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Nuovo vincolo su Tuvixeddu e un'alternativa ai costruttori

Cagliari, lunedì 25 agosto 2008, Sala Giunta viale Trento
Presidente Soru:
"Volevamo darvi, noi tutti, insieme all'assessore ai Beni culturali e all'assessore all'Urbanistica, volevamo darvi la posizione della Regione.
La Regione sente forte la responsabilità e il dovere di tutelare nel miglior modo possibile l'area di Tuvixeddu-Tuvumannu. E' la più grande necropoli punica che si conosca, è un grandissimo parco archeologico, ma storico-culturale, dentro una città, in pieno contesto urbano, come raramente accade. E' un grandissimo valore per la Sardegna e per l'Italia, non solo per Cagliari, e abbiamo il dovere di tutelarlo.

La recente sentenza del Consiglio di Stato ci dice che il provvedimento di tutela, che era stato fatto a seguito di un pronunciamento della commissione regionale ai Beni culturali, era mal posto, perché quella commissione era mal costituita, si sarebbe dovuta costituire per legge. Non ci dice che quel colle non deve essere tutelato e non ci dice che non possa essere tutelato, ci dice che la commissione deve essere costituita per legge, e quindi riavviamo il percorso, cautelativo innanzitutto, e poi di tutela e salvaguardia del colle, e lo faremo con la prima riunione utile della Giunta regionale.

La tutela è innanzitutto compito dello Stato, compito quindi del Ministero dei Beni culturali in questo caso. A noi ci lascia ben sperare il fatto che il Ministero dei Beni culturali si sia costituito a favore della tutela nel recente procedimento presso il Consiglio di Stato, e con una memoria assolutamente importante e istruttiva, che teneva conto anche di recenti, straordinari ritrovamenti, di molte centinaia di tombe nell'area di Tuvixeddu, nell'area interessata alle costruzioni.

La tutela è compito dello Stato e quindi noi abbiamo sollecitato lo Stato ad ampliare i vincoli e a farsi parte diligente in questo senso, ma grazie al codice Urbani e nel contesto del codice Urbani è anche compito della nostra Regione. Naturalmente nei modi dovuti, costituendo quindi la commissione per legge e non per semplice nomina, così come è stato fatto nelle altre regioni a Statuto ordinario, e quindi, parallelamente all'azione dello Stato, anche la Regione ripercorre, in maniera più corretta dal punto di vista formale, il procedimento necessario per tutelare finalmente, in maniera definitiva quest'area.

Rispetto al momento in cui questa vicenda si è avviata ci sono dei fatti nuovi, estremamente importanti, come il ritrovamento appunto di queste molte centinaia di tombe. Di quest'area conosciamo tutti le tombe più famose: la tomba che affaccia su via Is Mirrionis, dove c'è una delle più importanti iscrizioni latine, la tomba dell'Ureo, tombe decorate, tombe istoriate.

Questi ultimi ritrovamenti, che a noi ci sembrano venire dalla notte dei tempi, in realtà sono ritrovamenti quasi casuali, degli anni ‘80. A oggi non è stata ancora mai fatta una campagna scientifica approfondita di scavi in quell'area, quindi pensiamo tutti che cosa quell'area possa contenere, che ancora non sappiamo e che dobbiamo tutelare".

Vito Biolchini, Radio Press:
"Esattamente la Giunta cosa farà? Una delibera con cui decidere che cosa?"

Presidente Soru:
"Il Consiglio di Stato ci dice che la Commissione deve essere istituita sulla base di un provvedimento normativo, sulla base di una legge. Per dire la verità la Giunta, nel 2005, aveva approvato un disegno di legge, quindi predisposto quel provvedimento li, che è in Consiglio regionale dall'epoca. Quindi giovedì, a seguito anche delle modifiche del codice Urbani, noi modificheremo quel disegno di legge e poi chiederemo che alla ripresa del Consiglio venga finalmente approvata quella legge. Contestualmente però, giovedì, utilizziamo l'art. 14 della legge regionale n. 45, la legge urbanistica regionale, che ci permette cautelativamente di sospendere ogni attività per 90 giorni. Entro questi 90 giorni deve essere approvata la legge in Consiglio regionale, nominata finalmente bene la Commissione e riportata la discussione in Commissione, secondo quanto, di fatto, pare suggerire anche il Consiglio di Stato nella sua sentenza, che proprio suggerisce questo percorso.

