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Conferenza stampa su sospensione bilancio 2006 da parte della Corte dei Conti

Cagliari, venerdì 29 giugno 2007, sala Giunta
Presidente Soru:
"Con il passare delle ore abbiamo un pochino riflettuto sulle relazioni che ci sono state consegnate ieri e mentre non abbiamo ancora ricevuto il provvedimento che ci sarà consegnato nelle ore successive, nelle prossime ore. Oltre ad averne riflettuto naturalmente ne abbiamo parlato con il consulente della Regione, con i costituzionalisti che anche in altre occasioni hanno assistito la Regione, che hanno assistito la Regione anche nella vertenza delle entrate, in tutte le vicende che ci hanno riguardato in questi anni, uno tra questi è il professor Carrozza ordinario di Diritto costituzionale presso l'Università di Pisa che ha scritto una lettera veloce che posso rendere pubblica, che renderò pubblica, che ho fotocopiato, quindi dice che la posizione del consulente della Regione e la posizione della Regione che dice in sostanza questo, io credo che la Corte dei Conti abbia fatto un attacco politico alla Regione, l'ho già detto ai diretti interessati e lo ribadisco, un attacco politico grave o quanto meno una volontà di protagonismo eccessiva non più in linea con i tempi e nemmeno con i compiti chiaramente attribuiti alla Corte dei Conti, un protagonismo che non aiuta la trasparenza dell'attività della Pubblica Amministrazione e la corretta informazione dell'opinione pubblica, ma anzi rischia di inquinarla e di inquinare anche la possibilità di trasferire alla pubblica opinione la corretta informazione sugli sforzi di risanamento della Amministrazione regionale, trasferire alla pubblica opinione tempestivamente la qualità e lo stato della pubblica amministrazione ragionale credo che non aiuti e credo che sia utile aspettare i prossimi mesi per capire cosa accada. Peraltro sorprende a distanza di ore capire con chiarezza cosa è successo ieri alla Corte dei Conti perché è evidente che non c'è stata unanimità e convergenza fra i pareri poi pur nella presenza di pareri discordi tra la Procura a e la Corte, si è deciso di prendere un provvedimento che si sapeva che avrebbe potuto suscitare molte perplessità nell'opinione pubblica e credo che maggior prudenza avrebbe potuto usare la Corte soprattutto in presenza di pareri discordanti persino tra di loro. E allora, il primo punto, vorrei far chiarezza coi sardi. Si è parlato del bilancio del 2006 e si è sospesa la parificazione perché la Corte ha eccepito l'iscrizione di 500 milioni di Iva, dovuti per gli anni 2004, 2005 e 2006, che ci sono stati riconosciuti finalmente con ritardo dallo Stato in seguito alla vertenza delle entrate, e che opportunissimamente la Regione ha messo nel bilancio del 2006. La Corte ha ritenuto, sbagliando - e ne sono totalmente convinto, io e i consulenti della Regione, sbagliando anche grossolanamente, e ci dispiace che non abbia tenuto conto del parere bene espresso dagli uffici nei giorni precedenti -, ha ritenuto che, poiché 500 milioni di euro lo Stato li pagherà comunque in 20 anni, si sarebbero dovuti iscrivere non tutti nel 2006, avendo la certezza del credito e la certezza della competenza, e il bilancio della Regione è un bilancio di competenza, e non di cassa, hanno ritenuto che si sarebbero dovuti iscrivere di anno in anno. Questa posizione della Corte è diversa dalla posizione espressa nella requisitoria del dottor Scano, che infatti a pagina 26 afferma esattamente il contrario. Quindi la stessa Corte dei Conti, per voce del dottor Scano a pagina 26 della sua requisitoria dice: 'Si ritiene che negli esercizi di riferimento sia stata appurata la ragione del credito, il suo esatto ammontare e la persona del debitore, a nulla rilevando che il procedimento di acquisizione delle entrate per gli importi stabiliti giunga a compimento per espressa disposizione di legge in ciascuno degli anni considerati'. Cioè 'a nulla rileva' che il pagamento poi avvenga negli anni desiderati. Per ci credo che la Corte dei Conti ieri si è mostrata con due volti