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In Consiglio regionale la condanna della violenza

Cagliari, giovedì 17 gennaio 2008, Consiglio regionale
Presidente Soru:
"Grazie signor Presidente. Parlo con qualche difficoltà in più, oggi, in Consiglio regionale. Intanto perché era da diverso tempo che non mi capita, perché comunque ci torno dopo un fatto importante anche dal punto di vista personale e, devo dire, parlo con difficoltà anche per il dibattito a cui ho assistito. Devo dire che sono abbastanza sbigottito per molte delle cose che ho sentito. Vi ringrazio tutti per la solidarietà espressa, vi ringrazio tutti per aver condannato, chi più chi meno, la violenza; chi più in maniera netta, chi più con mille distinguo, mille 'se', mille 'ma', e ringrazio tutti per aver parlato degli episodi che comunque si sono verificati a Cagliari nei giorni scorsi e per aver subito dopo parlato del tema vero, che è quello dei rifiuti. Mi scuserete, ma io oggi pensavo che il tema vero fosse quello della violenza. Pensavo che forse oggi il tema poteva essere unicamente gli episodi che si sono verificati a Cagliari, e magari subito dopo parlare per tutto il tempo che occorre dei rifiuti. Però forse una riflessione in più avrebbe meritato quello che è accaduto. Vi siete giustamente dispiaciuti, perché a un consigliere regionale è sfuggita una parola, la 'non più appropriata' in quel discorso che comunque cercava di portare avanti; la 'non più appropriata' mentre cercava di fare un ragionamento.

Io le chiedo solo per cortesia di riuscire a fare un ragionamento. Vi ho ascoltato in tanti - se mi permette, mi dà una mano, mi fa portare avanti la mia responsabilità - e vi dico qualcosa. Altrimenti come voi sono stanco, alle 10.20 potevamo anche terminarla qui. Cerco di dirvi qualcosa, se può essere utile. Vede consigliere Atzeri, non è della mia serenità che si parla, non è della mia serenità, io sono sereno ed ero sereno, le assicuro rimarrò sereno. Però credo che sia un problema per questa Regione, che comunque ha un presidente della Regione, e spero che lo continui ad avere a lungo, altri presidenti della Regione non io. Presidenti della Regione che possano vivere in un clima di agibilità politica, che possano svolgere la loro responsabilità nei luoghi istituzionalmente preposti e poi possono vedere non condiviso il loro operato, possono avere un confronto aspro e polemico, ma a un certo punto della giornata possono andarsene a casa e stare tranquilli. Io credo che sia un valore per questa Regione, non per la mia serenità che non vale nulla, un valore per questa Regione il fatto che la politica si faccia qui o si faccia nelle manifestazioni, fuori anche dai palazzi istituzionali. Ma non si vada a prendere mai il presidente della Regione a casa, non lo si vada a prendere: quello è squadrismo, quello è fascismo, andare a prendere chi fa politica a casa sua. Nell'esperienza italiana l'hanno fatto i fascisti, nell'esperienza italiana l'hanno fatto i fascisti. Io sono stato zitto quando voi parlavate, se mi permettete di parlare parlerò o altrimenti ce ne andiamo a casa".

Presidente del Consiglio:
"Continui Presidente, continui. Colleghi: poi i commenti avrete tutti il tempo per farli. Prego, Presidente".