Vito Biolchini, Radio Press:
"In uno dei tanti articoli che sono usciti in queste settimane, su La Nuova Sardegna, l'assessore Sanna ipotizzava, utilizzando alcuni strumenti normativi esistenti, la possibilità di compensazione. State immaginando anche di percorrere quella strada? Posto che sostanzialmente adesso state di nuovo tutelando il colle bloccando i cantieri. Una volta fatto questo c'è la possibilità di aprire un tavolo con Coimpresa, per immaginare appunto questo?"

Presidente Soru:
"Guardi, noi questo tavolo l'abbiamo sempre aperto e cercato di aprire, di mantenere vivo costantemente. Noi abbiamo ragionato con Coimpresa fin dall'inizio, chiedendo di modificare il progetto, chiedendo di fare delle cose diverse rispetto a quelle proposte, magari tutelando maggiormente Tuvixeddu e concentrando l'attività più verso Tuvumannu.

Quindi, abbiamo sempre discusso, laddove invece abbiamo sempre avuto una chiusura totale. Non è stato riferito, lo riferisco oggi: persino nelle settimane, nei mesi scorsi, non più forse di due mesi fa, in attesa della sentenza del Consiglio di Stato, ho chiamato Coimpresa per verificare se non ci fosse appunto la possibilità di trovare una soluzione condivisa, che rispettasse, che tenesse conto delle due necessità, dei due interessi. Quello privato di portare avanti una speculazione edilizia, di guadagnare dei soldi, e quello pubblico di tutelare il bene comune, un bene comune così importante. Neanche due mesi fa ci è stato detto che sarebbe stato più utile aspettare i Tribunali.

Ora, noi riavviamo il procedimento, contestualmente però oggi abbiamo mandato anche una lettera al sindaco di Cagliari, alla Sovraintendenza e a Coimpresa, per incontrarsi e per verificare ancora una volta se non c'è la possibilità di trovare una soluzione più serena, più condivisa e che tenga conto degli interessi di tutti: degli interessi del Comune di Cagliari, dell'interesse dell'impresa, ma certamente dell'interesse non meno importante, generale, di tutta la regione, direi di tutta la comunità nazionale, di tutelare un bene pubblico così importante.

Ora, noi non siamo solamente interessati a rendere inedificabile quell'area, ma siamo interessati a fare in modo che quell'area diventi un bene pubblico, venga acquisita al patrimonio pubblico. Nel momento in cui viene acquisita al patrimonio pubblico c'è lo spazio per tutte le discussioni di compensazione, come normalmente avviene quando si compra e si vende qualcosa, di compensazione anche per i privati.

Qualche mese fa, quando abbiamo richiamato Coimpresa, come vi ho segnalato, l'avevo fatto anche alla luce delle nuove proprietà che la Regione ha nel comune di Cagliari, restituzioni importanti da parte del demanio. Aree che meritano di essere sviluppate, che hanno necessità anche di imprenditori coraggiosi, che hanno voglia di costruire, di costruire bene. Quindi, non stiamo dicendo che a Cagliari non si debba costruire, ma bisogna anche costruire forse nelle aree più adatte e tutelare le aree più importanti, e in questo momento la Regione ha la proprietà e mette a disposizione anche per eventuali scambi delle aree estremamente importanti dal punto di vista urbanistico, per i privati e per la città".

Roberto Paracchini, La Nuova Sardegna:
"Per quanto riguarda il discorso, diciamo del dialogo, loro dicono: esiste una sede istituzionale, dal loro punto di vista, che è il Comitato di vigilanza per l'accordo di programma, e all'interno di quella si può verificare questo dialogo. Poi, riguardo alla questione della compensazione hanno accennato ‘non di compensazione si dovrebbe parlare, ma di indennizzo', nel senso che ci sono dei diritti che, loro dicono, dal loro punto di vista, acquisiti, e quindi in questo caso si tratta di indennizzi, qualora poi questi diritti vengano a cessare".

Presidente Soru:
"In Sardegna esistono più sedi istituzionali. La Presidenza della Regione è una sede istituzionale adeguata per convocare una riunione, quindi, questa è la sede istituzionale presso la quale proponiamo un incontro. Per quanto riguarda compensazioni o indennizzi, a me non interessa il prezzo, non interessa il termine. Ci sarà certamente un prezzo al quale la Regione è interessata a rendere pubbliche quelle aree, per contanti, per scambio, per permuta di aree. Più facilmente per permuta di aree, ma siamo interessati a discutere tutte le opportunità.