e con due opinioni, quella del suo procuratore e quello della Corte. E poi è chiaro che l'opinione definitiva gliela darà la Corte Costituzionale, e siamo tranquillissimi di questo. Sono talmente tranquillo anche perché la posizione del giudice Leone per come è stata articolata, dal nostro punto di vista naturalmente, giudicherà la Corte Costituzionale, ma anche dal punto di vista della Procura della stessa Corte dei Conti, dal punto di vista della dottrina direi, è manifestamente sbagliato, e mi risulta che abbia sbagliato diverse volte il giudice Leone, accusando ingiustamente altri amministratori pubblici in una serie di giudizi aperti che hanno costretto gli amministratori a difendersi, a spese dell'erario, e causando, sì, forse delle spese non dovute. E quindi credo che sia stato in altre occasioni estremamente, forse, affrettato direi. E sono certo che si manifesterà affrettata questa posizione anche questa volta. Abbiamo cercato di spiegarglielo, evidentemente non ci siamo riusciti: il bilancio della Regione, lo hanno scritto loro stessi, è un bilancio per competenza. Non avremmo modo di iscrivere nel bilancio della Regione del 2007 un rateo di Iva che incassiamo nel 2007 ma che riguardava per competenza il 2006. Non vorrei tediarvi con tecnicismi che ci portano fuori luogo. Comunque, a me preme evidenziarvi che, avendo letto le relazioni, è chiarissimo che la posizione del procuratore generale della Corte dei Conti contraddice la posizione del Tribunale. E quindi, avendolo ulteriormente verificato come abbiamo fatto con l'aiuto dei costituzionalisti che ci assistono, siamo certi che la Corte costituzionale ci renderà giustizia. Nel frattempo nulla cambia e nulla succede per il bilancio della Regione e nella normale attività della Regione. Poi c'è un altro tema: che è la storia dell'anticipazione delle entrate per il finanziamento del disavanzo. Io non so se sia sufficientemente chiaro e sufficientemente chiarito ai sardi, e quindi lo voglio richiarire. Quella discussione non riguarda il finanziamento del disavanzo del 2006, che è stato di appena 140mila euro, dopo che appena due anni prima la Regione in un solo anno aveva un disavanzo di un miliardo e tre, quindi si è ridotta del 90% quasi in due anni. Il finanziamento del disavanzo di cui si è discusso ieri, quel miliardo e mezzo, riguarda il disavanzo che la Regione ha accumulato nell'anno 2000, 2001, 2002, 2003, 2004, con una serie di deficit annuali, di disavanzi annuali, che sono cresciuti in maniera esponenziale, come la stessa Corte dei Conti ha rilevato ieri, c'è una tabella. Allora, tutta la discussione – per questo suggerirei ai colleghi del centrodestra di frenare l'entusiasmo – perché tutta la discussione riguarda come finanziare il disastro che loro hanno lasciato alla Sardegna riconsegnando la Regione nel 2004. Non è che stiamo parlando di come finanziare i buchi del centrosinistra, stiamo parlando di come finanziare i buchi, il disastro che il centrodestra ha lasciato alla Sardegna. Non stiamo parlando del bilancio del 2006, stiamo parlando del bilancio del 2001, 2002, 2003 e 2004, come la stessa Corte dei Conti ha ricordato. Allora, la Corte dei Conti ieri ha chiarito che secondo la sua opinione, quel disavanzo va finanziato con l'apertura di nuovi mutui, l'autorizzazione di mutui e l'apertura di nuovi mutui. E dice questo elaborando erroneamente senza tener conto della legge regionale di bilancio e senza tenere conto di un approfondimento che lo Stato ha fatto, chiarendo che questa manovra non solo era legittima ma era stra-opportuna, ed era una manovra di rigore e di risanamento finanziario. Contravvenendo il parere dello Stato sullo stesso argomento, la Corte dice: ci sono tre miliardi di euro che negli anni passati hanno accumulato di disavanzo il centrodestra – questo dice la Corte – questi tre miliardi di euro di disavanzo lo dovete finanziare prendendo altri tre miliardi di mutui, così che ai tre miliardi di mutui che il centrodestra ha creato in Sardegna si devono aggiungere altri tre miliardi e 200milioni di euro di mutui.