Presidente Soru:
"Vi tranquillizzo tutti: non c'è nessun paragone da fare con Emilio Lussu, io non c'entro nulla, sono indegno di qualsiasi paragone, se non il fatto che era da tanto tempo che una persona di responsabilità istituzionale in questa Regione la si andasse a prendere a casa. E per questo, se non con Emilio Lussu, se non altro mi voglio paragonare a quel sanlurese che un giorno alcune persone vestite in modo strano, partendo da Cagliari e prendendo il treno, andarono a prenderlo a casa sua per fargli violenza, per umiliarlo davanti alla sua famiglia, per umiliarlo davanti ai suoi vicini, ai suoi cari e spaventarlo, ed eventualmente fargli cambiare idea. A lui mi sento idealmente, totalmente vicino. Perché quello che è accaduto è pari pari la stessa cosa: andato a prendere a casa, nella sua famiglia, usato violenza contro di lui per umiliarlo e per cercare di fargli cambiare idea. Io credo che questo non sia buono per la nostra Regione e credo che meriti un supplemento di riflessione. Credo che meriti un supplemento di riflessione. Per quanto riguarda i rifiuti, l'ho già detto tante volte perché ho agito in questo modo, ho agito davanti a un'emergenza. Oggi ho sentito da più parti che non c'era emergenza, evidentemente non sapevano che c'era un commissariamento a Napoli, che era stato mandato il capo della Protezione civile, Bertolaso, che ha avuto dei problemi, che l'emergenza è cresciuta ulteriormente, che da venti giorni i bambini non andavano a scuola come qualcuno ha richiamato, che la città è paralizzata, che si andava a rischi di malattie che l'Italia, non Napoli, l'Italia era da una settimana ogni giorno nei telegiornali di tutto il mondo; che l'Italia, non Napoli, era tutte le sere nei telegiornali di qualsiasi Paese europeo. Io credo che fosse un'emergenza e, poiché voglio rappresentare una Regione che è fatta di diritti e di doveri, e poiché i diritti penso di averli fatti valere, qualche volta con successo, qualche volta meno, a gran voce ogni volta, allo stesso modo voglio rappresentare la Regione nei doveri e quando il Paese chiama questa Regione ci deve essere.

Almeno io voglio rappresentare una Regione che c'è nel momento in cui è chiamata a fare il suo dovere, e l'ho voluta rappresentare, l'ho già detto, l'ho messo per iscritto, perché mi ricordo anche di qual è il contratto che ci lega, il contratto sociale, qual è il patto che ci lega, e che è ben scritto nell'articolo 2 della Costituzione, e che non è semplicemente banale ricordare, non è una frase fatta: è quello che sostanzia il nostro stare assieme, è quello che sostanzia le nostre istituzioni, ed è quello che intende guidare l'operato di tutti noi. E sicuramente deve guidare il mio operato, poiché ho giurato di volermi comportare rispettando quel testo.
C'era un'emergenza, e davanti all'emergenza bisogna agire ed esprimere immediatamente la piena solidarietà. Ora è stato detto: 'Ma anche noi siamo solidali, anzi l'abbiamo detto anche prima di lei, anche noi vogliamo essere solidali'. E allora va bene, vogliamo essere tutti solidali. Poi è stato anche detto: ‘Ma è un'inezia quello che sta arrivando, è lo 0,3% dello spazio disponibile in discarica'. Qualcuno ha detto: 'Ma è un'inezia, non è nulla, è una goccia nel mare'. È vero: è una goccia nel mare. Ma se siamo tutti solidali e se è una goccia nel mare, così come voi stesso avete richiamato, di cosa stiamo discutendo? Del metodo? Siamo tutti solidali, è una goccia nel mare: tutto questo per il metodo? È evidente, allora: io conosco il valore di una goccia nel mare, e di una goccia contro gli incendi, ne conosco il valore e certamente conosco il valore della testimonianza, e per questo non sminuirei e non diminuirei.

Detto tutto questo, per il metodo: la Sardegna in futuro avrà un presidente migliore e un presidente che capirà meglio il metodo. Io capisco questo metodo, il metodo in cui non c'è un primo, ma ci sono persone in questo Consiglio regionale che hanno compiti diversi. Siamo tutti eletti direttamente dal popolo, è stato ricordato anche oggi, con una differenza: qualcuno per il Consiglio regionale e quindi per fare le leggi, per controllare l'operato del governo regionale, per indirizzarlo, per controllarlo, non per farlo assieme o per chiedere il permesso prima. Per controllarlo vuol dire 'dopo'. Per fare le leggi, per indirizzarlo, per controllare. E poi c'è un mandato che è quello di governare...".

Consigliere:
"Per applicare le leggi...".