Peraltro, anche quando si parla di indennizzo non è chiaro che cosa sia l'indennizzo. E' il danno, l'indennizzo del danno? O del mancato guadagno?"

Roberto Paracchini, La Nuova Sardegna:
"Mancato guadagno. Questo è quello che dicono loro".

Presidente Soru:
"Ripeto, io credo che valga la pena di discutere, poi discuteremo del prezzo. Noi stiamo proponendo un incontro. Senza prezzo, senza parlare anticipatamente né di prezzo né di troppe cose. Stiamo proponendo un incontro, mentre comunque avviamo i percorsi di tutela dei diritti di tutti i sardi. Stiamo proponendo un incontro, dove comunque non rinunciamo a discutere serenamente, questo è".

Fabrizio Fois, Ansa:
"Presidente, due cose. Una è: se nei 90 giorni il Consiglio regionale non dovesse riuscire ad approvare la legge cosa succederà? Come pensate di muovervi e se nel caso chiederete l'intervento del Ministero".

Presidente Soru:
"Mi scusi, rispondo subito a questa. Noi l'abbiamo già chiesto l'intervento del Ministero e lo solleciteremo ogni giorno, abbiamo bisogno dell'opinione pubblica, lo faremo sollecitare dall'opinione pubblica sarda, lo faremo sollecitare dall'opinione pubblica nazionale, faremo in modo che l'Italia si svegli davanti a quello che rischia di accadere in Sardegna, in una città dove, se si interviene a Sant'Elia si dice che è la speculazione di Soru, mentre invece si tratta di interventi di riqualificazione da parte della pubblica amministrazione. Quando invece un privato costruisce su uno dei monumenti, comunque, della storia antica del Mediterraneo, va tutto bene, e sembra addirittura una persecuzione se qualcuno, la pubblica amministrazione, cerca invece di tutelare per le prossime generazioni un bene di così grande importanza. Quindi noi ci rivolgeremo allo Stato ogni giorno, perché faccia la sua parte.

Noi non siamo alternativi allo Stato in quest'opera di tutela, siamo insieme allo Stato. La responsabilità primaria è dello Stato, poi viene la responsabilità della Regione, che noi comunque porteremo avanti in questi mesi".

Fabrizio Fois, Ansa:
"L'altra invece era relativa, lei ha parlato di ritrovamento delle tombe degli anni '80. Se non mi sbaglio, non mi ricordo esattamente, nella sentenza si parlava di questo ritrovamento e si diceva: non ci sono, non sono accaduti fatti nuovi, relativamente a queste tombe".

Presidente Soru:
"Ha ragione, vale la pena di vederci molto chiaro, perché da una parte c'è il direttore regionale che testimonia, dichiara, come molte centinaia, forse più di mille, circa 1100 tombe sono state ritrovate recentemente, di cui non si sapeva nulla fino a oggi. Questo dichiara il Ministero dei Beni culturali e l'Avvocatura dello Stato, nella propria memoria presso il Consiglio di Stato. Di questo non c'è traccia in alcuni uffici delle Sovrintendenze, e di questo forse qualcuno, nel futuro, sarà chiamato anche a rendere conto, e credo che sia giusto che si dovrà rendere conto in futuro di quanto è accaduto".

Fabrizio Fois, Ansa:
"Se ho capito bene è il Ministero da Roma che dichiara che ci sono 1166 tombe nuove, ma la Sovrintendenza di Cagliari non ne ha traccia?"

Assessore Maria Antonietta Mongiu:
"Preciso. Nella memoria dell'Avvocatura generale dello Stato, e quindi redatta dalla direzione regionale dei beni culturali di Cagliari, testualmente si dichiara, e possiamo dare anche il testo, che l'architetto Garzillo ha richiesto formalmente questa primavera, e ha ottenuto risposta formale dopo tre sollecitazioni, che nell'arco di tempo dal 1997, data del precedente vincolo, ad oggi, all'anno scorso, alla data del vincolo che la commissione del paesaggio ha proposto, sono state rinvenute complessivamente 1166 tombe. Dice anche in quali luoghi sono state rinvenute, cioè in aree del parco, fuori dal parco, e non viene mai precisato se sono luoghi a vincolo diretto o a vincolo indiretto. Fatto sta che sono, non soltanto nuovi ritrovamenti, ma sono una tale dimensione di ritrovamento, anche rispetto a quello che la stessa Commissione aveva proposto, che si configura come una delle scoperte più rilevanti avvenute negli ultimi decenni nel Mediterraneo".

