, ma non devono gestire dighe, che fanno parte ormai di un unico ente regionale, grazie alla riforma sull'acqua multi-settore che è stata approvata in Consiglio regionale, finalmente, l'anno scorso, dopo che se ne parlava da quasi trent'anni, e non debbono gestire le attività ambientali.
Qui c'è una grandissima resistenza, in Sardegna e a livello nazionale. E devo anche dire che c'è la resistenza, in Sardegna, alimentata dalla resistenza nazionale. Le organizzazioni, non gli agricoltori, le organizzazioni, vogliono continuare a gestire i consorzi di bonifica. E allora, io credo che gran parte della manifestazione di ieri sia in difesa di una posizione, io credo antistorica e indifendibile, di lasciare ancora un ruolo preponderante alle organizzazioni, nella gestione dei consorzi di bonifica e nel mantenimento dei consorzi di bonifica quali sono oggi, un organismo che si occupa di cose di cui non si deve più occupare: gestione e costruzione di dighe, gestione di appalti di grandissima rilevanza e di grandissima difficoltà, gestione di opere ambientali.
I consorzi si devono rimpicciolire, asciugare e distribuire l'acqua, e far pagare il costo più basso possibile per distribuire l'ultimo tratto dell'acqua. La Regione si impegna a far pagare il prezzo più basso possibile per la cosiddetta 'acqua grezza', per l'acqua che proviene dalle dighe. La Regione si impegna a far si che ci sia un prezzo unico regionale per l'acqua che proviene dalle dighe e un prezzo unico regionale per l'acqua che arriva fino ai campi.
Questo stiamo cercando di fare e questo è estremamente combattuto, ma questo è quello che noi cercheremo di portare avanti fino in fondo, nell'interesse degli agricoltori. Magari, forse, non totalmente nell'interesse delle organizzazioni, ma nell'interesse degli agricoltori, affinché l'acqua costi il meno possibile e ci sia ancora un valore nell'andare nei campi.
C'è un'altra emergenza, dell'indebitamento. Anche ieri, forse nessuno si è ricordato di far notare quello che le organizzazioni sanno, glielo abbiamo ricordato appena un mese fa, e anche un'ultima lettera, il 7 marzo. Lo sforzo straordinario, che la Giunta regionale sta facendo per convincere le banche creditrici, perché la controparte degli agricoltori non siamo noi, sono le banche, e noi stiamo facendo uno sforzo straordinario per convincere le banche creditrici a rinegoziare quei crediti, impegnando risorse della Regione, impegnando risorse dello Stato, dell'Ismea, con la disponibilità della Regione e la disponibilità già acquisita dell'Ismea. E abbiamo fatto uno sforzo ulteriore, proponendo per iscritto, e le organizzazioni lo sanno, al Banco di Sardegna, addirittura di partecipare a una nuova società che se li compra questi debiti. Se li compra tutti assieme a un prezzo di bilancio, a un prezzo basso, in maniera da poter poi concordare con gli agricoltori la cessione di questi debiti a un prezzo estremamente basso, che gli permetta di ripartire con le loro aziende.
Quindi, la Regione si occupa delle emergenze, lo sta facendo con un impegno importante, perché vogliamo traghettare il mondo agricolo, vivo, in una situazione nuova dell'agricoltura sarda, di un'agricoltura ripensata. Cosa vuol dire ripensare l'agricoltura sarda? Innanzitutto metterla assieme, superare il nanismo aziendale delle imprese sarde. Ci sono dei produttori di carciofi che dicono che non è remunerativo, ma molto spesso quel produttore i carciofi li vende da solo, e quando proprio va bene li vende in una cooperativa di un suo paese, totalmente slegata dalla cooperativa del paese affianco e totalmente slegata da un'altra cooperativa di un altro paese ancora, e li vende senza che abbiano un marchio, dopo che è da trent'anni che la Sardegna è forte, ad esempio, in questo settore. Senza che abbiano un riconoscimento e senza che si sia fatta un organizzazione che li venda tutti assieme.
Non credo che sia una colpa di questa Giunta questa difficoltà o questa mancanza, credo che però sia possibile il riconoscimento del lavoro che la Giunta sta facendo con molta determinazione in questo settore. In questi due anni sono state fatte otto organizzazioni dei produttori, e cioè, sono stati messi assieme tutti i produttori della Regione nelle singole filiere agricole. E' stato fatto per l'olio, è stato fatto per il riso, che era in crisi, è stato fatto per lo zafferano, anche se piccola cosa, è stato fatto per il settore ovi-caprino, è stato fatto per il floro-vivaismo. Cioè, si sta cercando di mettere assieme ogni singola filiera sarda
Metterle assieme vuol dire: creare cooperative, o rafforzarle; oppure mettere assieme, fare integrare la quantità, a volte troppo numerosa, delle cooperative esistenti, come accade nel settore ovino-caprino. Io credo che anche questo processo abbia degli avversari. Forse c'è qualcuno a cui non va bene che le cooperative si rafforzino, che si integrino, che diventino un'unica organizzazione produttiva, che siano forti, che possano vendere, difendere il loro lavoro e il prezzo dei loro prodotti. C'è qualcuno che preferisce, non gli agricoltori assieme nelle cooperative o negli O.p., ma preferisce agricoltori separati, divisi, più facilmente gestibili forse. Tant'è che credo che ieri non ci fosse alla manifestazione il mondo delle cooperative, con il quale stiamo facendo uno sforzo enorme, proprio per far superare le crisi alle cooperative in difficoltà e soprattutto far fare un passo avanti alle cooperative che invece vanno bene, integrandole assieme e facendogli prendere anche carico delle cooperative in difficoltà, per stare assieme".