Questa amministrazione regionale ha cercato e cerca di fare una cosa diversa: ripaga i debiti finanziari che ci sono stati lasciati, ci sono tre miliardi di mutui e li stiamo pagando, gli altri hanno fatto i mutui, noi non li facciamo e paghiamo i mutui degli altri, tant'è anche nell'ultimo bilancio 370 milioni di euro di mutui degli altri, quindi anziché fare nuovi mutui stiamo ripagando quelli vecchi poi il disavanzo ulteriore anziché finanziarlo con nuovi mutui noi lo vorremo finanziare risparmiando dalle maggiori entrate che ci siamo conquistati la Corte attaccandosi ad una scorretta interpretazione di norme, di norme di bilancio vecchie e superate da uno Stato che non vuole più fare la contabilità finanziaria, ma sempre più si sta spostando sulla contabilità economica che è la sola capace di dare effettiva comprensione di quello che accade. La Corte ci dice, 'no è meglio che prendiate i mutui, che pagate gli interessi anziché risparmiare soldi', la cosa assurda assolutamente insostenibile proprio è che il tema della politica economica in questi ultimi trent'anni è stato quello del contenimento del debito pubblico, del rientro dal debito pubblico, del contenimento della spesa per interessi e noi che in Sardegna vogliamo contenere il debito e quindi non fare nuovi mutui, contenere la spesa per interessi, ancora non fare nuovi mutui e non pagare più interessi, ma pagare il disavanzo lasciato dal centrodestra utilizzando una parte delle entrate future di cui c'è certezza grazie alla nuova legge di compartecipazione questo per la Corte dei Conti è sbagliato, io credo che qualcuno abbia avuto con un errato senso di protagonismo cercare di togliere dall'attenzione dell'opinione pubblica che dal 2000 al 2004 si sono creati tre miliardi di mutui in Sardegna e altri tre miliardi di disavanzo e che noi stiamo pagando quei mutui e non stiamo creando nuovo disavanzo anzi lo stiamo diminuendo e ancora il bilancio del 2006 a detta del procuratore generale dott. Scano è legittimamente costruito e la discussione che rimane, semmai, e sul pagamento, la copertura dei disavanzi che sono stati realizzati dal governo di Pili, dal governo di Masala e dal governo di Mario Floris negli anni 2000–2004. Quindi, questo è lo stato dei fatti oggi in Sardegna, capisco che a volte c'è una percezione diversa dei fatti e di questo naturalmente me ne dolgo totalmente, me ne dolgo totalmente perché rischiamo di far arrivare all'opinione pubblica una visione totalmente distorta dove, chi in cinque anni ha costruito quasi 5 miliardi di disavanzo fa finta di esultare, di che cosa esulta? Ancora del disastro che ha fatto? e chi sta ripagando i debiti degli altri sembra essere messo sotto giudizio della Corte dei Conti allora mi chiedo veramente, ma che Corte dei Conti è questa, dove era la Corte in quegli anni? E che Corte dei Conti è se non riesce a spiegare sufficientemente anche a voi che stiamo parlando di risanamento del disavanzo creato dagli altri governi regionali e se non riesce a spiegare a sufficienza che questa Regione sta pagando i debiti degli altri e non ne sta realizzando dei nuovi e se davanti ad un un'opinione totalmente diversa tra il procuratore generale e tra la maggioranza della Corte, totalmente diversa rispetto alla dottrina prevalente e rispetto alle leggi di questa Regione prende un provvedimento io direi con una leggerezza eccessiva, e naturalmente mi fa concordare massimamente, come diceva il professor Carrozza, con l'opinione del professor Cassese, che questo Istituto della parificazione del nulla è effettivamente superato. E ci sarà un momento in cui, in Sardegna come nelle altre regioni d'Italia, non si farà più.
Dico parificazione del nulla perché la parificazione si faceva laddove esisteva ancora il controllo preventivo della Corte dei Conti, e il giudizio di parificazione era la parificazione che quello che veniva fatto corrispondesse effettivamente a quello che era stato preventivamente autorizzato.
Oggi non c'è più nulla di preventivamente autorizzato, quindi di fatto non c'è più nemmeno nessuna parificazione da fare, e forse sarà utile, questa discussione, per comprendere il ruolo della Corte dei Conti anche in Sardegna, nel futuro.
Naturalmente sono a disposizione per qualsiasi vostra domanda".