Presidente Soru:
"Quindi, la cosa strana è che c'era questa scoperta. La precedente Sovrintendenza archeologica non ha esteso il vincolo e solo dopo diversi solleciti ha comunque dichiarato, formalmente, che in effetti queste tombe esistono, ma non sono state ancora messe ordinatamente in una carta. In queste settimane si sta facendo finalmente, e quindi io credo che da una parte, lo Stato, finalmente porti avanti il procedimento e adotti tutti i procedimenti necessari, una responsabilità che ha, chiara e molto forte. Dall'altra ci sarà la Regione che fa il suo percorso, poi con calma, in futuro, chiariremo come mai di questi ritrovamenti non si sapesse nulla, come mai queste carte non sono state segnalate".

Giuseppe Giuliani, Sardegna 1:
"Scusate, Coimpresa sostiene che invece questi nuovi ritrovamenti non sarebbero nuovi ritrovamenti, cioè, che nel programma del 2000 erano stati stanziati dei soldi per realizzare nuovi scavi, perché si prevedeva che potessero esserci altre tombe, e quindi non ci sarebbe nessuna novità dal 2000 ad oggi".


Presidente Soru:
"Lei ha detto una cosa diversa. Ha detto: nel 2000 sono stati stanziati dei soldi, perché si prevedeva che ci fossero delle altre tombe. C'è qualcuno che ha detto che queste altre tombe non ci sono, a seguito di questo accordo di programma e di questi soldi stanziati?"

Giuseppe Giuliani, Sardegna 1:
"No, preciso meglio, e che quindi i vincoli fossero stati definiti già tenendo conto delle nuove scoperte, nel senso che un'area, questo è quello che dice Coimpresa, sto chiedendo conferma, più o meno".

Presidente Soru:
"L'Assessore mi pare che sia stata sufficientemente chiara. Dalla data dei nuovi vincoli, dal ‘97 a oggi, quindi anche dopo il 2000, quindi potrebbe anche essere che fino al 2000 non ne avevano trovato neanche una, io non ho nessun dato per poter dire o negare questo, affermare o negare questo. Certamente è che, a oggi, ne sono state trovate oltre 1100 in più".

Assessore Gian Valerio Sanna:
"Poi, se posso Presidente, il Ministero fa una precisazione ulteriore nella memoria, che contraddice questa versione, e dice: in queste 1100, ben 430 risiedono fuori dal perimetro del parco archeologico e fuori dal perimetro del parco comunale, il che vuol dire che sono in una condizione priva di qualunque tipo di vincolo, quindi esattamente il contrario".

Presidente Soru:
"Lei diceva che Coimpresa dice che non esistono, è vero, c'è qualcuno che dice che non esistono, c'è il Ministero dei beni culturali che dice che esistono. Siamo sorpresi che la precedente Sovrintendenza archeologica, che pure ha detto che esistono, e l'ha detto formalmente, non abbia conseguentemente adottato i provvedimenti di tutela che avrebbe dovuto adottare. Vedremo in futuro".

Fabrizio Fois, Ansa:
"C'è stato anche un sopralluogo del Tar, non le hanno viste".

Presidente Soru:
"I giudici del Tar non sono ancora archeologi, facciamo che ognuno fa il suo mestiere. I giudici del Tar, come quelli del Consiglio di Stato, decidono sulla formalità degli atti, sulla correttezza formale degli atti, e ci hanno detto che l'atto non era corretto dal punto di vista formale, che avremmo dovuto fare una legge. Faremo la legge".

