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Confronto con i 280 neoassunti della Regione

Cagliari, mercoledì 19 settembre 2007, T-Hotel
Presidente Soru:
"Sto per terminare, ma vorrei dire qualcosa. Forse lo stavo già dicendo prima, io credo che i cittadini non faranno molta distinzione tra noi, che abbiamo responsabilità politica, e voi. Certo, chi ha responsabilità politica ogni cinque anni si presenta, alla fine possono anche decidere di mandarlo a casa, anzi, molto spesso lo mandano a casa giustamente.

I dipendenti della Regione, il massimo che può succedere è che si arrivi a un giudizio generalizzato, però chi c'è rimane, non c'è nemmeno questo momento di rendiconto che pure per la parte politica è certo. Alla fine però condividiamo lo stesso giudizio. Qualcuno dirà: la Regione funziona o non funziona, alla Regione ci danno una mano o non ce la danno, risponde alle richieste dei cittadini o non risponde. Certo, qualcuno dice che è colpa dei politici, tanti altri dicono che è colpa dei dipendenti regionali. Insomma, alla fine però condividiamo uno stesso giudizio negativo, un giudizio quantomeno di disagio, di non soddisfazione da parte dei nostri cittadini.

La politica che cosa può fare? Può cambiare le regole e non sempre è facile. Abbiamo iniziato a cambiarla qualche regola. A volte bisognerebbe riunirsi per aree tematiche, bisognerebbe poter parlare assieme, quelli che parlano di certi argomenti, esattamente quello che diciamo anche noi: di risistemare l'organizzazione della Regione in dipartimenti, fare in modo che ci sia più chiarezza nei temi. Per esempio: di materie urbanistiche se ne occupa l'ambiente, se ne occupa l'assessorato all'Urbanistica, se ne occupa la Pubblica istruzione. Finiamo per occuparcene in tanti e per perderci in questo disordine.

La legge di riorganizzazione della Regione è una cosa largamente attesa. La Giunta regionale ha fatto un disegno di legge, che verrà discusso in Consiglio regionale, auspicabilmente al più presto, quando entrerà in vigore la legge Statutaria, se entrerà in vigore. Io spero di sì naturalmente.

Quindi, da una parte migliorare l'organizzazione. La Regione vive anche la novità della legge 31: la separazione del ruolo politico e del ruolo dell'amministrazione. Io prima o poi ci voglio parlare a lungo con Bassanini, per capire, ma lui che cosa aveva in mente con questa roba qui? Perché ho mille perplessità. Già mi preoccupa questa cosa della separazione. Con la legge Statutaria abbiamo provato a modificarla, anzi, con la legge di organizzazione e con la legge Statutaria. Vuol dire che al massimo c'è una distinzione dei ruoli, più che una separazione, perché la collaborazione tra chi ha responsabilità davanti ai cittadini, davanti agli elettori, deve proseguire insomma, fino alla fine, no? Ci può essere un momento in cui si decide e poi la separazione; c'è qualcuno che magari, in totale solitudine, porta avanti progetti di milioni di euro, decine di milioni di euro e non si sa rendendo conto a chi e in che modo.

La nuova organizzazione della Regione, che comprende anche la regolamentazione dei rapporti tra la parte politica e la parte amministrativa, una migliore quindi chiarezza nella responsabilità dei dirigenti del personale della Regione. Tutte queste sono, naturalmente, cose fondamentali che devono essere fatte, nella nostra responsabilità innanzitutto.

Avete richiamato che con la riorganizzazione potrebbe essere utile, anzi, sarà utile che aumentino i centri di responsabilità, che non siano solamente le direzioni generali o le direzioni di servizio, ma possano arrivare a un livello di maggior dettaglio, di maggior specificazione, in maniera che tutti si sentano maggiormente responsabilizzati.

Ancora, certo, è una cosa che sta a noi, poi però ce n'è un'altra che sta a voi, che sta ai funzionari, ai dirigenti della Regione. Ce n'è un'altra che sta a voi, che è quella, certamente di segnalare i problemi, ma poi di risolverli. Siete voi che li dovete risolvere i problemi, chi li risolverà? Se la Regione non funziona pensate che la sistemeremo io e l'assessore Dadea, o chi verrà dopo di noi? Noi possiamo fare quelle cose di cui parlavamo prima, ma se la comunicazione non funziona la risolveremo noi?