Presidente Soru:
"Le ha risposto bene il suo consigliere Sanna. Quindi ci sono diversi mandati, e ho, sapendo anche che si trattava di una goccia nel mare, assunto questa responsabilità. Conosco il dovere anche della responsabilità e il valore di assumerla in proprio, che significa anche non scaricarla addosso agli altri, e ho assunto il dovere di una responsabilità impopolare, e sapevo che sarebbe stata impopolare però, non di meno, voglio rappresentare una Sardegna che se ne frega qualche volta di essere impopolare, che però non molla davanti al dovere della solidarietà e al dovere dell'unità nazionale. E non molla quando è il momento di chiedere il rispetto dei propri diritti, ma non molla nemmeno quando è il momento di testimoniare il dovere. Tutto lì.
Circa i rifiuti, ancora, ho sentito delle cose abbastanza terribili: la Sardegna trasformata in una pattumiera, questi 'anni terribili'. Questi 'anni terribili' hanno cancellato, stanno cancellando la pattumiera in Sardegna. Questi 'anni terribili', tre anni, hanno portato la raccolta differenziata da circa il 3% a già il 30%. Questi 'anni terribili' hanno fatto sì che, mentre prima si conferivano in discarica oltre 700mila tonnellate, ora, già nel 2007, se ne sono conferite 200mila in meno rispetto al 2004.

In questi 'anni terribili', nel 2008, rispetto al 2004, si conferiscono in discarica 300mila tonnellate in meno. Vuol dire che il conferimento in discarica è quasi dimezzato in pochi, quattro, 'anni terribili': che significa, non che la Sardegna sta diventando la pattumiera, ma che la Sardegna sta smettendo di essere la pattumiera, sta smettendo di avere la più grande discarica privata d'Europa, e sta smettendo di aver bisogno di discariche all'infinito. Perché sta producendo meno rifiuti e perché dai rifiuti si sta recuperando quello che è valore: vetro, carta, plastica, la parte organica, che torna a diventare terra, viene utilizzata dall'Ente foreste.

Per questo vi voglio dire: non stiamo cambiando direzione, non stiamo pensando di fare un business dei rifiuti degli altri, stiamo semplicemente dicendo che dei nostri rifiuti non tutto è da buttare. Dei nostri rifiuti non tutto è da buttare, e che dai nostri rifiuti si può recuperare vetro, carta, plastica, e che già oggi imprese che prima non c'erano, ci sono in Sardegna, e producono carta, producono lavorazioni secondarie sulla carta; producono lavorazioni primarie e secondarie dalla plastica; stanno costruendo, in questo momento, lo stabilimento per lo smaltimento delle gomme, per produrre un prodotto di grande valore, che serve per essere mischiato con l'asfalto, in maniera da fare tappeti idrorepellenti, insomma, che permettono di viaggiare con maggior sicurezza. Questo è il valore che vogliamo estrarre dai rifiuti della Sardegna e questo è quello che stiamo cercando di fare.

Circa i rifiuti ancora, in Sardegna, ci siamo dimenticati di ricordare, oggi, che mentre stiamo importando circa 6.000 tonnellate di rifiuti, la Sardegna ogni anno ne esporta per 540.000, quasi 100 volte tanto, e dai porti della Sardegna, dove qualcuno, qualche sindaco, si sveglia e dice 'da qui non passeranno mai', vorrei sapere se con la stessa solerzia, sindaci e quant'altro, andranno a dire 'da qui i rifiuti non passeranno mai', nemmeno per essere portati fuori dalla Sardegna, e ce li terremo in casa, non so dove. Noi, ancora oggi, non siamo capaci di smaltire gli acidi delle lavanderie. Ogni volta che portiamo qualcosa a lavare, portiamo un po' di nostri rifiuti fuori. Non siamo capaci di smaltire le batterie delle automobili, non siamo capaci di smaltire farmaci, non siamo capaci, non siamo ancora autonomi per smaltire computer, televisori. Ci stiamo attrezzando per questo, per fare in modo che nel futuro non dovremo più esportare 500mila tonnellate e per fare in modo anche che lo smaltimento dei nostri televisori, dei nostri computer, possa diventare lavoro nella nostra regione.