Giuseppe Meloni (L'Unione sarda):
"Presidente, lei ha parlato all'inizio di attacco politico alla Regione, e se non sbaglio è la prima volta che la Corte dei Conti pone il suo veto a un bilancio?".

Presidente Soru:
"Mi scusi, mi scusi. Lo vede che difficoltà abbiamo tutti di spiegare alla gente?".

Giuseppe Meloni (L'Unione sarda):
"Come se lo spiega?".

Presidente Soru:
"No, mi scusi… che dobbiamo fare? È una lotta infinita. Voi avete il dovere… siccome stiamo parlando di cose serie, lì fuori abbiamo un milione e 640mila sardi che hanno diritto a essere informati bene, dovete fare una sintesi che sia sufficientemente precisa.
La Corte dei Conti non boccia il bilancio della Regione, sospende il giudizio, chiedendo il giudizio della Corte costituzionale, che è una cosa molto diversa. Precauzione avrebbe voluto, magari, che avesse sospeso il giudizio sulla partita che non gli era chiara, anziché eventualmente sospendere il giudizio su tutto. Però ha deciso così, e poiché ha deciso così, io considero che forse ha preso una decisione un po' troppo affrettata, e forse se ha deciso così aveva un motivo per farlo, che prima o poi spiegherà ai sardi. Io credo che ci sia un motivo di protagonismo, direi un po' sbagliato.
Quindi non boccia il bilancio, sospende il giudizio e chiede il giudizio della Corte costituzionale su due punti: la corretta iscrizione dell'Iva, la corretta copertura del disavanzo. Come ho detto prima, sulla corretta scrittura dell'Iva persino il procuratore generale concorda con la posizione della Regione, e quindi anche per questo motivo, visto che ci sono due posizioni in due relazioni diverse, dello stesso giorno, forse un po' di prudenza in più sarebbe stata auspicabile. Per quanto riguarda invece il milione e mezzo, credo che sarebbe stato giusto che la Corte, proprio per il timore che qualcuno semplifichi un po' troppo, come anche lei facendo il suo lavoro ha fatto, perché è il suo lavoro, ma il lavoro della Corte dei Conti è di fare trasparenza sull'andamento dei bilanci della Regione. Allora avrebbe dovuto dare un contributo di trasparenza e chiarire che stiamo parlando dei deficit accumulati, dal 2000 al 2004, del disavanzo di quasi 5 miliardi che è stato creato in quegli anni lì. Avrebbe dovuto dire a chiarissime lettere in quegli anni e a chiarissime lettere ieri, avrebbe dovuto dire, che stiamo parlando di un tentativo di coprire quei disavanzi lì, un tentativo che non generi altro debito pubblico, che è lo stesso tentativo dello Stato. Un tentativo di coprire quel disavanzo senza che si generino altri interessi sul debito pubblico, che è lo stesso tentativo dello Stato: ed è perché questa è una politica che toglie margini di manovra all'amministrazione regionale, che toglie gradi di libertà, che impone maggior rigore all'amministrazione regionale, è stata vista dallo Stato non solo legittimamente, ma opportuna".

Fabrizio Fois (Ansa):
"Presidente, mi sembra di capire, al di là della situazione contingente, che secondo lei la Corte dei Conti è un organismo...".

Presidente Soru:
"Io non ho detto questa cosa, ho detto che il giudizio di parificazione sicuramente è da superare. L'ha detto peraltro persino il Presidente della Corte ieri, da quello che ho capito, no? Ha detto che, certo, non sono più i tempi di quella cerimonia in cui c'è un tribunale, gli altri in piedi perché non hanno nulla da sanzionare, e non hanno più da sanzionare nessuna parificazione, non avendo più nessuna competenza nell'autorizzazione preventiva.
E allora, c'è piuttosto da avere un rapporto di collaborazione, un rapporto di collaborazione che si può esplicare su singoli punti durante l'anno. Ma direi che ieri, mi sembra che non è che abbiano mostrato una voglia di collaborazione, perché avendo anche loro una posizione diversa, forse avevano il dovere di maggior prudenza. Ma ripeto, sono tranquillissimo sull'Iva e sono tranquillo se riesco a chiarire ai sardi la verità, che stiamo parlando di come coprire il disavanzo del centrodestra, che esultava quando dissestava le casse dei sardi e scioccamente esulta anche oggi, per la seconda volta".