Vito Biolchini, Radio Press:
"Presidente, questa posizione della Regione è diversa, rispetto a quella che la Regione ha assunto in questi anni, rispetto a Tuvixeddu. Perché non avete assunto prima questa posizione di dialogo? Lei mi dirà che l'avete sempre avuto, però la sensazione che si ha nell'opinione pubblica e anche in alcuni settori delle associazioni ambientaliste, che si sono…"

Presidente Soru:
"Mi scusi, allora è effettivamente colpa mia. Ho cercato di dire anche oggi, mi scusi se sto dando l'impressione che oggi abbiamo un atteggiamento diverso rispetto agli anni scorsi, allora ho sbagliato oggi, ho sbagliato gli anni scorsi. L'atteggiamento non cambia di una virgola, noi utilizziamo tutti gli strumenti normativi che abbiamo, per adempiere al nostro dovere di tutela, e quindi non torniamo indietro di un passo da questa ostinata attività di tutela, di Tuvixeddu, come delle coste della Sardegna, come degli altri beni culturali, paesaggistici, ambientali della nostra regione. Non è un atteggiamento per Tuvixeddu, è un atteggiamento per la Regione, mi sembra, che abbiamo visto coerentemente in tutte le azioni della Giunta e di questo governo regionale in questi anni, della maggioranza che ha governato la Regione in questi anni.

Per Tuvixeddu, come in tante altre occasioni, abbiamo anche detto che abbiamo provato a discutere con le parti. Abbiamo discusso con il Comune, ostinatamente. Abbiamo discusso con l'impresa, ostinatamente. Diverse volte ho incontrato l'impresa, ci siamo anche dichiarati disponibili a comprare parte di quelle aree. In una parte volevamo dare risposta alle necessità della facoltà di ingegneria.

Non abbiamo nulla in contrario che si realizzi Tuvumannu. Non abbiamo bloccato i lavori della strada fino a via Is Maglias, anzi, ancora oggi non capiamo (ne abbiamo parlato anche stamattina con l'assessore ai Lavori pubblici), perché sono stati interrotti dei lavori che non dovevano essere interrotti, della strada fino a via Is Maglias, certamente della strada dentro il parco di Tuvixeddu, che non abbiamo mai finanziato, e anche successivamente, e anche recentemente, come le ho detto prima, ho incontrato Coimpresa per vedere se si poteva discutere, ci è stato detto di no. Ho incontrato anche l'impresa Cocco, per vedere se possiamo permutare quell'area. Io credo che bene abbiamo fatto e credo, spero che riusciremo finalmente a permutarla quell'area.

Su via Sant'Avendrace finalmente si affaccia, in modo importante, diretto, la presenza di Tuvixeddu, la presenza delle grotte, la presenza di grotte che sono state sepolture in età punica, in età pre-romanica, in età bizantina, che sono state abitate persino nel periodo dell'ultima guerra. Sono in qualche modo i nostri sassi di Matera, che si stavano occultando, riempiendo di cemento, così, nella maniera più sconsiderata possibile. Anche in questo caso abbiamo discusso con l'impresa, senza avere avuto, all'epoca, troppe risposte, visto anzi che di risposte ne avemmo, di accelerare i lavori per costruire i solai, anche lì con poca considerazione per l'importanza di un bene pubblico così visibile".

Roberto Paracchini, La Nuova Sardegna:
"Ora con l'impresa Cocco arriverete a una permuta?"

Presidente Soru:
"Ha dichiarato di voler discutere su una permuta e noi lo faremo con molta convinzione. Tenga presente che il procedimento che avevamo avviato e il procedimento che avviamo in maniera più corretta adesso, ha come epilogo quello comunque dell'acquisizione dell'area, e la legge Urbani dice che per l'acquisizione delle aree, poi i privati debbono essere equamente compensati, sulla base del valore di mercato. Più di questo cosa si deve fare?"

Roberto Paracchini, La Nuova Sardegna:
"Una questione. In rapporto a prima, adesso in pratica, dopo le varie sentenze che ci sono state, c'è un atto formale, una convocazione pubblica, quindi in una certa misura non è che sia cambiato l'atteggiamento, però l'atteggiamento è stato rafforzato da un atto istituzionale, cioè una convocazione pubblica da parte della Presidenza della Giunta, cosa che prima non c'era. Ci sono stati, se non ho capito male, abboccamenti più informali che formali?"

Presidente Soru:
"Il Presidente della Giunta non fa abboccamenti. Tutte le volte che incontra una persona la incontra formalmente, non le incontro mai al bar, non ci siamo incontrati mai per strada, ci siamo incontrati nell'ufficio del Presidente della Regione, quindi, ho sempre incontrato formalmente le persone e formalmente ho ottenuto risposte. Nel passato, c'è stata una volta nel passato, lo ricordavamo con l'assessore Mannoni stamattina, in cui avevamo fatto una riunione formale, avevamo convocato, formalmente, i partecipanti all'accordo di programma, e quindi la Regione, il Comune e l'impresa, e ricordo che l'ingegner Cualbu quel giorno non poté venire, perché aveva un consiglio di amministrazione, e mandò un geometra, funzionario dell'impresa, quindi non mostrò un grande interesse alla discussione. Noi rinnoviamo gli inviti e quindi facciamo, per la prima volta, una riunione allargata al Comune, alle Sovrintendenze e alle imprese, e naturalmente, contestualmente, avviamo anche le procedure".