Gianni Solinas (Agi):
"Presidente, scusi se la interrompo, intende riorganizzazioni anche in questo caso?".

Presidente Soru:
"Io sto dicendo che a molte persone dà fastidio che gli agricoltori non siano indipendenti. Mi scusi, faccia anche lei la sua parte, tragga anche lei le sue conclusioni. Ieri le cooperative non c'erano, io le sto dicendo che ieri le cooperative non c'erano, così come le cooperative si sono dissociate da un altro comunicato stampa, o conferenza stampa, ancora del giorno prima, riconoscendo lo sforzo che si sta facendo per mettere assieme agricoltori singoli, disuniti, piccolissimi, che da soli non c'è l'hanno potuta fare fino a oggi e tanto meno ce la faranno in futuro.
Noi, grazie agli sforzi anche dell'assessore, in questi ultimi due anni abbiamo messo assieme quasi l'ottanta per cento del latte ovino delle cooperative, messo assieme in un'unica o.p., capace di confrontarsi col settore industriale e capace di valorizzare, e lo sarà sempre di più in futuro, il loro prodotto, e speriamo che prosegua questa cosa.
Abbiamo fatto superare le difficoltà e stiamo facendo superare, anche con degli interventi in questa legge finanziaria, le difficoltà ad alcune cooperative olivicole, e li abbiamo convinti a mettersi assieme. Stiamo facendo superare le difficoltà a un fallimento di una ex cooperativa del riso e a un consorzio del riso. Li stiamo mettendo assieme, tutti i produttori di riso della Sardegna e stiamo mettendo assieme tutti i produttori di molte filiere della Sardegna. Ancora non ci siamo riusciti con quelle della filiera orto-frutticola, però è avviato, anzi, abbiamo portato a casa il riconoscimento del d.o.p. del carciofo, abbiamo portato a casa il riconoscimento del d.o.p. dello zafferano, il riconoscimento del d.o.p. dell'olio d'oliva, le protezioni dei marchi.
Questo si sta facendo e di questo non si parla, e questo forse dispiace a qualcuno più interessato a gestire emergenze. Noi siamo interessati, e credo anche gli agricoltori siano interessati, ad avere un futuro per loro e per i figli, però siamo anche disponibili, anzi responsabili. Sentiamo la responsabilità di gestire le emergenze, ma mentre gestiamo le emergenze vogliamo anche gestire un futuro e un futuro è fatto anche di regole diverse, e le regole diverse debbono essere trovate, nell'interesse degli agricoltori, innanzi tutto, e non dello status quo o del passato.
Quindi, questa è la manifestazione di ieri, questa è la situazione dell'agricoltura, dove qualcuno racconta anche storielle, sperando che qualcuno ci creda, e qualcuno ci crede anche, come quella degli agricoltori che hanno perso dei soldi. L'assessore l'ha detto molto bene: gli agricoltori quei soldi li hanno addirittura già ricevuti, casomai, eventualmente, la Sardegna potrebbe non essere autorizzata a rendicontarli, ma nel caso si tratta di una regola che è stata cambiata a dicembre del 2006, una regola che è sempre esistita e che noi abbiamo seguito, come nel passato, e che stiamo difendendo e che difenderemo. La Sardegna non perderà nulla e gli agricoltori quei soldi li hanno addirittura già avuti.
Si è dimenticato di dire una cosa: che mentre usciamo dall'obiettivo 1, grazie all'ottimo lavoro anche dell'assessore, la Sardegna esce e il mondo agricolo della Sardegna esce dall'obiettivo 1 con un taglio, rispetto al passato, di fondi, inferiore al 20%, dove c'è stato un momento in cui si aveva paura che si sarebbe perso oltre il 50-60% dei fondi. Quindi, noi stiamo facendo il nostro lavoro, siamo interessati a discutere di emergenze, sentiamo la responsabilità per farlo e lo stiamo facendo, ma siamo interessati a discutere, con chi ne vuol discutere, del futuro. Di che cosa fare perché l'acqua costi di meno, perché l'acqua costi di meno, non perché qualcuno continui ad avere un posticino. Perché l'agricoltura sia lavorare nei campi e non lavorare nei cento uffici che si occupano di agricoltura. Noi siamo per l'agricoltura nei campi, non per chi parla di agricoltura. Per chi parla di agricoltura forse può essere un problema, la modifica dei consorzi di bonifica; per chi lavora nei campi è largamente attesa e noi siamo interessati a far questo".