Se non si collabora bene, se i dati sono in disordine, se si sono persi per strada, se sono sparsi in cinque computer diversi, pensate che lo risolveremo noi? Alla fine la Regione è quella che i suoi dirigenti riescono ad organizzare. Gli assessorati sono quello che i suoi dirigenti riescono ad organizzare, i suoi direttori generali, i suoi direttori di servizio, sono quello che i suoi funzionari sentono innanzitutto il dovere di fare e la volontà, il senso anche civico di fare e di voler portare avanti.

Quello che io mi auguro, mi augurerei, mi aspetterei e su cui vi vorrei richiamare, è questo: voi non siete stati assunti da un'azienda privata, dove ci sono modalità diverse, ci sono cose diverse e alla fine l'obiettivo è scritto, in una società è la massimizzazione del profitto. Quindi, l'importante è che si guadagni tanto e l'azienda è contenta, poi qualcuno dice che le aziende hanno anche una responsabilità sociale, che ci sono altre cose, però credo che la missione aziendale sia sufficientemente chiara.

Qui, voi, la vostra missione è quella di migliorare le condizioni di vita dei nostri cittadini. Voi venite in ufficio la mattina, ve ne andate la sera, per migliorare le condizioni di vita dei nostri cittadini: per fargli avere una scuola migliore, per fargli avere una sanità migliore. È vostra responsabilità, non è solo nostra, è vostra responsabilità fare in modo che ci sia una scuola migliore, una sanità migliore, una miglior tutela dei beni culturali, un miglior sistema del trasporto pubblico locale, una maggior capacità di attrarre finanziamenti comunitari. È vostra responsabilità, di nessun altro, e se le cose funzioneranno meglio sarà un vostro successo e un vostro merito, e se le cose non funzionano come dovrebbero funzionare è un vostro insuccesso, a partire dai direttori generali, proseguendo coi direttori di servizio e proseguendo con voi, e di chi se no?

Cioè, io vi chiedo, in questi giorni stiamo cercando di buttare via dalla Regione 80 automobili, che sono accatastate, parcheggiate da qualche parte. Dimenticate forse da quindici anni, da dieci anni. Ma ci vuole un Presidente della Regione per andare a scoprire le targhe e per dirgli: buttatele fuori? Targhe per le quali magari stiamo ancora pagando tasse di circolazione, assicurazioni… o non ci vuole un direttore generale? Un dirigente di un servizio? Un funzionario? Un semplice impiegato che fa la guardia a un autoreparto? Che bussa, che va a dire a un suo dirigente: scusi, abbiamo ottanta catorci, perché non li buttate via?

Se ci sono ottanta catorci, per i quali paghiamo l'assicurazione, e voi, come cittadini pagate l'assicurazione, e gli altri pagano l'assicurazione, e li sottraiamo al miglioramento della scuola o della sanità, è perché ci sono impiegati che alla fine non lo denunciano, o dirigenti che alla fine non ci vedono, non guardano e non si spostano da una scrivania, non vanno a toccare con mano le cose, non hanno sufficientemente la responsabilità e il piacere di farle le cose, e di portarle alla conclusione.

Quindi, alla fine, la Regione siete voi, non è che ci arriva da Marte, non è colpa degli altri, o delle stelle, o delle nuvole che passano in cielo, e nemmeno può essere solamente dei politici, perché anche con le leggi che abbiamo si può fare meglio, non c'è una legge che vieta di buttare via ottanta catorci e pagarci l'assicurazione.

E allora, volevo dirvi che voi siete coinvolti quanto noi nella responsabilità di migliorare la vita dei cittadini sardi, e vi suggerirei, ogni mattina, ogni giornata, di chiedervi: la sto migliorando la vita dei sardi? Ho dato un contributo per una sanità migliore? Oppure ho mosso tre carte e mi sono scontrato col mio collega d'ufficio? Però avevo ragione io col mio collega d'ufficio, poi però i sardi che fanno la lista d'attesa ragione non ne hanno mai e noi ci siamo per migliorare la vita dei sardi, per far sviluppare questa regione, per fare in modo che ci siano nuovi posti di lavoro, per fare in modo che la Regione sia trasparente, che sia leale, che non imbrogli, che non ci siano ingiustizie, e per questo ci siete voi e non lo so se abbiamo sempre chiaro qual è l'obiettivo.

L'obiettivo non è sistemare una carta, l'obiettivo è sistemare un problema e questo non ce l'abbiamo chiaro alla Regione. Questo non è chiaro nemmeno nelle aziende private, a volte diventano grandi e si burocratizzano fin troppo anche loro. Però questo certamente accade da noi e questa burocrazia la dovremmo, abbiamo insieme, voi quanto noi, la responsabilità di migliorarla, di alleggerirla.

