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Intervista sulle imposte regionali bocciate dalla Consulta

Cagliari, mercoledì 14 febbraio 2008, Consiglio regionale
Presidente Soru:
"Sul tema delle imposte e delle cosiddette tasse sul lusso, che per noi erano e sono delle tasse sull'attività turistica e sull'uso dell'ambiente: è vero, fino ad adesso non sappiamo le motivazioni della sentenza e quindi non sappiamo per quale motivo sono state dichiarate illegittime le tasse sulle seconde case. Se è perchè discriminavano tra residenti in Sardegna e non residenti, o se perché si nega la possibilità di autonomia impositiva della nostra regione, peraltro prevista dall'articolo 8 dello Statuto dell'autonomia speciale. Mentre sono state dichiarate legittime delle altre tasse, che in tanti chiamavano illegittime, come quella sullo stazionamento delle barche, sulle baie e sui porti della Sardegna, o sull'arrivo degli aerei privati ad uso turistico. Peraltro una tassa simile, recentemente, è stata prevista anche nella città di Milano, dove per evitare l'impatto ambientale del traffico in centro, per esempio, si paga per l'attraversamento delle auto.
Dal punto di vista politico a me preme ricordare questo: queste tasse sono state previste all'inizio della legislatura, avendo noi trovato un bilancio disastrato, che in un solo anno faceva un miliardo e trecento milioni di euro di nuovo indebitamento, di disavanzo, oltre circa il 20% del bilancio della Regione, addirittura oltre il 20% del bilancio della Regione. Avevamo subito affrontato un confronto con lo Stato, per vedere riconosciute in maniera esatta le previsioni del nostro Statuto, di compartecipazione, e in assenza di risposte da parte dello Stato abbiamo dovuto fare tutto quello che era possibile: prevedere delle nuove tasse e soprattutto tagliare i costi. Nel primo anno noi dimezzammo, con una politica severissima di taglio dei costi, il disavanzo della nostra regione. In questi anni abbiamo fatto quello che si ritiene importante fare nel Paese, di cui si sente parlare ogni giorno. Innanzitutto tagliare i costi: eliminare enti, eliminare comunità montane, eliminare società, eliminare automobili, eliminare qualsiasi cosa inutile. Noi abbiamo perseguito una politica rigorosissima di taglio dei costi, eliminando appunto i costi correnti, le spese correnti, in maniera importante, nel nostro bilancio regionale. Poi si dice: eliminare i costi e tagliare le tasse. Noi con questo ultimo bilancio abbiamo tagliato l'imposizione fiscale in Sardegna, diminuendo del 25% l'Irap, l'imposta quindi sulle attività produttive. Da una parte abbiamo tagliato i costi, dall’altra abbiamo tagliato le imposte, in maniera importantissima, sulle attività produttive, e non potendo diminuire l'imposizione sui redditi delle persone fisiche, sui redditi soprattutto del lavoro e delle pensioni più basse, abbiamo fatto un'attività importante di sostegno ai redditi, aiutando i redditi più bassi sui bisogni elementari, come l'acqua, la luce, la Tarsu e così via.
Eliminazione degli sprechi, taglio dei costi, diminuzione delle tasse sulle attività produttive, sostegno ai redditi. Poi abbiamo ritenuto importante prevedere delle imposizioni sulle plusvalenze, innanzitutto nelle plusvalenze delle compravendite delle case costiere, che, grazie anche alla politica severa di tutela ambientale, hanno avuto delle importanti rivalutazioni. Si comprano e si vendono con lautissimi guadagni, e vorremmo che almeno una piccola parte di questi guadagni possano contribuire alla fiscalità generale, aiutarci ad avere scuole migliori e ospedali migliori.
Quindi, io politicamente credo che fossimo nel giusto e ritengo che sia utile aspettare le motivazioni delle sentenze e poi decidere sul da farsi. Però, approfitto di questa vostra attenzione per dire: la Sardegna non ha messo tasse, la Sardegna ha tagliato i costi correnti della pubblica amministrazione, in maniera esemplare. La Sardegna ha diminuito le imposte sulle attività produttive, ha fatto una politica esemplare di sostegno ai redditi e dei servizi alle persone, e poi chiede maggiore equità fiscale, chiedendo di contribuire alla fiscalità generale a chi fa dei lauti guadagni su delle plusvalenze che non sono tassate".

Piersandro Pillonca (Sardegna Uno):
"Presidente, una volta che si conosceranno le motivazioni della sentenza, la Regione ribadirà il principio dell'autonomia impositiva, che peraltro è sancito dallo Statuto, e chiederà che ci sia una compartecipazione della Regione stessa ai redditi che si producono sulle coste?".