Assessore Foddis:
"No, prima che vada via, un'informazione, che mi sembra utile e importante, con il dibattito in corso. E' assolutamente non corretto il fatto che il bilancio regionale abbia minori risorse rispetto all'anno scorso, il bilancio regionale, per l'agricoltura, rappresenta 39.247.000 euro in più".

Presidente Soru:
"Lo vorrei dire in altro modo: gli agricoltori avranno molti più soldi dell'anno scorso, 39 milioni di euro. I consorzi di bonifica ne hanno di meno, però noi vogliamo dare i soldi agli agricoltori, non ai consorzi di bonifica".

Gianni Solinas (Agi):
"39 l'anno scorso?".

Assessore Foddis:
"Nel 2007, sul 2006, sono 39.247.000 dei fondi regionali".

Presidente Soru:
"Le dico anche il totale: passano da 128 a 168, di fondi regionali, poi ci sono tutti i fondi straordinari. Però, mi scusi, i fondi regionali passano da 128 a 168. 39 milioni in più, 40 milioni in più. Detto questo, 40 milioni in più che vanno agli agricoltori, poi qualcuno forse confonde gli agricoltori coi consorzi di bonifica. E' vero, ai consorzi di bonifica vanno meno soldi, ma in futuro vorremmo che ne gliene andassero ancora di meno, vorremmo che i soldi andassero dove devono andare.
Poi c'è un'altra cosa: il piano paesaggistico regionale. Il piano paesaggistico regionale, per chi avesse la pazienza di leggerlo - e ieri l'abbiamo chiarito ulteriormente in maniera da semplificarlo a chi non vuol leggere troppo e vuol leggere poche righe - non riguarda gli agricoltori, riguarda chi, eventualmente, vuol farsi una villa in campagna, ma quella è una cosa diversa. Gli agricoltori che vogliono fare le attività produttive, qualsiasi trasformazione edilizia che riguarda attività produttive in agricoltura, la possono fare, sia vicino al mare che lontano dal mare. Trasformazione edilizia vuol dire 'ex novo' anche. Trasformazione edilizia vuol dire prendersi un terreno e costruirci sopra, forse l'altra è ristrutturazione. Possono fare le ristrutturazioni, i restauri, ma possono anche fare una trasformazione edilizia, comprare una trasformazione urbana, che vuol dire costruire ex novo. Quindi, possono costruire il nuovo, anche vicino al mare, se si tratta di una cosa che serve per lavorare. Possono costruire persino la casa, ovunque, mentre chi non è agricoltore, certo, ha delle limitazioni, perché la campagna è fatta per gli agricoltori, non per andare ad abitare".