Io faccio abbastanza fatica con l'amministrazione regionale, devo dirlo, è vero dottor Manca? Faccio abbastanza fatica, poi però, insomma, un percorso forse stiamo cercando di individuarlo appunto. Una Regione, lo ricordava l'assessore Dadea, che cerca di fare le cose che deve fare e smette di farne altre, e cerca di trovare, al proprio interno, e fuori, le persone che servono per fare queste cose, piuttosto che altre. Cerca di organizzarle, cerca di valutarle.

Naturalmente è tutto da fare, però forse un percorso lo stiamo facendo. Da 210 dirigenti credo che siamo passati a circa 150, 140-150. Ne avremo forse 140 alla fine dell'anno. Una pianta organica, che da 3700 persone diminuisce di quasi 1000. Un livello di istruzione, di conoscenza, che cerca di crescere. Una diminuzione, un affollamento maggiore nelle competenze… nelle maggiori competenze, e una diminuzione di autisti fattorini, porta qui, porta là, e cose che servono alla struttura più che all'esterno.

In cosa sta cambiando la Regione e in cosa la dobbiamo cambiare? Qualcuno che verrà dopo di me continuerà a cambiarla spero. Noi stiamo cercando di trasformarci da una Regione che spende soldi e che fa regali, che distribuisce soldi, a una Regione che cerca di programmare, che cerca di portare avanti il pallino, che cerca di governare, di disegnare un futuro. Stiamo cercando di fare in modo che non ci siano decine di impiegati della Regione che magari distribuiscono i soldi per la festa del santo patrono, i soldi per gli spettacoli di piazza del paese o i soldi della Pro loco, o i soldi all'università della terza età. E passa un anno, ogni anno, nel fare un piccolo bando, poi nell'analizzare montagne di carta per vedere a chi deve dare 3000 euro, a chi 5000, a chi 7000 euro, per fare una festa patronale. E magari in un assessorato che si deve occupare di scuola e di beni culturali, ma si occupa anche di sport e di spettacolo, le persone che si occupavano di scuola erano 5 o 6 tra 160, e magari molti di più quelli che si occupano appunto delle Pro loco. Cosa buona, per carità, però forse non abbiamo compreso quale possa essere la missione.

E allora, tra personale della Regione che è stato abituato a distribuire risorse, a verificare rendicontazioni, guardare le fatture, vedere se le fatture vanno bene, fare la somma e poi fare la determinazione di pagamento, beh, è chiaro che dopo un po' di anni l'entusiasmo scema, è chiaro che dopo un po' di anni uno si abitua a fare quel lavoretto lì e pensa che quello che dobbiamo fare è, appunto, distribuire soldi alle Pro loco, o approntare la rendicontazione delle fatture. E vi capiterà di entrare in qualche ufficio dove per terra, ancora oggi, ci sono faldoni, pacchi di cose, di fatture, che certo non spostano di una virgola la prospettiva della nostra regione.

Noi vorremmo che l'assessorato ai Beni culturali si occupasse di scuola, si occupasse di capire dove sono le scuole in Sardegna, come stanno, capire l'edilizia scolastica, capirne le esigenze, monitorarla bene. Capire e avere l'anagrafe degli studenti, capire e non lasciarne la responsabilità agli altri, capire se stanno frequentando, se li stiamo perdendo per strada, capire dove si stanno iscrivendo, capire la qualità dell'insegnamento, capire se hanno un buon livello di comprensione di un testo scritto, di un problema logico-matematico. Cioè, l'assessorato deve fare queste cose e risolvere questi problemi, non affastellare fatture o rendicontazioni, o pratiche.

Noi stiamo facendo, in tutti gli assessorati, stiamo cercando di fare questo cambio di rotta: buttare via le pratiche, le rendicontazioni del nulla. Magari anche fidarci, sostituire con altre certificazioni, sostituire con delle procedure informatiche, sostituire con delle cose più automatiche e dedicandoci a questo: alla programmazione, all'analisi, alla costruzione di una prospettiva.

All'assessorato ai Trasporti, la prima volta che ci sono entrato, c'era un bellissimo cartello, all'esterno, e indicava l'orario per presentarsi, per lo sconto per l'abbonamento ferroviario o dell'Arst. Bene, io credo che quel cartello non ci sia più. All'assessorato ai Trasporti, oggi, si occupano di comprare treni, si occupano di comprare autobus, si occupano di fare accordi con le Ferrovie dello Stato, si occupano di considerare il tempo di percorrenza, si occupano di migliorare la qualità dell'aria nella nostra regione.