Fabrizio Fois, Ansa:
"La Sovrintendenza dovrebbe attivare una tutela su queste nuove tombe?"

Presidente Soru:
"E' un bel momento per discutere, tutti assieme. Ognuno porterà il suo punto di vista e manifesterà le proprie intenzioni, vediamo se tra punti di vista e intenzioni di tutte le parti in causa non si riesca anche, eventualmente, a ottemperare alle esigenze di tutti quanti e trovare una soluzione. Una soluzione che noi proponiamo è di scambiare le aree e di farne uno dei parchi archeologici e storico-monumentali, urbani, più belli del mondo, perché noi siamo abituati a ragionare in termini italiani, francesi, di chi ha una grande presenza anche storica, monumentale, ma non è normale, non è scontato. Già in Italia non son tutte le città che hanno, oggi, la possibilità di mantenere viva, integra, un'area così vasta, archeologica e monumentale. Roma, poi poche altre città, in ambito urbano. Roma, poche altre città.

Pensiamo al valore di un'area, appunto, nel mezzo della città. Un'area di discontinuità, dove all'improvviso ci sia silenzio, dove all'improvviso ci sia la natura, dove all'improvviso ci sia il paesaggio, ci sia la storia, un'area proprio di separazione. Credo che sia un valore immenso, che debba essere salvaguardato, quindi siamo interessati a scambiarlo con altre aree della città di cui siamo entrati recentemente nella disponibilità, che invece aspettano di essere riconsegnate alla città".

Giornalisti:
"E quali aree?"

Presidente Soru:
"Per esempio, recentemente ci è stato restituito tutto un pezzo di Viale Colombo, ma abbiamo delle aree importanti, importantissime. Tutte le aree davanti all'Ammiragliato e a quella pinetina. Tutte quelle aree lì, di fronte. Un pezzo di città ancora da costruire. Anche qui, nella via Is Mirrionis. Sì, l'ex caserma. Abbiamo un sacco di aree e quindi siamo interessati a scambiarle, così come avremmo fatto in ogni caso, perché non siamo interessati solo a porre vincoli, siamo interessati a rendere pubbliche quelle aree, pubbliche quindi fruibili".

Valentina Orgiu, Agi:
"Presidente, invece io vorrei una precisazione. Cioè, nel vostro riavvio insomma, del vostro percorso cautelativo, il comitato di vigilanza per l'accordo di programma, che il Sindaco Floris ha annunciato, credo stamane insomma, di voler convocare entro il 15 di settembre, come si inserisce?"

Presidente Soru:
"E' molto semplice questa cosa. Da una parte c'è un accordo di programma, del 2000 mi pare, insomma tra Comune, Regione e l'impresa. Un accordo di programma su un intervento urbanistico. Dall'altra c'è l'interesse della Regione di tutelare una vasta area. Be', noi non andiamo a discutere nel dettaglio di quell'accordo di programma, stiamo discutendo in maniera più ampia sulla necessità di tutela di quel colle. Di questa necessità, nell'ambito della tutela di quel colle, terremo anche conto di un accordo di programma esistente, dell'interesse del Comune di Cagliari, dell'interesse di Cualbu, ma certamente ci stiamo ponendo in un ambito più generale rispetto al dettaglio di quell'accordo di programma, un accordo di programma che non è necessariamente per sempre.

Noi abbiamo contestato presso il Consiglio di Stato, nella memoria presentata al Consiglio di Stato, la possibilità appunto di intervenire, pur in un accordo di programma esistente, e su questo il Consiglio di Stato non ha detto nulla, riconoscendo appunto che quando c'è un interesse pubblico generale si può ritornare su gli accordi esistenti, né più e né meno di come è stato fatto nel Piano paesaggistico regionale. Il Piano paesaggistico regionale ha cancellato, in ambito costiero, decine, se non centinaia di convenzioni già firmate, già esistenti, perché? Sulla base di un interesse pubblico prevalente. E su quel Piano paesaggistico regionale è stato fatto ricorso alla Corte Costituzionale ed è stato dichiarato irricevibile il ricorso. Sono stati fatti ormai quanti? Decine di ricorsi al Tar, e sono stati tutti in qualche modo rigettati, al netto di qualche dettaglio che ci aiuta anche a perfezionarlo il piano.
Quindi è sbagliato dire che facciamo solamente procedimenti, o provvedimenti, che poi vengono cancellati dai Tribunali. Questo caso è stato rafforzato da una sentenza della Corte Costituzionale e da tutte le sentenze del Tar, del Tribunale amministrativo regionale della Sardegna.