Massimiliano Rais (Sardegna Uno):
"Di agriturismo se ne possono fare?".

Presidente Soru:
"Anche l'agriturismo, l'abbiamo chiarito molto bene: badando a che cos'è un agriturismo però. Lo chiarisce l'articolo 9, delle direttive sull'edificazione rurale, del 1994. Possono fare tutti gli agriturismi che vogliono, però bisogna ricordarsi che cos'è un agriturismo e oggi se l'è dimenticato... nel 95% dei casi ci si è dimenticati cos'è un agriturismo".

Giangiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"Assessore, tutto questo va bene. C'è qualcosa che avrebbe voluto fare e non è riuscito a fare, o si pente di aver fatto, in questi due anni? Qualcosa che avrebbe voluto fare e non ha fatto in tempo a fare?".

Assessore Foddis:
"Ci sono tante cose…".

Presidente Soru:
"Glielo dico io che cosa non abbiamo fatto in tempo a fare. Lo so già che cosa non abbiamo fatto in tempo a fare: non abbiamo fatto in tempo a fare tutti gli O.p. Ma per fare gli O.p. noi possiamo provare a convincere, possiamo metterci più soldi, poi ci vogliono gli agricoltori e poi ci vogliono anche le organizzazioni degli agricoltori, che li mettano assieme e che ci aiutino a metterli assieme".

Giorgio Greco (Ansa):
"Bene, se dobbiamo sintetizzare, il Presidente ci sta dicendo che ieri è andata in piazza la Sardegna, non di ieri, ma di avantieri, e probabilmente è così. Ma, così come c'è la Sardegna di avantieri, che è andata in piazza, c'è un altro pezzo di Sardegna che è qui sotto, e anche questa è probabilmente, anzi, mi azzardo a dire, dal punto di vista personale, senza probabilmente, è anche questa un'altra Sardegna, come quella di ieri e di avantieri. Cosi come c'è, probabilmente, anche un'altra Sardegna, di avan'ieri, che sta protestando nel nuorese, eccetera.
Il problema è, che tutte queste 'Sardegne', ce le portiamo in questa Sardegna del futuro, o cosa ne facciamo? Questo è il punto: come portarcele?".

Presidente Soru:
"Certo che la dobbiamo portare, la dobbiamo portare viva, con pazienza e con impegno, e ce la stiamo portando. Ci dobbiamo portare il mondo dell'agricoltura, e noi, al di là delle manifestazioni, continuiamo a lavorare e a pressare, sul Banco di Sardegna in modo particolare, ad attivare la Sfirs, attivare i fondi della comunità regionale, per superare l'indebitamento in agricoltura. L'intero Consiglio regionale, l'anno scorso, ha approvato dei finanziamenti straordinari per il risanamento dei bilanci dei consorzi di bonifica e per far diminuire il prezzo dell'acqua.
L'Eaf ha abbattuto il prezzo dell'acqua ai consorzi di bonifica della Sardegna meridionale, la Giunta regionale ha sospeso definitivamente i pagamenti. Cioè, gestiamo le emergenze, perché vogliamo arrivarci vivi, però dobbiamo necessariamente costruire il futuro, dobbiamo necessariamente costruirlo e cambiare le regole, come lo stiamo facendo in agricoltura, nella formazione professionale. Stasera credo che non ci saranno più neanche loro".

Gianni Solinas (Agi):
"Ieri, giustamente, diceva che le organizzazioni degli agricoltori creano degli interessi forti, se ho ben capito……. Quindi hanno organizzato questa manifestazione".

Presidente Soru:
"Le dico meglio: la Coldiretti nazionale è contro queste modifiche dei consorzi di bonifica. In Sardegna sta avvenendo, prima che in altre regioni italiane, una buona modifica dei consorzi di bonifica e c'è una paura".

