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Conferenza stampa sul Referendum per la Statutaria

Cagliari, venerdì 19 ottobre 2007, sala Giunta
Presidente Soru:
"Domenica i sardi sono chiamati a partecipare al voto per confermare, o eventualmente dare una valutazione diversa, la legge Statutaria che il Consiglio regionale ha approvato nella primavera scorsa. La Statutaria norma innanzi tutto la forma di governo della nostra Regione, e cioè l'elezione diretta del Presidente della Regione, lo stare assieme in maniera inscindibile tra Presidente, maggioranza che lo sostiene e il programma di governo che viene presentato agli elettori.
La legge Statutaria chiarisce e accresce i poteri del Consiglio, norma la partecipazione delle donne al governo della Regione, ineleggibilità e incompatibilità, e altre cose che tutti ormai conoscono. Insomma, i cittadini sono chiamati a esprimersi su questa legge. C'è invece una parte politica abbastanza ampia, in particolare tutto il centrodestra e un pezzetto di centrosinistra, che vuole trasformare questo appuntamento non nel voto pro o contro la Statutaria, ma in un voto pro o contro questo Presidente della Regione.
A me preme ricordare a tutti i sardi che questo non è il voto 'Soru sì/Soru no', e di non farsi trarre in questo inganno. Innanzi tutto perché la legge non è di Soru, ma è del Consiglio regionale. E poi perché ritengo sia più importante dare un giudizio su questa legge piuttosto che sul Presidente della Regione: per questo ci saranno altri momenti. C'è stato innanzi tutto un momento tre anni fa, quando i sardi sono stati chiamati al voto e, a larga maggioranza, hanno scelto l'attuale Presidente. E ci saranno altri momenti in cui i sardi potranno esprimere un'opinione. Ma oggi, è importante ricordarlo, è utile esprimere un'opinione su quale forma di governo i sardi vogliono.
Già nel 2002 i sardi, a vastissima maggioranza, in un precedente referendum si erano espressi per l'elezione diretta del Presidente della Regione, e cioè per poter avere il diritto di scegliere direttamente da chi vogliono essere governati, con quale programma di governo e con quale maggioranza. Oggi i sardi hanno la possibilità di confermare questa scelta e di non farsi sottrarre una scelta che hanno conquistato, grazie a una legge nazionale. In questo caso, però, questa scelta viene loro assicurata non più da una legge nazionale ma da una legge autonomamente approvata dal Consiglio regionale della Sardegna, ovvero dai massimi rappresentanti del popolo sardo.
Perché 'Soru sì/Soru no'? Perché trasformare questo appuntamento elettorale in una specie di referendum 'Soru sì/Soru no'? Perché c'è una parte ormai nella politica regionale, appunto, tra la destra, che mostra di dare segni di sempre crescente insofferenza per gli innegabili processi di cambiamento che questa amministrazione regionale ha avviato. Questa amministrazione regionale ha abbattuto i costi della politica, ha semplificato la pubblica amministrazione, ha messo moralizzazione e ha riformato il mondo della formazione professionale, ha sottratto alla speculazione edilizia la fascia costiera della nostra regione, ha sottratto ai cattivi comportamenti e all'assenza di regole il sistema sanitario regionale, ha messo regole e ha riformato il sistema degli enti agricoli regionali, il sistema della pubblica amministrazione diffusa, delle comunità montane, insomma, c'è un processo di cambiamento in atto importante in questa regione. E' chiaro che disturba: disturba chi nell'assenza di regole ha proliferato e qualche volta ci si è arricchito. Disturba i portatori di interessi consolidati, disturba qualche portatore di interesse organizzato, disturba soprattutto chi ha maggior voce. Io invece credo che arricchisca e sia una conquista della grande maggioranza dei sardi, che magari hanno meno voce e più difficoltà a farsi sentire. Credo che sia sbagliato utilizzare questo appuntamento elettorale per manifestare invece un'opposizione al cambiamento, che è stato ampiamente voluto da più parti, e che credo che sia importante portare avanti. Invito quindi i sardi ad andare a votare e votare 'Sì'. E vorrei soprattutto che in ogni caso, sia di destra che di sinistra, votassero esattamente nel merito di questa legge. E il merito di questa legge è più importante della possibilità di dare un giudizio sul Presidente della Regione. E pensare che questa legge possa essere utilizzata per dare un giudizio sul Presidente della Regione è totalmente sbagliato. A questo punto, allora, si potrebbe utilizzare qualsiasi cosa per dare un giudizio sul Presidente della Regione, anche i numeri della lotteria oppure la forma delle nuvole che passa in cielo o qualunque altra cosa. Quello che verrà fuori sarà in ogni caso il risultato dell'opinione dei sardi su questa legge. E sarebbe opportuno che l'opinione dei sardi si esprimesse chiaramente sui contenuti di questa legge. E i contenuti di questa legge credo che siano una grande conquista del popolo sardo, e siano una grande conquista di questa legislatura e di questo Consiglio regionale. Sono a beneficio non di una parte dei sardi ma a beneficio di tutti i sardi che anche nel passato si erano espressi per mantenere in capo a ciascun cittadino il diritto di poter scegliere il Presidente della Regione, e di poter scegliere un Presidente e una maggioranza che stanno assieme e che si impegnano tutti assieme per portare avanti un programma di governo che dichiarano prima agli elettori. Credo di aver finito, naturalmente se non ci sono domande".