All'assessorato all'Ambiente si andava anche per avere il permesso di pesca. Credo che da tempo non si vada più all'assessorato all'Ambiente per ottenere il permesso di pesca, e non si va all'assessorato all'Ambiente per trovare una scappatoia, per avere la centesima, la decimillesima autorizzazione per una cava, o per portare a termine una pratica totalmente separata da una programmazione, da una considerazione generale.

All'assessorato all'Ambiente si fanno i Via, e ci sono alcuni di voi che fanno le valutazioni di impatto ambientale, e tre anni fa non c'era nessuno della Regione che facesse valutazioni di impatto ambientale, c'erano dei consulenti esterni, perché nessuno le sapeva fare. Ora c'è un nucleo che fa le valutazioni di impatto ambientale, e rapidamente, come qualcuno ha cercato di dire, cerca di superare il pregresso, di fare la valutazione e i piani di risanamento di 1500 cave, qualcosa del genere.

C'è un piano per le cave, c'è un piano innanzitutto sulle necessità dei materiali da cava nella nostra regione, per fare in modo che le cave siano proporzionate alle necessità delle materie da cava. E avendo stimolato, insieme a Progemisa, a un ente regionale, le necessità di questi materiali, viene individuata la necessità di cave, ed è stato individuato se queste cave ce le abbiamo già o se è necessario aprirle. E in quelle che ci sono già ci siamo tornati una per una, per valutare se hanno…. se stanno facendo le opere di mitigazione, se nella coltivazione della cava fanno anche le opere di ripristino.

Insomma, dai permessi e dalle pratiche burocratiche ancora una volta cercare di governare il territorio di questa regione. E i dirigenti e i funzionari della Regione devono far questo: dalla pratica burocratica immaginare il governo della Regione, cosa serve, cosa occorre fare.

Qualcuno lavora all'ufficio dell'Urbanistica, tra mille complessità, difficoltà, ma sto facendo troppe pratiche d'intesa e non sto lavorando alla copianificazione. A parte che l'intesa è proprio considerata un movente della copianificazione, uno strumento della copianificazione, in cui appunto le pubbliche amministrazioni, regionali, provinciali, locali, si incontrano per decidere assieme su una trasformazione urbanistica, oppure no. Anche lì, molti di voi hanno lavorato ad un progetto straordinario, che è stato il Piano paesaggistico regionale, poi ognuno può avere la sua idea personale, ma certo è stato un progetto importante, un progetto di pianificazione urbanistica, fatta non con consulenti esterni (c'era certo un comitato scientifico), ma fatta internamente, con personale della Regione, anche con personale a tempo, preso soprattutto dalle Università sarde. E anche lì sono state messe delle regole, è stato fatto un lavoro enorme: di conoscenza, di analisi del territorio della nostra regione sotto i diversi aspetti, della diversità biologica, dei beni culturali, del paesaggio, della viabilità, e tutta questa attività è stata trasformata in regole, che oggi governano il territorio della regione. E ancora, dirigenti e impiegati regionali si sono messi a lavorare alle regole e al governo, piuttosto che mettere timbri sui piani di lottizzazione, che sembrano tutti uguali, che magari erano descritti da poche tavole in bianco e nero, dove è facilissimo perdersi o non capire abbastanza, e dove se non ci sono delle regole a monte, non si capisce qual è il nostro compito nel valutare il piano di lottizzazione.

Chi lavora alla sanità, all'assessorato alla Sanità, alcuni di voi avranno certamente partecipato e aiutato alla scrittura del Piano sanitario regionale, alla riscrittura delle regole del sistema sanitario regionale. Questo è quello che ci aspettiamo da voi: maggior capacità di analisi, di progettazione, di governo, nella consapevolezza che la vostra responsabilità è lì, e che la pratica burocratica, il foglio, la procedura, è uno strumento per fare quelle cose, non è il vostro obiettivo di tutti giorni. Il vostro obiettivo di tutti giorni è migliorare la vita dei sardi; il vostro obiettivo di tutti giorni è di migliorare la vita dei sardi attraverso quelle attività lì. Il procedimento amministrativo deve servire per fare il più presto possibile e il meglio possibile quelle attività lì, ma non sono il vostro fine.