La vicenda di Tuvixeddu non è molto diversa da quella del Piano paesaggistico regionale, l'interesse generale che cerca di tutelare un'area sulla quale c'erano dei progetti. Io credo che questa tutela sia doverosa, doverosissima, anche alla luce degli straordinari ritrovamenti di cui si è dato conto solo recentemente, e questo può essere fatto, può essere fatto anche in presenza di un accordo di programma".

Matteo Vercelli, L'Unione Sarda:
"Presidente, la sospensione cautelativa che entrerà in vigore appena farete la delibera di Giunta sarà immediata? Nel senso che appena verrà fatta i cantieri dovranno chiudere nuovamente, giusto?"

Presidente Soru:
"Credo entri in vigore dopo la pubblicazione. Sul cantiere vale la pena di ricordare una cosa, non tutto il cantiere può essere riaperto. Mi scusi, questa cosa dev'essere chiara. In realtà lì è un unico cantiere, ma ci sono due cose che si stanno realizzando: degli edifici privati e il cosiddetto parco archeologico, le strutture pubbliche. Il cantiere del parco archeologico in questo momento è sotto sequestro, per presunte irregolarità edilizie, per presunti abusi edilizi, e se ne è interessata la Procura della Repubblica, quindi nel caso si riapre solamente la parte privata. La parte pubblica in questo momento è sequestrata. Anche lì mi chiedo come possano riaprire un cantiere, che comunque era un unicum, che aveva una parte pubblica e una parte privata. Nel momento in cui la parte pubblica è sequestrata non è che si riparte con la parte privata. Va be', ma noi non siamo giudici, non voglio commentare le cose degli altri, mi premeva ricordare che una parte di quel cantiere oggi è sotto sequestro per evidenti abusi edilizi".

Alessandro Zorcolo, Il Sardegna:
"Presidente, lei ha parlato di una mobilitazione dell'opinione pubblica. In che modo?"

Assessore Maria Antonietta Mongiu:
"Anche stamattina sul TG nazionale hanno parlato della rilevanza delle aree urbane di Tuvixeddu. E' un evento ormai nazionale, internazionale, questo".

Presidente Soru:
"Io sono certo che stiamo facendo bene, che questo sforzo che stiamo facendo sia uno sforzo giusto. Poi è anche vero che il percorso è faticosissimo e anche accidentato, perché anche il diritto amministrativo non è semplicissimo, no? Tant'è che si va in Tribunale e non si è certi del risultato. Ora, noi, supportati da autorevolissimi pareri legali, ritenevamo che la Commissione andasse istituita in quel modo. Ora, il Consiglio di Stato dice che la Commissione deve essere istituita in modo diverso, iniziamo daccapo. Quello che mi preme sottolineare è che, da una parte c'è un fatto, che nel merito è così importante, cioè, salvaguardare millenni di storia, possibilmente per i prossimi secoli e per altri millenni. Salvaguardarli.

Sono venuti per migliaia di anni e noi in qualche mese decidiamo di farli fuori. E' importante salvaguardarli? Io credo di sì. Dall'altra c'è il fatto che tutto questo può essere compromesso da un appiglio legale, e che il mondo sia così è giusto, forse, insomma, che sia tutto così, a compartimenti stagni. Da una parte lo Stato, che si presenta con una memoria molto forte, che chiede la tutela, dall'altra il Consiglio di Stato, che per fatti meramente formali annulla questa volontà insomma. E allora, come si può riuscire a vincerla la battaglia? Certamente coi Tribunali, ma anche con la mobilitazione delle coscienze, dell'opinione pubblica.

E' importante che ci siano altri mille anni di storia? O è importante fare il più presto possibile a chiudere, dopo aver chiuso da viale Sant'Avendrace, chiudere anche da via Is Maglias quest'area, e trasformarla, come mi è capitato di dire altre volte, in un giardinetto privato, in un parco privato, inaccessibile. Io credo che sia importante.