Susi Ronchi (Rai):
"Le posso fare una domanda? Lei diceva appunto che in questa campagna c'è stato in effetti un po' uno spostamento dell'attenzione: un referendum pro o contro Soru, quindi a favore o contro l'operato del governo. Quindi lei ha invitato i sardi ad andare a votare sui contenuti e a votare sulla Statutaria. E quindi in questa trappola, in questo inganno non cadrà nemmeno il Presidente della Regione. Qualunque sia il risultato del voto, io le chiedo Presidente, non ci saranno contraccolpi sulla durata di questa legislatura?".

Presidente Soru:
"Ma nemmeno per sogno. Qualunque sia il risultato del voto è un voto che riguarderà la legge Statutaria e riguarderà l'opinione che i cittadini sardi si sono fatti su questa legge Statutaria e riguarderà quello che siamo anche tutti quanti riusciti a spiegare ai sardi circa il contenuto di questa legge Statutaria.
Vero è che è stata fatta una campagna ingannevole in cui sono stati usati anche i bambini per dire che è a rischio la democrazia in Sardegna.
E non ci sarà nessuna conseguenza se non quella che abbiamo perso un po' di tempo.
Il Consiglio regionale ha lavorato per tre mesi per approvare discutere, per scrivere, approvare questa legge, ha lavorato per tre mesi, alla fine di questo mese, questa legge ha avuto il voto positivo di molti di quelli che poi hanno promosso questo referendum, costringendo anche il bilancio regionale a spendere dei soldi che si sarebbero potuti risparmiare se semplicemente avessero dichiarato di pensarla diversamente e quindi non votare questa legge. Potevano pensarci qualche settimana prima, non votare la legge, non l'avremmo approvata e avremmo risparmiato i soldi di questo referendum.
Quindi avremmo eventualmente perso un po' di tempo. Vero è che la Giunta regionale, se questa legge dovesse essere bocciata, ripresenterà questa legge Statutaria ed eventualmente il Consiglio regionale spero la potrà ulteriormente migliorare, se fosse necessario".

Susi Ronchi (Rai):
"Un'altra domanda sul quorum. Se non si dovesse raggiungere il quorum, per fare chiarezza anche per i cittadini che devono sapere anche se andare o no a votare, produce degli effetti sulla loro scelta? Se non dovesse essere raggiunto il 33% dei voti degli aventi diritto, questa legge può essere promulgata lo stesso o no?".

Presidente Soru:
"Tutte le opinioni legali che ho ricevuto dicono che la legge può essere promulgata, deve essere promulgata, sulla base di una legge regionale, peraltro approvata dalla stessa maggioranza di centro-destra nella precedente legislatura. C'è una legge e io la dovrò applicare. Poi se questa legge fosse inesatta o sbagliata o anticostituzionale come qualcuno dice, ci penserà la Corte costituzionale. Se fosse stata anticostituzionale però il Governo probabilmente l'avrebbe impugnata; questa non è stata impugnata e presuppongo che sia una legge legittimamente valida".

GianGiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"Presidente, gli spot del No dicono: 'Vogliamo un Presidente, non un imperatore'. Per essere chiari, questa Statutaria aumenta o non aumenta non i poteri suoi, di cui non si discute, ma i poteri del Presidente e il conflitto d'interessi? Cioè, lei attualmente può con le sue aziende, collegate a lei o comunque sue tra virgolette, può partecipare agli appalti della Regione?".