Sembra una banalità, ma se non ci state attenti l'abitudine vi vincerà e rischiamo, rischiate anche voi di finire vittime del procedimento amministrativo, o subalterni direi, subalterni, sì, al procedimento, mentre invece dovreste essere i padroni di quel procedimento, dovreste avere chiaro qual è l'obiettivo vostro e governarlo il procedimento, affinché possiate raggiungere l'obiettivo e raggiungerlo tempestivamente, in fretta. Non si compri un computer dopo quattro anni, non si compri un libro dopo un anno, o cose di questo genere, nei casi più semplici. E pensate ai disastri peggiori che facciamo, quando invece spendiamo male o in ritardo le risorse che servono per costruire un nuovo ospedale, oppure… inaugurare un nuovo ospedale dura 14 anni, come è durato inaugurare l'ospedale di Olbia, che abbiamo inaugurato l'altro giorno. Quattordici anni, da quando si è deciso e c'era il primo finanziamento.

Noi torneremo sulla legge 31, abbiamo bisogno certo di maggior formazione tra di noi. Per esempio, ancora oggi, non per colpa nostra, non abbiamo allevato, fatto crescere, un gruppo di persone specialiste in bandi pubblici, per cui in ogni assessorato si fa un bando, ma alla prima difficoltà non c'è nessuno a cui chiedere aiuto. Non ci sono cinque persone che lo sanno far bene e farlo bene significa non farlo nel modo più complicato. Farlo bene significa fare in modo che spendiamo di meno e che facciamo prima, e che abbiamo una buona qualità. Invece c'è la follia di chi crede che farlo bene sia farlo il più lungo possibile, e scrivere le 1000 complicazioni possibili e non finire mai. Invece anche un bando si può scrivere in pochi giorni se uno ci si mette a lavorare, non si ha bisogno di settimane o di mesi.

Quindi, gli obiettivi: essere capaci di padroneggiarlo, di governarlo il procedimento, e non trasformarlo in un 'moloch', nella cosa, nel mostro davanti a cui tutti ci arrendiamo, e anzi, lo trasformiamo in molti casi nel vero obiettivo della nostra giornata, e ci perdiamo nella distinzione tra assessorati, separazione tra colleghi, finte regolarità formali, che poi sottendono a delle gravissime irregolarità sostanziali.
Non fatevi ingannare: a volte sotto la finta regolarità formale ci sono gli imbrogli peggiori, le irregolarità peggiori, e chi vuole fare una irregolarità grande la farà, dal punto di vista formale, perfettissima. Formalmente è tutto a posto, lì dietro spesso si cela una irregolarità grande e una cattiva risposta ai bisogni della gente.

E allora, prima sempre i bisogni. Prima sempre i bisogni, per tempo, subito, in fretta, ora, e poi la regolarità formale, sapendo che alla fine lo Stato, non è che sia completamente deficiente, non è che le leggi vengono fatte per mortificare la possibilità di governare e di amministrare. C'è un sacco di gente che si rompe la testa cercando di semplificarla la vita a tutti noi, e la volontà del legislatore è anche di semplificare, di far le cose, non di bloccare le cose. E c'è sempre una modalità diversa, che può essere utilizzata, per fare in maniera corretta formalmente quello che qualcuno fa, in maniera formalmente corretta ma profondamente sbagliata, con dieci volte tanto il tempo.

Se c'è da comprare una sedia, forse non c'è bisogno di fare un grande bando pubblico, c'è anche la forma della selezione al telefono. In alcune amministrazioni si telefonano. Quattro fornitori e la telefonata, l'autocertificazione del dirigente, sostituisce addirittura le carte di una selezione pubblica, che altrimenti andava fatta per lettera, per carta e cose di questo genere.

Cioè, ci sono sempre diverse modalità: una semplice, veloce, moderna, e una, direi ottusa, ostinatamente lenta, vecchia, prolissa, che riempie gli scaffali di carta, e il vostro tempo, e la vostra giornata, della frustrazione di dire: ma alla fine io come l'ho migliorata la vita dei sardi? Forse poco.

Fra le cose che avete detto c'è che si collabora poco assieme. Accidenti, è vero, c'è una distinzione, a volte netta, tra assessorati. Prima c'era anche una distinzione politica, c'è stata molto spesso, ed è nostra responsabilità eliminare quella dimensione politica, fare in modo che lavoriamo tutti per la stessa Regione, non per far crescere uno o far prevalere uno rispetto all'altro.