Ieri c'era un articolo bellissimo su Repubblica, di Diamanti. Non so quanti di voi l'abbiano letto, a chi non l'ha letto suggerisco di leggerlo. Nelle prime righe diceva subito che ormai siamo tutti vittime del fenomeno delle trasparenze: quando una cosa ti abitui per molto tempo a vederla non la vedi più, ci va in trasparenza. Non vedi più le sciagure, non vedi più le brutture, non vedi più l'immondezza, non vedi più sciatteria, non vedi più gli abusi, ti abitui, e noi ci siamo abituati così, alle trasparenze in Italia. E poi ci dice quello che sta accadendo in Italia nel governo del territorio. Negli ultimi dieci anni abbiamo sottratto alla campagna, al verde, cinque volte tanto la quantità di territorio che è stata sottratta in Francia, quattro volte tanto la quantità di territorio che è stata sottratta in Germania, per cento milioni di abitanti, nonostante in Italia, già oggi, ci siano più case che in quei paesi e nonostante in Italia abbiamo, già oggi, più del 20% di case inutilizzate. Continuiamo con questa follia di sottrarre territorio, di urbanizzare, quasi che l'unica possibilità di lavoro o di sviluppo sia quella di costruire case. E allora, anche oggi a Cagliari, veramente abbiamo la necessità di sottrarre anche questo pezzo così pregiato di territorio?

Ma ci siamo abituati a tutto. Ci siamo abituati a viale Sant'Avendrace pensando che sia normale, e pensiamo che sia normale anche costruire su via Is Maglias. Se smettiamo di vedere in trasparenza e vediamo con gli occhi di un bambino, forse ci accorgiamo che stiamo continuando a fare massacri, e forse anche i dati presentati da Diamanti ieri, forse rendono un pochino ragione anche, delle battaglie che questa Regione sta facendo sulle urbanizzazioni, sulla cancellazione delle zone C quando non servono, sul recupero dei centri storici, sul fare in modo che se una strada basta a due corsie non è necessario farla a quattro corsie, come tra Olbia e Arzachena, o se la 131 può essere messa in sicurezza senza costruire altre strade, a destra e a sinistra della 131, a volte anche con una distanza importante tra le due strade, sottraendo poi, per decine di chilometri, migliaia di ettari all'agricoltura, che certamente tornerà a essere importante nel futuro. I dati di Diamanti di ieri ci dicono come stiamo andando a livello generale, con una velocità cinque volte superiore a quella della Francia e della Germania".

Giuseppe Giuliani, Sardegna 1:
"Presidente, stamattina l'amministratore di Coimpresa ha invitato la gente, l'opinione pubblica, chiamiamola così, a visitare i cantieri, perché ritiene che si sia trattato di demagogia e che il progetto non violi la zona archeologica, e invita la gente a verificare direttamente la distanza tra zona archeologica e cantiere. Non per gettare benzina sul fuoco, ma per capire quanto siano distanti le visioni e le posizioni".

Presidente Soru:
"Certamente, ha proprio ragione, è una distanza di visioni. Da una parte c'è qualcuno che pensa che basta allontanarsi di qualche decina di metri dalla zona delle tombe e poi ci possiamo mettere facilmente una schiera di case davanti, che le copra per sempre allo sguardo di chi non ha la voglia, la forza di fare un viottolo nascosto e di entrarci dentro, proprio per vederle. Dall'altro c'è la visione di chi pensa che quel colle è un unicum, ed è un pezzo di paesaggio che può essere dentro la città, ma che può rappresentare una separazione dalla città. Uno spazio grande, di vuoto, di silenzio, di vegetazione, di storia, di memoria, dove ci si possa ritrovare quasi casualmente e perdersi quasi casualmente, senza la necessità di doverci andare. E' proprio una visione, certo, separata, però la visione nostra è quella di chi non ci deve guadagnare neanche un soldo, non è dettata da nessun interesse personale, solo quello di tutelare il bene comune. La visione dell'impresa, io ho paura che sia un po' inficiata dall'interesse privato dell'impresa, piuttosto che da una visione effettiva, piuttosto che da un coinvolgimento profondo. Credo che sia un po' inficiata dall'interesse privato dell'impresa, di far tanti soldi, lo posso capire, è un ruolo diverso. Grazie mille".