Presidente Soru:
"Certamente sì. Noi, credo, abbiamo nel nostro Statuto, in qualche modo, anticipato il principio del federalismo fiscale, avendo sancito, riconosciuto, in una legge che ha valore costituzionale, la possibilità di autonomia impositiva, in particolar modo sulle attività turistiche. Questa possibilità, questa autonomia, vorremmo che possa essere effettivamente utilizzata e che non venga svilita. Peraltro portiamo avanti un discorso del tutto simile, anche non molto dissimile, al discorso che altre regioni portano avanti, sulla necessità del federalismo fiscale. Anche noi riteniamo importante il federalismo fiscale; un federalismo che ci porti a tagliare le tasse; che ci porti a tagliare i costi; a essere maggiormente responsabili sui nostri costi, a tagliare le tasse e a vedere anche, a seconda delle specificità della propria regione, diverse forme di partecipazione al bilancio generale. E' probabile che, in un momento in cui il federalismo fiscale si deve avviare in maniera ordinata in tutta Italia, si sia chiesto alla nostra regione un po' di prudenza in più e di aspettare magari le altre regioni".

Jacopo Onnis (Rai):
Presidente, lei dice: 'Politicamente abbiamo ragione'. Purtroppo bisogna fare i conti, spesso, col dato giuridico. Una osservazione che le viene fatta da molti: il contrasto con molte magistrature (contabile, amministrativa, ordinaria). La Corte oggi si pronuncia in senso negativo. Sono salutari provocazioni quelle che fate voi? O, come molti altri dicono, una sottovalutazione del dato giuridico oggi esistente?".

Presidente Soru:
"Oggi parliamo intanto di una Corte Costituzionale che ci ha detto due volte sì e due volte no, quindi mi soffermerei anche sul due volte sì e aspetterei di vedere perchè ci ha detto due volte no, perché potrebbe essere che in quel 'due volte no' ci sia in gran parte un sì, e siano solamente valutate diversamente le modalità tecniche. Così come, sulle altre magistrature, da una parte c'è stato il Tar che ha bocciato un nostro provvedimento, ma appena due settimane fa il Consiglio di Stato ha ribaltato una sentenza del Tar su un altro nostro provvedimento, quindi, bisogna aspettare le magistrature.
Nel frattempo, sulle leggi di questa legislatura, diverse volte si è ricorso alla Corte Costituzionale. Aveva iniziato lo stesso governo Berlusconi, opponendo la legittimità costituzionale alla legge, cosiddetta salvacoste, e al Piano paesaggistico regionale, che vincemmo, perché venne, quel ricorso, dichiarato irricevibile.
Quindi, tante volte abbiamo ragione e qualche volta non abbiamo ragione. In questo caso, naturalmente rispetto totalmente la sentenza della Corte Costituzionale, che peraltro per ora non conosco, ma ritengo e sono orgoglioso, della politica che questa Regione ha fatto in questi anni: di taglio dei costi, di eliminazione di ogni spreco, di risparmio severo nella spesa corrente, di riduzione della pressione fiscale per le imprese, di riduzione, di fatto, della pressione fiscale per i pensionati, per i monoreddito, con delle politiche attive di sostegno ai redditi. Poi, credo che sia giusto chiedere qualcosa e tassare anche le plusvalenze, in particolar modo in Sardegna, che non è teatro di grandi movimenti di capitali, non è una piazza di capitali importantissimi, ma ha questa fattispecie importante delle seconde case costiere, che vengono comprate e vendute, a volte spesso e con delle plusvalenze rilevantissime, fuori da ogni tassazione, io credo che sia giusto che anche loro possano partecipare alla fiscalità regionale".

Jacopo Onnis (Rai):
"Un ultimo brevissimo flash ce lo dà Presidente? La soluzione del problema entrate. Se anche in quel caso, dopo la richiesta della Corte dei Conti ci fosse un no, sarebbe una catastrofe per la Sardegna? O no?".

Presidente Soru:
"No. Ho appena detto che quando abbiamo introdotto questa tassa la Sardegna era sull'orlo della catastrofe, perché nei cinque anni precedenti si era moltiplicato il debito pubblico della nostra Regione per circa dieci volte, e nell'ultimo anno, il 2004, il debito della Regione cresceva di un altro miliardo e duecento milioni di euro, un enormità. Per questo dovemmo, in fretta, fare tutto quello che era possibile: prevedere nuove tasse, tagliare i costi, chiedere una più attenta valutazione al Governo della nostra compartecipazione. Poiché oggi tutte queste cose le abbiamo fatte, abbiamo vinto un confronto serrato con il Governo sulla compartecipazione fiscale. Poiché abbiamo tagliato i nostri costi. Oggi anche questa sentenza della Corte Costituzionale può essere riassorbita con estrema facilità dal bilancio regionale, così come sarà riassorbita. Manterremo le nostre spese, manterremo il riequilibrio di bilancio. Semplicemente diminuiremo, in parte, gli investimenti straordinari che stavamo facendo. Grazie".