Occorre che questa consapevolezza maturi anche nell'amministrazione. Noi cerchiamo di aiutarla, diminuendo il numero degli assessorati, proponendo almeno di diminuire il numero degli assessorati. Riorganizzando le competenze per materia, mettendo magari uno strato intermedio, che possa aiutare ulteriormente, per uno strato di collaborazione tra diverse competenze.

Beh, noi possiamo fare questo, ma poi il resto è a voi. Il resto è a voi, a voi che ogni giorno entrate nel vostro ufficio e potete, o avere uso a entrare anche negli uffici dei vostri colleghi, a collaborare, a cercare, a dire: senti, tu cosa fai? Cosa possiamo fare assieme? Questo dipende da voi. Certo dipende dal vostro direttore generale, certo dipende dal vostro direttore di servizio, ma dipende molto da voi.

Diciamo che gli edifici regionali non ci aiutano, sono ancora organizzati… uno, sono troppi, sono sparsi. Gli stessi assessorati qualche volta sono divisi in più di un edificio. Quando c'è un assessorato nuovo l'hanno progettato con un bel andito in mezzo e le porte chiuse, da una parte all'altra. Qualcuno che lavora in una stanza, insieme a dieci persone, poi magari si lamenta, dice: 'Ma come? Io sono in una stanza con dieci persone e quell'altro ha una stanza singola?'.

Anche le strutture devono essere organizzate per collaborare di più. Se uno si chiude in una stanza è difficile che dia il segnale che vuole collaborare con qualcun altro, è difficile che a qualcun altro venga voglia di bussare e di aprirla, ed è difficile che poi lui, che lui stesso si alzi e vada a parlare con qualcun altro.

Per cui suggerisco di tenere le porte aperte, suggerisco che vi incontriate tra di voi, che vi parliate. Nel risistemare gli uffici regionali noi cercheremo di organizzarli per 'open space', come avviene in tutte le organizzazioni che vogliono collaborare. Poche sale riunioni, dove si fanno le riunioni. Credo che i cittadini non debbano andare negli uffici dei funzionari e chiudersi nell'ufficio di un funzionario singolarmente. I cittadini devono andare in sale riunioni dove, chi deve ricevere o chi deve avere un incontro si porta la pratica, e parla di quella pratica in un posto separato dal resto degli uffici, e credo che sia importante, oltre che efficiente dal punto di vista economico, fare in modo che si possa lavorare in più in una stanza. La legge sulla funzione pubblica dice che dobbiamo avere tra i 9 e i 12 metri quadri a disposizione per ogni impiegato. Noi abbiamo anche trenta metri quadri, che vuol dire maggiori costi di pulizia, maggiori costi di gestione, ma soprattutto vuol dire maggiori costi di isolamento. Siamo isolati e collaboriamo poco.

Nei prossimi mesi cercheremo, entro dicembre, cercheremo di accorpare l'edificio che qualcuno di voi avrà visto in costruzione, davanti a viale Trento. Ormai è terminato, e anche lì non si capisce perché non ci stiamo già abitando, perché alla fine non c'è uno che chiuda la porta, che chiuda il procedimento, che chiuda, che si dia un termine e lo faccia rispettare.

Come qualcuno di voi ha detto parlando di Sibar, sembra che le cose vadano avanti, non si capisce di chi… vadano avanti così, per inerzia. Non c'è mai uno che cerchi di mantenere viva una forza, per portarlo a termine, e di queste energie, di queste forze, di questa caparbietà nel portare a termine le cose abbiamo bisogno, perché non andranno a termine da sole le cose, se non c'è qualcuno che se ne occupa, caparbiamente.

Vabbè, in quell'edificio credo che accorperemo quattro assessorati, e vorrà dire che venderemo anche quattro edifici, e stiamo cercando di mettere anche le persone un pochino più assieme, per rendergli più facile la collaborazione e il dialogo, e il resto vorremmo successivamente fare con gli altri assessorati.

Questo è quanto insomma, magari se avrete tempo e voglia ci dite ancora qualcosa, però a me premeva di ricordarvi soprattutto questo, infatti a qualcuno di voi ho chiesto: 'Perché sei venuto alla Regione?'. Qualcuno ha detto: 'Per maggior sicurezza, stavo per avere una bambina'. Qualcuno pensava… insomma, ognuno ha avuto i suoi motivi.