E vi dico anche che nella nostra regione, nella vostra regione, c'è un impianto di smaltimento, ad esempio di amianto, è stato ricordato oggi. Così come l'amianto può essere anche smaltito, messo dentro le cosiddette caramelle, nelle discariche. Non di meno ci sono imprese sarde che smaltiscono l'amianto sardo, in perfetta legalità, fuori dalla Sardegna. Lo esportano, perché costa di meno smaltirlo in altre regioni che smaltirlo in Sardegna, e dove pensate che lo esportino? In Lombardia o in Campania? Io penso che lo esportino al sud. E come mai costerà di meno lì? Non è improbabile che vada, quello sì, ad essere di peso per quelle popolazioni, che magari sono anche più spaventate del dovuto, perché hanno dovuto gestire in maniera illegale i rifiuti di mezza Italia. Non noi, che stiamo gestendo in maniera legale, in maniera controllata e in maniera attenta, quattro sacchetti di immondizia, e come sapete la prima nave è stata smaltita in sei ore e mezzo di lavoro dell'impianto del Casic. E non è rimasto nulla in Sardegna, se non una piccola percentuale di ceneri, che se fossimo più bravi e riuscissimo a mettere a posto l'impianto, potrebbe essere riutilizzato anche quello nei cementifici che lavorano in Sardegna, e solo un 5% di tutto quello che è smaltito andrebbe in discarica.

Questa è la situazione di questa Sardegna solidale, che importa per 6 ed esporta per 100 volte tanto. È vero, non abbiamo di che essere molto orgogliosi, perché noi stessi, forse in maniera illegale, rimandiamo in Campania qualcosa che produciamo e che non verrà smaltito da impianti pubblici, verrà smaltito, come non so, ma credo, credo che anche noi, in parte, abbiamo contribuito a creare un problema in altre regioni. Detto tutto questo, la gestione dei rifiuti, qualcuno ha detto: ‘Ma cosa stiamo programmando? Cosa stiamo facendo?'. L'ha ricordato l'Assessore: la Giunta regionale ha già adottato il piano regionale dei rifiuti, che non c'era, ma c'è; ha già proposto una commissione, da qualche tempo, di presentarla, ma non solo, in questo momento è sottoposto alla Vas, e sarà discusso in ogni paese della Sardegna. C'è il momento del confronto, della discussione, della compartecipazione: riguarda i piani, non il momento di smaltire 'sei sacchetti di rifiuti', quella è una responsabilità del governo. Voi dovete discutere, anche i prossimi giorni, e dovete decidere se fare un'autorità d'ambito per i rifiuti. Non abbiamo ancora attuato la legge Galli, siamo ancora senza l'autorità d'ambito e in maniera abnorme. Oggi i rifiuti sono ancora gestiti da impianti, ma nei consorzi industriali, e dovrà essere superato rapidissimamente, come sapete.

Voi, non io, dovrete decidere se fare un'autorità d'ambito, se farne tre, se farne due, se farne otto. Se mettere assieme lo smaltimento e mettere assieme la raccolta. Voi dovrete decidere della commissione ambiente, sul piano regionale dei rifiuti, dovrete decidere se vi va bene che ci siano un inceneritore, un termovalorizzatore, a Ottana o meno. Dovrete decidere se vogliamo andare fino al 70% di raccolta differenziata, e magari termovalorizzare ancora di meno.
Voi avete un sacco da discutere sui rifiuti. Le azioni di governo sono azioni di governo e per questo ho ritenuto di poter decidere immediatamente e di rappresentare i sardi come ho ritenuto di doverli rappresentare.

Detto tutto questo, gli ultimi 30 secondi per ringraziare ancora una volta tutti quelli che hanno espresso solidarietà, e tutti i sardi, tutti i sardi che hanno espresso solidarietà in maniera non formale, e credo che nei prossimi giorni, lentamente, piano piano, riusciremo a informare e a spiegare, e piano piano le cose saranno maggiormente comprese da tutti quanti e questo momento passerà. Passerà e rimarrà un piccolo vulnus: dopo decenni siamo tornati a prendere le persone a casa, per cercare di umiliarle davanti a suoi familiari e per cercare di fargli cambiare idea in quel modo.
Io lo voglio dimenticare subito e da domani l'avrò dimenticato".