Presidente Soru:
"Guardi lei ha posto molto bene la domanda. Questa legge aumenta i poteri del Presidente? Questa legge non sposta di una virgola i poteri del Presidente: né glieli aumenta, né glieli diminuisce. I poteri del Presidente sono quelli previsti già da tempo: l'unica differenza è che molto spesso alcuni Presidenti si sono dimenticati dei loro poteri e i loro poteri li hanno lasciati in mano ad altri, e questo era sbagliato prima ed è sbagliato adesso e sarebbe ingiusto continuarlo a fare. Ma questa legge quindi non sposta i poteri del Presidente.
La seconda domanda: cosa succede sul conflitto d'interessi e sulla possibilità di un Presidente, che magari avesse una società, di partecipare alle gare d'appalto. Oggi un Presidente che fosse proprietario di una clinica privata.. sto cercando di fare un ragionamento, sto dicendo che fino a oggi se ci fosse stato un Presidente che ha un'azienda e questa azienda partecipasse ad appalti pubblici, questo lo poteva tranquillamente fare e credo che sia accaduto nel passato, che magari Presidenti o non solo Presidenti, anche assessori, persone che comunque hanno un ruolo politico importante hanno partecipato a bandi pubblici e li hanno vinti. E questo può succedere anche oggi, la differenza con l'approvazione della legge Statutaria è che tutti abbiamo l'obbligo di dichiarare all'inizio della legislatura quali sono gli interessi che abbiamo e quindi chiarire i casi in cui potremmo trovarci in conflitto d'interesse. In quei casi lì ci obblighiamo anche tutti a sottrarci alla discussione, a sottrarci al voto e a mettere in piedi dei rimedi. Quindi, mentre oggi non c'è nessuna regola e l'unica regola è quella del buon senso e del proprio senso etico e individuale, con questa legge invece lo rafforziamo con delle regole che oggi mancano. Qualcuno dice: 'Ma queste regole non sono sufficienti'. Però non ho sentito nessuno di centrodestra alzarsi in aula, durante il dibattito in Consiglio regionale, per dire: 'Le vogliamo più severe'. Perché sarebbero state accolte probabilmente.
E allora se qualcuno le vorrà più severe, ci si potrà tornare e scriverle, fra un mese, fra due, e comunque severe o no, oggi ci sono delle regole, che fino a oggi sono mancate. E comunque, severe a sufficienza o meno, sono comunque le uniche regole sul conflitto d'interesse, che una regione italiana si è data. E quindi la nostra regione è all'avanguardia nel porre delle regole in fatto di conflitto d'interessi".

Giuseppe Giuliani (Sardegna Uno):
"Solitamente il raggiungimento del quorum è un problema per il referendum perché spesso la gente non capisce il quesito del referendum. L'interesse per la Statutaria secondo lei esiste o lo si può raggiungere solo spostando il referendum sul pro o contro Soru?".

Presidente Soru:
"Ci sono un sacco di modi per rendere interessante una cosa, ma se è la legge Statutaria, l'interesse deve essere nel merito della legge Statutaria. Potrebbe essere ancora più interessante se dicessimo: 'Birra gratis per tutti, e allora la gente andrebbe a votare'. Ma non è quello il tema, il tema è la legge statutaria e quindi su questo si dovrebbe concentrare".

Giuseppe Giuliani (Sardegna Uno):
"Lei crede che la gente capisca il tema legge Statutaria?".

Presidente Soru:
"Io credo questo, che comunque siamo in un sistema elettivo che ha eletto 85 rappresentanti del popolo sardo a legiferare, a scrivere le leggi in Consiglio regionale. I rappresentanti del popolo sardo hanno scritto questa legge in piena autonomia e in piena legittimità: è probabile che i nostri cittadini e i nostri elettori abbiano delegato altri a scrivere le leggi e non vogliano essere loro a scriverle. Anche perché le hanno votate queste 85 persone e le hanno votate per darci dei segnali chiari in Consiglio regionale e non credo per dire Sì un giorno e No due giorni dopo, e fanno spendere 5 milioni di euro al bilancio regionale per un quesito che avrebbero potuto tranquillissimamente evitarsi votando No due settimane prima".

GianGiacomo Nieddu (Servizi stampa Sardegna):
"La democrazia costa".

Presidente Soru:
"Costa anche quando uno vota Sì oggi e No due giorni dopo. Sto solamente segnalando una cosa e credo che possa essere facilissimamente colta: questo qui non è un referendum che nasce dalla firma di 40mila persone, è un referendum che nasce dalla firma di 19 persone e tra queste ci sono delle persone che hanno avuto una firma quantomeno altalenante nel giro di pochi giorni. Quindi non è un momento esaltante di democrazia popolare. Diverso è un referendum popolare nato dalla firma di 30mila persone".