Gianni Solinas (Agi):
"Sì, però scusi, signor Presidente, c'erano 3.000 persone in piazza".

Presidente Soru:
"Quante?".

Gianni Solinas (Agi):
"3.000 hanno detto".

Presidente Soru:
"Accidenti, sono 40.000 le aziende agricole...".

Gianni Solinas (Agi):
"Quindi quei 3.000 erano tutti quanti, in qualche modo, subornati o...?".

Presidente Soru:
"No, per carità, erano persone sincere, che portano un loro disagio. Ma disagi per i quali si sta lavorando. Ma le ho anche segnalato una cosa: il disagio, per esempio dei… il disagio principale che io ho incontrato, degli agricoltori, alla fine, ieri. Uno era amministratore e agricoltore, un altro era amministratore, impiegato dell'Ersat e agricoltore, per assurdo.
Questo agricoltore mi diceva: 'Sì, ma io non ce la faccio, ho bisogno di un aiuto, perché altrimenti non ci arrivo vivo domani'. Quello che mi dispiace è che quell'aiuto noi glielo vogliamo dare, anche già da un mese. Abbiamo i soldi a disposizione e nessuno ci ha detto a chi darli. E lo possiamo dare, perché siamo autorizzati dal Governo italiano, e perché è riconosciuto dall'Unione europea.
Abbiamo detto che abbiamo i soldi. Abbiamo detto alle organizzazioni: 'Diteci come dividerli', e nessuno ci ha detto niente, da un mese. E ieri si diceva: 'Perché non aiutate l'agricoltura?' No, la domanda è mia: 'Perché non ci dite chi dobbiamo aiutare degli agricoltori?'. Visto che abbiamo i soldi a disposizione, ve lo abbiamo già detto. Cioè, la domanda è mia: 'Perché non ci dite come dobbiamo spendere i soldi che abbiamo già messo a disposizione?'.
Grazie mille, arrivederci".

Gianni Solinas (Agi):
"Assessore, volevo chiederle soltanto un chiarimento mio, scusi, solo questo, una domanda tecnica proprio, per quanto riguarda i Por. Lei diceva: sono stati dati 66 milioni di anticipazione, il che vuol dire che non possono essere ricontati, il che vuol dire che praticamente, quanti sono? Ottanta milioni i soldi per....?".

Assessore Foddis:
"La sua domanda comporta l'esigenza di spiegare che stiamo accavallando due cose diverse. Uno è il problema della rendicontazione, che dev'essere fatta all'Unione Europea sulla spesa programmata al 31.12.2006. Al 31.12.2006, noi avremmo dovuto raggiungere una spesa di 529 milioni di euro. La spesa realmente sostenuta dall'assessorato è di 521 milioni di euro, quindi abbiamo speso 8 milioni in meno".

Gianni Solinas (Agi):
"I fondi europei?".

Assessore Foddis:
"Stiamo parlando dei fondi Feor, fondi europei, ok? Quindi abbiamo speso 8 milioni in meno. Una è la spesa, un'altra cosa è la rendicontazione. Se le regole del gioco fossero rimaste come al 31.12.2005, la spesa realmente sostenuta, di 521, sarebbe stata anche rendicontazione.
Cos'è successo? Che a dicembre del 2006, a seguito di una sentenza della Corte di giustizia, il Governo italiano scrive alle regioni e dice: guardate che non si possono più rendicontare le anticipazioni che sono state date agli agricoltori. Parlo di dicembre 2006. Per cui noi, nella rendicontazione, su quei 521 di spesa realmente sostenuta abbiamo dovuto stralciare quanto agli agricoltori era stato dato, come anticipazione, e non a fronte di fatture, chiamiamole, o collaudi realmente effettuati. Per cui, i 66 milioni non rendicontati venivano, non da spesa non effettuata, ma da spesa effettuata ma non rendicontabile".

Gianni Solinas (Agi):
"Non rendicontabile, ecco, adesso l'ho capito bene, è stato chiarissimo. Cioè, quindi sono spese effettuate non rendicontabili?".

Assessore Foddis:
"66 milioni".

Giangiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"Un'ultima domanda: ma chi glielo ha fatto fare?".

Assessore Foddis:
"Me lo chiedo ogni mattina".

Giangiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"Perché ci rimette anche da un punto di vista finanziario?".

Assessore Foddis:
"Me lo chiedo ogni mattina, ma la risposta sta nell'invito del Presidente, che mi ha detto: lo devi fare con spirito di servizio".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Assessore, la lingua blu. Siamo in attesa di un vaccino che non parte, quindi c'è un po' di disorientamento".

Assessore Foddis:
"Siamo in attesa della firma del piano vaccinale, che è stato predisposto. La Cia e la Confagricoltura lo hanno firmato, siamo in attesa che la Coldiretti lo firmi".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Beh, potete andare avanti anche così, no?".

Assessore Foddis:
"Infatti. Ieri in Giunta, con l'assessore Dirindin…".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Non trinceriamoci dietro le organizzazioni, anche sulle scelte…".

Assessore Foddis:
"No, per carità. Ieri, con l'assessore Dirindin infatti, abbiamo concordato che, avendo la Cia manifestato comunque l'intenzione di firmarlo, il fatto che non lo abbia ancora firmato è solo un fatto di impegno proprio, temporale...".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"In quanto tempo si riuscirà a fare? Si inizierà all'inizio di aprile?".

Assessore Foddis:
"Questa, ripeto, è un'attenzione maggiore all'assessore Dirindin".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Parliamo di ristori. Il Presidente parla di sussidi, in realtà bisogna parlare anche di, come succede per le assicurazioni, la macchina, bisogna parlare anche di rimborso. Per la lingua blu, il dieci scadono i termini per presentare le domande, però siamo ancora in esercizio provvisorio?".

Assessore Foddis:
"No, non succede niente. Io e lei abbiamo avuto modo di parlarcene anche al telefono, qualche settimana fa, forse un mese fa. Nel senso che, da parte dell'assessorato alla Sanità, sono già stati comunicati, diciamo, gli aventi diritto, sulla base delle rilevazioni".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Però i soldi ai Comuni, quando glieli potrete dare? Dopo l'approvazione della finanziaria?".

Assessore Foddis:
"No, chiedo scusa, i soldi ai Comuni noi li mandiamo quando il Comune ce li chiede, perché il meccanismo, anche questo glielo dissi, forse non sono stato sufficientemente chiaro, le dissi che i Comuni, adesso, sulla base delle domande che chiudono al 10 di aprile, debbono fare il conto della serva e dire: 'Ho ricevuto domande pari a tot. Cara Regione, mandami tot più un margine di cautela', e noi in quel momento siamo pronti, fosse necessario, se ancora non è sbloccata diciamo la finanziaria, a poter fare una delibera con i quattro dodicesimi dell'esercizio provvisorio e quindi, immediatamente, mandare le risorse. Anche perché, lei sa benissimo, abbiamo dieci milioni a disposizione, che sono pronti ad essere utilizzati".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Ci manca solo questo miraggio dei tagli".

Assessore Foddis:
"No, però con l'esercizio provvisorio".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"No, ma dico, in mezzo a tutti i problemi che hanno, ci manca solo quello".

Assessore Foddis:
"Certo, certo, su questo… per carità".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Per non rischiare di fare disinformazione, non vorrei che il Presidente fosse usato per slogan, vediamo meglio il discorso del Ppr".

Assessore Foddis:
"Il discorso del Ppr, sì".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Relativamente alle aziende agricole".

Assessore Foddis:
"Ieri, perché glielo dico questo, mi sono permesso io di fare un appunto affianco al Presidente, perché ieri, a seguito anche, così, di qualche osservazione formale, non soltanto, chiamiamola 'rivendicazione della manifestazione'. A seguito di osservazioni, formalmente pervenutemi, da parte di diversi operatori che avevano presentato domanda per gli agriturismo, ieri, nel predisporre quella circolare, chiamiamola di chiarimento, abbiamo dedicato una parte della circolare anche agli agriturismo, precisando che non c'è alcun vincolo, rispetto a quella che sembrava inizialmente l'interpretazione data da molti uffici, che doveva trattarsi soltanto di ristrutturazione di strutture preesistenti. No, anche nuovi, e per meglio precisare questo fatto abbiamo citato l'articolo 9 di questo Dp, di questo decreto del '94, non chiedetemi adesso esattamente il numero, nella quale è molto specificato che cosa si intende per…".

