Regione Autonoma della Sardegna [SITO ARCHIVIO]
Vai alla nuova versione
Vai al contenuto della pagina

Logo Regione Sardegna


"Ho parlato al Papa della mitezza di noi sardi"

Intervista al quotidiano "Il Sardegna", lunedì 8 settembre 2008
Presidente, durante la messa sul sagrato di Bonaria, lei e Berlusconi eravate seduti accanto. E avete parlato fittamente. È stato un incontro cordiale?

"La cordialità è un dovere istituzionale".

Ma di che parlavate durante la messa?

"Di musica".

Musica?

"Sì, musica sacra. Ha sentito quanto erano bravi i cantori del coro?".

E la politica? È rimasta fuori dai vostri discorsi?

"No, ci siamo incontrati e abbiamo parlato anche prima della messa".

Argomenti trattati?

"La Tirrenia prima di tutto. Perché così non si va avanti. Lavoriamo affinché loro, il Governo, risparmino i soldi che oggi sprecano, e affinché noi possiamo finalmente offrire ai sardi un servizio che sia che sia civile per la nostra regione".

C'è anche il problema delle entrate fiscali della Sardegna. Ne avete parlato?

"Sì. È una conquista da difendere. Il sistema ottenuto ci va bene, al contrario di quanto sostengono i servi sciocchi. E insieme, abbiamo detto con il premier, lavoreremo alla scrittura delle regole. Poi abbiamo trattato di servitù militari".

In che termini?

"Qualche settimana fa ho partecipato al Consiglio dei ministri per la costruzione della nuova pista tattica di atterraggio nel poligono di Quirra. Oggi ho ripreso l'argomento e Berlusconi è rimasto impressionato dalle dimensioni delle servitù militari nella nostra isola, dimensioni che lui non conosceva. Con il presidente del Consiglio siamo rimasti d'accordo che presto ci rivedremo per parlare di questo argomento".

Lei cosa chiederà al premier?

"La chiusura di due poligoni: Teulada e Capo Frasca. La pista di Quirra sarà il nostro contributo al dovere della difesa nazionale. Ma come le Regioni del nord in questi mesi avanzano le loro rivendicazioni, la Sardegna avanza le proprie per quanto riguarda le servitù militari".

Il premier le ha fatto qualche battuta sul giornale L'Unità?

"Battuta? Perché battuta?".

Beh, è nello stile di Berlusconi fare battute. Almeno ne avete parlato?

"Perché avremmo dovuto parlarne?".

Perché lei ha appena rilevato il giornale. Ne avete parlato?

"Non glielo dico".

Sembra di capire che ne abbiate parlato... Comunque, mattinata con il capo del Governo, pomeriggio con il Papa.

"Sì, l'ho incontrato alle quattro in seminario".

Che regalo ha fatto il governatore al pontefice?

"Un libro di Maria Lai, un libro di stoffa, colorato. Al Papa è piaciuto, è rimasto colpito. Il libro si chiama 'Da tanto tempo', un titolo molto evocativo. Quindi ci siamo soffermati sulla religiosità della Sardegna".

Su quali aspetti vi siete soffermati?

"Il Deus ti salvet Maria. Ho detto che l'Ave Ma ria in sardo per noi è quasi un inno nazionale, è un canto che unisce tutti i sardi. Ma ho la sensazione che i sardi in effetti si ritrovino molto attorno alla fede, nella nostra identità ha un ruolo importante. Infine, abbiamo parlato della mitezza".

La mitezza? Un tema abbastanza singolare.

"Ho detto al Papa che siamo un paese mite, è un grande dono. Con quello che accade nel resto del mondo, nelle altre regioni italiane, ci rendiamo conto di possedere questa mitezza. Anche se talvolta tendiamo a rappresentarci in maniera sbagliata, in termini di violenza, durezza, balentia. Ma la verità è che siamo un popolo mite".

(Intervista di Marco Mostallino)