Flavia Corda (Rai 3):
"Scusi Presidente, la relazione di Scanu, il procuratore regionale, si conclude comunque dicendo: il conto del bilancio appare formalmente regolare, fatta eccezione appunto per la partita dei 1500 milioni di euro, in carenza, per i motivi precedentemente esposti, di alcune ragioni giuridiche e del relativo credito nei confronti dello Stato. Cioè, in sostanza, non è accertato che lo Stato vi debba dare, sostanzialmente, queste somme. La Corte dei Conti rileva che non c'è il titolo giuridico per determinare queste future entrate, quindi, in previsione adesso del giudizio della Corte costituzionale, il vostro ufficio legale dovrà costituire una memoria, una sorta di memoria costitutiva appunto, per sostenere questa vostra tesi. Cosa farete?".

Presidente Soru:
"Le rispondo subito. È opportuno leggere con attenzione le ultime righe della nota del procuratore Scanu, il quale appunto, rileva come unica difficoltà quel milione e mezzo e non l'Iva e quindi chiarisce ulteriormente quello che ho cercato di dirle prima, che ha avuto una posizione opposta a quella della corte dei conti sull'Iva.
Su quel milione e mezzo il procuratore Scanu pensa, ritengo anzi, per quello che abbiamo capito fino a oggi, che non esista il titolo giuridico… mi scusi, è importante, che non esistesse il titolo giuridico alla data in cui la legge di assestamento di bilancio è stata approvata, e cioè il 28 di dicembre. Ma il 28 di dicembre la legge finanziaria dello Stato, che ci dà il titolo giuridico con la nuova regola di compartecipazione, era già stata approvata, credo da circa due settimane, ed è entrata in vigore il primo di gennaio. È entrata in vigore il primo di gennaio e per sempre, per gli anni a venire.
Quindi, non esisteva il titolo giuridico forse il 28 di giugno, noi riteniamo che esistesse anche il 28 di dicembre, esistesse anche allora, perché la legge era stata già approvata, e poi è stata effettivamente… era anche promulgata, ed è entrata in vigore poi il primo gennaio, con la pubblicazione nella gazzetta ufficiale.
Però, ancora una volta, alla corte dei conti di oggi cosa interessa? Allo Stato che cosa interessa? Il formalismo anche quando ci porta nelle direzioni sbagliate? O interessa di diminuire il debito pubblico e diminuire gli interessi? Io credo che interessi diminuire il debito pubblico e diminuire gli interessi, in un percorso anche di aggiornamento delle leggi di contabilità dello Stato, che si stanno spostando dalle leggi della contabilità finanziaria, e cioè la pedissequa cassa di chi non conosce la contabilità, alla contabilità economica, che sta diventando obbligatoria in tutti gli organismi dello Stato".

Flavia Corda (Rai 3):
"Di leggi inadeguate? Di norme inadeguate?".

Presidente Soru:
"Di norme che sono appunto anche in corso di perfezionamento, perché certamente sono inadeguate: certamente la contabilità finanziaria dello Stato si è vista totalmente inadeguata e si sta spostando verso la contabilità economica".

Giuseppe Meloni (L'Unione sarda):
"Presidente, se non ho capito male, lei prima ha fatto riferimento al fatto che la corte non avrebbe tenuto conto, oltre che delle divergenze interne, anche dei pareri degli uffici, arrivati negli ultimi giorni. Di quali uffici…".

Presidente Soru:
"Certo, degli uffici del bilancio, della ragioneria e del bilancio. Prima della riunione di ieri io stesso ho partecipato ad una riunione, mi pare di una settimana prima, dieci giorni prima. Non mi ricordo come tecnicamente si chiami questa riunione, in cui… magari ce lo facciamo dire...".

Flavia Corda (Rai 3):
"Cioè? Sono delle audizioni? Cosa sono?".