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Che non ci siano vincoli cosa vuol dire? I due chilometri non esistono più? Non esiste più l'ambito costiero? Che cosa succede?".

Assessore Foddis:
"No, la cosa, il vincolo esatto… mah, forse per migliore specificazione, magari, è meglio rimandare alla lettura di questa…"

Emanuele Dessì (L'Unione sarda):
"Ecco, ma c'è questa precisazione?".

Assessore Foddis:
"Credo che dovesse essere già in Internet. Ieri è stata approvata Abbiamo finito ieri notte a mezzanotte, abbiamo finito a mezzanotte, non so se poi l'ufficio, ieri notte, ha fatto in tempo a metterla in Internet. Certamente la troverete stamattina, e questo è un fatto importante. Ripeto, la cosa sulla quale, evidentemente, poniamo molta attenzione, è che, realmente, l'attività agriturismo sia un'attività connessa a quella agricola e non di quelle cose alle quali, purtroppo, ciascuno di noi da comune cittadino si ritrova spesso: ecco, questa è la cosa importante.
Io adesso, magari non ho avuto modo… sul fatto dell'indebitamento, stante la situazione, come posso dire…".

Massimiliano Rais (Sardegna Uno):
"È da vent'anni…".

Assessore Foddis:
"Lo so, però lo stiamo affrontando con un'altra determinazione, perché se lei nota, qua c'è la corrispondenza, che io ho mandato alle organizzazioni agricole, il 7 di marzo, guardi, dove c'è la lettera al Banco di Sardegna, dove gli diciamo che siamo pronti, con risorse regionali, a fa parte del…".

Massimiliano Rais (Sardegna Uno):
"Questa è una novità, perché prima non gli rispondevate".

Assessore Foddis:
"Infatti, gli abbiamo scritto. Il Banco di Sardegna ci risponde, guardi, glielo lascio per dire che non ho mica niente da nascondere. Glielo lascio. Il dottor Dessì ce l'ha, quindi sa bene come stanno le cose.
Però io adesso, a mezzogiorno, ho l'incontro con la direzione generale del Monte Paschi Siena, il quale ha manifestato interesse a sostituirsi al Banco di Sardegna nel rilevare le partite in contenzioso, e quindi instaurare una collaborazione diversa. Quindi, non ci stiamo fermando al Banco di Sardegna, che probabilmente ha interessi, che ha interessi legati anche a bilanci e certificazioni, visto che sta trattando la fusione con la Banca popolare di Milano, per cui, forse, portarsi il portafoglio in situazioni di un certo tipo può essere, così, non molto comodo.
Però noi stiamo trattando, io ho già avuto degli incontri. Oggi ho il direttore generale del Monte Paschi Siena in ufficio, col quale abbiamo avviato un rapporto che possa consentirci… peraltro, il Monte Paschi Siena, formule di credito agli agricoltori, specifico, specializzato, le fa con la sua banca chiamata 'banca verde'. La Regione Toscana ha chiuso diversi accordi, da questo punto di vista, vediamo se non hanno, concretamente, proposte da farci.
Una precisazione, rispetto a quello che ha detto il Presidente, due precisazioni. Sulla dop del carciofo spinoso, purtroppo non siamo in grado di portarlo avanti, perché non c'è un numero di aziende, che partecipano, che aderiscono, sufficiente a raggiungere quel quorum che la norma prevede. Ecco, questo mi piaceva precisarlo".

Massimiliano Rais (Sardegna Uno):
"Poi ha parlato di un concentramento dell'80% del latte ovino…".

Assessore Foddis:
"Della cooperazione. Fatto il latte cento, cinquanta è della cooperazione. Di questo cinquanta della cooperazione, fra la Op di Macomer e la Op di Cau, di Siamanna, ci avviciniamo all'ottanta per cento della quota che grava su quella cooperazione".