Io vi ringrazio per essere venuti alla Regione, per aver portato competenze, però vi vorrei richiamare proprio a questo: c'è una responsabilità anche politica in quello che voi fate. Voi siete l'amministrazione della Regione, siete le persone da cui i cittadini si aspettano tanto. Voi siete quelli che gli date una sanità migliore, una scuola migliore, un'assistenza alla persona migliore. Che gli tutelate l'ambiente, che fate in modo che non ci siano le case abusive, che il mare sia pulito e che ci sia un posto libero in spiaggia. Siete quelle persone, avete questa responsabilità.

Quello che volevo dirvi oggi è soprattutto questo, ricordarvi questo: non siete semplicemente persone che devono arrivare alla fine della giornata, timbrare il cartellino e andarvene, poi se l'azienda ha guadagnato più o meno poco importa, è un problema eventualmente degli azionisti. Voi avete la responsabilità davanti, non agli azionisti, ma a un milione e seicentocinquantamila sardi.

Io credo che in molti di voi ci sia stata anche questa consapevolezza, nel decidere di partecipare a un bando pubblico: voler lavorare per la pubblica amministrazione, che è una cosa diversa che voler lavorare per uno studio professionale, per chi fa l'ingegnere o per chi costruisce seconde case sulla costa. Io credo che sia diverso e credo che ci sia stata questa consapevolezza in molti di voi, e allora vorremmo che questa vostra aspirazione, anche ideale, nell'aver iniziato questa carriera, rimanesse intatta e, anzi, crescesse se possibile, e che vincesse rispetto alla routine, rispetto alle difficoltà della burocrazia, rispetto a un sistema che, qualcuno di voi ha detto, non è sufficientemente accogliente. Rispetto a un sistema che magari, è comprensibile, umano, ha anche delle paure per dei nuovi arrivati.

Noi dobbiamo fare in modo che chi c'era prima non abbia paura, e voi dovete, ugualmente, fare in modo che queste paure siano rapidamente superate. Ma non che siano superate al ribasso, siano superate al rialzo, mostrando anche voi, a loro, che è possibile collaborare meglio, che è possibile amministrare meglio, che è possibile fare di più, che potete dare una mano a risolvere. Cioè, a questo vi richiamerei, alla vostra responsabilità. Non ci saremo noi nei corridoi degli assessorati, ci siete voi, e quello che accadrà lì dentro dipende da voi.

E quindi, alla fine abbiamo fatto questa riunione per chiedervi aiuto, per chiedere tutto il vostro aiuto nel migliorarla questa pubblica amministrazione regionale. Ognuno ci metta quello che sa, ce lo metta col massimo di passione e ce lo metta nella consapevolezza che c'è un servizio civile in quello che sta facendo, che non è totalmente ripagato dalla retribuzione, che non è totalmente pagato dalla carriera che farete, che deve necessariamente essere ripagato anche dalla soddisfazione di far bene le cose e di dare una mano agli altri, perché siamo una pubblica amministrazione.

Che si può fare? Muovete una casella delle lettere, in ogni assessorato, e chiedere suggerimenti. Che cosa si può fare per migliorare? Vi voglio semplificare la vita, perché le e-mail non sono anonime, sono (...) e una anche per le risposte. Le risposte le valuterete, giorno per giorno, da parte dei vostri direttori generali e dai vostri direttori di servizio, e guardate che anche i direttori generali non sono (...) i direttori generali siete voi qualche anno dopo. Magari non qualche anno, magari venti. Io non scuoterei la testa al vostro posto. Tra di voi, anche stamattina, ci sono i prossimi direttori generali, perché qualcuno è già dirigente oggi e non credo che impiegherà dieci anni. Non c'è un motivo perché impieghi dieci anni, magari diventa direttore generale tra un anno, o tra un anno e mezzo, quando ci sarà il concorso. Per di più, appunto, ci sarà un concorso per nuovi dirigenti. Molti di voi hanno titolo forse per partecipare anche al nuovo concorso per dirigenti. Come scusi?".

Intervento dalla sala:
"Praticamente nessuno, perché bisogna avere cinque anni di…".

Presidente Soru:
"Qualcuno le ha risposto bene: se non ha fatto altro nella vita. Se c'è qualcuno che ha fatto altro nella vita, ed era magari dirigente in un'azienda privata, può fare un concorso da dirigente. Oppure magari era cinque anni… ci sono cose che non so, ma certo, se uno ha fatto solamente il funzionario della Regione, gli si chiede… no, mi scusi, non c'è bisogno che alzi la voce, la alzo io che sono al microfono, mi scusi. Certo, mi scusi, non tutte le situazioni vanno bene per fare il concorso per dirigente, ma non è necessario che uno faccia cinque anni da impiegato, da funzionario della Regione, per fare il concorso per dirigente. Ci sono mille altre possibilità per accedere al concorso per dirigente, e sono certo che tra di voi ci sono molte persone che hanno vinto il concorso per categoria D, quest'anno o l'anno scorso, ma possono anche partecipare e vincere il concorso per dirigente. Quindi, ancora una volta, i dirigenti e i direttori generali prossimi sono tra di voi, e quindi le risposte, la casella per le risposte, alla fine, in qualche modo, sempre tra di voi deve rimanere e dovete riempire.