Presidente Soru:
"Adesso le dico tecnicamente di cosa si tratta, per me era la prima volta che vi partecipavo: in cui loro ci hanno letto di fatto la loro relazione, la relazione dell'avvocato, che poi doveva essere ancora discussa dentro il collegio. Poi evidentemente il collegio ha ritenuto di approvarla, non so se è stata parzialmente modificata o meno. Comunque, in quella relazione noi ci siamo presentati con le controdeduzioni, con le deduzioni degli uffici. Evidentemente non sono state prese in considerazione, ritenendo di rimanere su quel punto di vista, soprattutto sull'Iva, anche contrariamente al punto di vista di almeno un'altra parte della Corte dei Conti di Cagliari.
Quella parte per me è la parte più importante, perché è la parte di cui siamo responsabili noi, il bilancio del 2006. L'altra sono responsabili degli altri.
La nostra unica responsabilità è di voler risparmiare soldi sugli interessi e fare in modo che i soldi dei sardi non si spendano in interessi con le banche, la nostra sola responsabilità è di voler diminuire più velocemente i debiti che gli altri hanno lasciato".

Fabrizio Fois (Ansa):
"Posso? Ci siamo visti ieri, 24 ore fa, qui, e lei ha osato tutt'altri toni insomma. Volevo sapere che cosa è cambiato in 24 ore, se è arrivato questo parere solamente…".

Presidente Soru:
"In 24 ore ho avuto anche modo di leggerle quelle cose, che prima avevo solamente sentito, e siccome non è facilissimo cogliere… per esempio, in prima battuta mi era sembrato di cogliere alcune differenze…".

Fabrizio Fois (Ansa):
"Anche sull'Iva, lei ieri ci ha detto…".

Presidente Soru:
"Mi scusi, mi sembrava appunto che … ieri sull'Iva le ho detto che Scanu le aveva rilevate, poi rileggendo con attenzione rilevo che alla pagina 22, non solo le ha rilevate, ma le ha rilevate con una posizione contraria a quella della Corte. Quindi le ha rilevate, con una posizione contraria".

Fulvio Dettori (Direttore generale della Regione):
"Presidente: verifica rendiconto R.A.S. 2006, la riunione del 13 giugno, si chiama così tecnicamente".

Presidente Soru:
"Sì, si chiama così: la verifica del rendiconto R.A.S., e poi ecco, invece la riunione di ieri è il giudizio di parificazione. Quindi, durante la verifica del rendiconto R.A.S., noi abbiamo presentato i nostri commenti".

Flavia Corda (Rai 3):
"Ecco, quindi mi sembra anche abbastanza chiaro che voi decidete adesso di attendere il giudizio, e poi eventualmente portare avanti…".

Presidente Soru:
"Mi scusi, non solo attendo il giudizio, ma lo attendo in totale serenità, in totale serenità".

Flavia Corda (Rai 3):
"Però, diciamo, nel caso di una decisione negativa dovrete procedere a un assestamento di bilancio, successivamente quindi al giudizio, e se il giudizio della corte costituzionale arrivasse in tempi molto lunghi, o addirittura in prossimità delle prossime elezioni regionali, non rischiate di andare incontro…".

Presidente Soru:
"Così tanto tempo?".

Flavia Corda (Rai 3):
"Beh, potrebbe metterci anche un anno".

Presidente Soru:
"No, noi chiederemo di fare il più presto possibile, chiederemo di fare in fretta e sono certo che faranno in fretta".

Giuseppe Meloni (L'Unione sarda):
"Presidente, da cosa nasce il suo convincimento di questo attacco politico?".

Presidente Soru:
"Dalla lettura. Peraltro, istintivamente, questa cosa l'avevo già detta all'avvocato Leone, o al giudice Leone, in quella riunione del 13 giugno, perché…".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"Aveva fatto capire che ci poteva essere un rovesciamento come quello di ieri?".

Presidente Soru:
"Beh scusi, in quella riunione hanno letto una relazione simile a quella che è stata presentata ieri. Vabbè, ad ogni modo…".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"No, no, dica, ci lascia così adesso? Lo dica, lei ci lascia col dubbio, no?".

Presidente Soru:
"Più di quello che le ho detto?".

Roberta Mocco (L'Unione sarda):
"No, dica cosa stava pensando".

Presidente Soru:
"Gliel'ho detto. Basta leggere l'italiano, no? Perché una cosa si può raccontare in maniere diverse. Io posso vedere un bicchiere mezzo pieno e un signore può dire: quel bicchiere è mezzo vuoto, punto. Un altro può dire: è mezzo pieno. E' certo un bel passo avanti visto che due anni fa era totalmente vuoto.
Qui non solo si dimentica di dire che è mezzo pieno, ma si dimentica, ed è più colpevole, di ricordare, in maniera che si dia trasparenza nell'attività della pubblica amministrazione all'opinione dei sardi, che due anni fa era totalmente vuoto, e siccome tutta la relazione è costruita con questa tecnica, di dimenticare, far finta di non ricordare da dove si parte, e far finta di non vedere bene o di non ricordare mai le cose che son state fatte, e le cose che son state fatte le riassumerei in questo: tra il 2000… è stato ricordato anche dalla corte dei conti nell'ultima pagina ieri, quella fatta dal giudice Mistretta, quella parte di relazione, che il deficit medio dell'ultima legislatura è circa 908 milioni all'anno, per cui in cinque anni fanno 4 miliardi e mezzo, 5 miliardi di deficit, che vengono realizzati. Noi nel primo anno l'abbiamo dimezzata quasi, quella media, e nel secondo anno l'abbiamo portata a 140 milioni di euro. Bene, io credo che la corte dei conti l'avrebbe dovuto richiamare all'attenzione, poi avrebbe potuto dire: detto questo per il 2006, il modo di finanziare, di coprire il disavanzo degli anni precedenti, quindi degli anni precedenti, non degli anni di cui sei responsabile, io ritengo che sia necessario un chiarimento della corte costituzionale, e allora questa partita, che non fa parte del bilancio del 2006, anzi, secondo quanto richiamato ieri nella requisitoria non dovrebbe nemmeno far parte del bilancio, noi in Sardegna usiamo riportarla dentro il bilancio la copertura del disavanzo, come ultima riga del bilancio, ma non fa parte del bilancio del 2006, anzi del bilancio dell'anno in corso, ma riguarda semplicemente come coprire i bilanci degli anni precedenti.
Si poteva dire semplicemente: sospendo il giudizio sulla copertura dei disavanzi dei bilanci precedenti, invece è stata fatta direi un'azione assolutamente eccessiva, sotto tutti i punti di vista. Sotto il punto di vista del merito, sotto il punto di vista di un giudizio di parificazione, che forse non esiste più, secondo autorevoli costituzionalisti amministrativisti.
Suggerirei agli entusiasti dell'ultima ora, ai professionisti del 'io l'avevo detto', un po' di prudenza, la stessa prudenza che ho usato io quando qualcuno… per loro, parlando di loro, mi aveva detto: io, oggi mi potrebbe dire 'io l'avevo detto'; o la prudenza di chi magari, più esperto delle cose di cui parla, oggi aspetta il pronunciamento della Corte costituzionale.
Per il resto, il bilancio della Regione è questo, a pieno titolo, in piena legittimità. Nulla cambia per l'amministrazione regionale, nulla cambia per il sistema della pubblica amministrazione sarda.
Non ci sono domande? Ora tocca a voi, è un argomento un pochino ostico, bisogna riflettere un pochino, non semplificare troppo. Spero che abbiamo registrato, in maniera che magari si possa risentire, possiate risentire, perché è bene informarla bene l'opinione pubblica".

Flavia Corda (Rai 3):
"Deve bacchettare anche noi?".

Presidente Soru:
"No, lo sto dicendo a me stesso. Tant'è che pur non avendo piacere di fare conferenze stampa lo faccio: perché è bene, è bene informare con attenzione l'opinione pubblica, e siccome in Sardegna stanno succedendo troppe cose, contemporaneamente, con troppa facilità, uno sforzo in più tutti lo dobbiamo fare, di informazione buona, perché non mi dimentico che in Consiglio regionale, nell'ultima seduta, famosa, siamo arrivati a leggere le lettere anonime, non era mai successo".

Flavia Corda (Rai 3):
"Cioè?".

Presidente Soru:
"Cioè si leggono le lettere anonime".

Flavia Corda (Rai 3):
"Quali lettere anonime?".

Presidente Soru:
"No, c'è stato, in quella bella seduta sul caso Saatchi, qualcuno che leggeva le lettere anonime, per cui le lettere anonime son diventate strumento di confronto politico in Consiglio regionale. Bisognerebbe cercare di riportare la discussione a un livello un pochino più alto.
Grazie mille".