Però trovo strano che alzi la voce nello spiegarmi le sue ragioni, mentre anche sto parlando a tutti i suoi colleghi, la trovo una modalità sbagliata. Io credo che faccia bene a chiedere scusa, e la scuso, perché la trovo comunque una modalità sbagliata. La trovo una modalità sbagliata, che evidentemente la dice lunga su quello che passa nell'animo umano, nella testa delle persone.

Allora, spero di non avervi annoiato troppo, e vorrei anche andare avanti, magari ci verrà in mente ancora qualcosa da dire. Noi ci aspettiamo molto da voi, voi aspettatevi qualcosina da noi, non aspettatevi troppo di più di quello che possiamo dare, perché la palla è anche molto nelle vostre mani, e la qualità dell'amministrazione dipenderà da noi ma dipenderà molto anche da voi.

Stamattina io, scherzando, ho detto che ci sono state molte cose un po'… osservazioni, che chiamerei quasi di natura sindacale, forse perché non abbiamo stimolato noi la conversazione prima. Era questo che mi premeva invece di discutere con voi, e secondo voi c'è una responsabilità politica, civile, in un funzionario, in un dirigente della pubblica amministrazione? Ce l'abbiamo l'obiettivo di lungo periodo, che sia un pochino diverso rispetto a quello delle piccole cose? Ce l'abbiamo la volontà di contribuire a migliorarla questa Regione? Ce l'abbiamo la volontà di prendere a pedate qualcuno, se proprio le cose non funzionano, se ci sono chiusure, se uno chiude troppo la porta, se uno non dà risposte, se ci vuole un anno per chiedere un libro, per comprare un libro? Ce l'abbiamo questa volontà, o ci vogliamo subito arrendere?

Cioè, noi stiamo scommettendo su di voi per cambiarla questa amministrazione regionale. Se voi vi arrendete subito la nostra battaglia è persa, e se non la facciamo assieme questa battaglia, non sarà vinta. E tra il resto della pubblica amministrazione c'è tanta gente per bene, che non solo si chiude, ma che vuole anche contribuire, vuole darvi una mano e vuole aiutarvi a crescere. Poi non ci nascondiamo che c'è anche tanta gente che continua a fare la spesa durante l'orario di lavoro, e mi piacerebbe che qualcuno di voi guardasse male chi fa la spesa, ed entra con la spesa in assessorato durante l'orario di lavoro, e la guardasse male, che la facesse vergognare di fare la spesa nell'orario di lavoro.

Quindi questo, diamoci una mano. Poi la giornata di oggi serviva anche per correggere gli errori, fare in modo che… una cosa l'abbiamo capita, per esempio, le persone dell'office automation non era forse giusto distribuirle in dodici assessorati, ma è meglio tenerle compatte in un ufficio centralizzato, e poi i vari assessorati li chiamano quando serve, e li chiamano quando serve appunto, non a fare le fotocopie o a cambiare il toner del fotocopiatore, le chiamano per le loro competenze.
Capisco che ci sono competenze nella programmazione europea, però c'è anche un'altra cosa che volevo dirvi: noi vi abbiamo chiamato su competenze specifiche, ma da voi vogliamo soprattutto un'altra competenza, che è quella della flessibilità, della adattabilità, della curiosità, della capacità di imparare, anche perché credo che una cosa non la dovremo più fare in questa Regione: tenere una persona a fare per venticinque anni lo stesso mestiere, perché poi lì succede di tutto, e quindi, ogni cinque anni cambiare, è una regola comunitaria, cambiare assessorato addirittura.

Quindi, chi non fa esattamente quello per cui è stato chiamato, certo, lo segnali, magari evitare che i primi cinque anni li spenda in quello per cui è stato chiamato, ma coltivi la curiosità, la adattabilità, perché non vivrà in un unico incarico la sua carriera regionale. Questa cosa verrà modificata anche per legge, non sarà più possibile che uno rimanga per legislature con lo stesso incarico, con lo stesso assessorato, nello stesso servizio".