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Arbatax: dalla cartiera all'industria nautica

Arbatax, giovedì 16 ottobre 2008, sala cinema
"Giacomo Mameli mi ha bruciato la battuta, volevo dire la stessa cosa e non lo posso più dire, peraltro non mi rimane molto da dire, le cose importanti sono già state dette tutte, e tutti noi abbiamo notato come l'applauso più importante se l'è preso l'amministratore delegato di Azimut, che simboleggia proprio l'impresa, insieme agli altri che fanno impresa con lui, e quindi a loro insomma la parola e a loro il proseguo.
Io sono venuto volentieri, siamo venuti volentieri, abbiamo organizzato questa cosa, in realtà per presentarvi Azimut. Se ne è parlato, se ne è parlato a lungo sui giornali, se ne è parlato a volte anche in maniera quasi esatta e a volte in maniera totalmente inesatta, ed era giusto che ci fosse un momento, così, pubblico, comunitario, in un momento in cui tutti quanti i diversi responsabili, sindaco, presidente della Provincia, istituzioni locali ci presentassimo insieme a questo imprenditore che ha deciso di investire in Sardegna. Questo era il senso della giornata di oggi.
Due parole: è una storia, abbiamo visto, forse nata nel ‘63. Il mondo è cambiato, 45 anni, io avevo 6 anni, un mondo cambiato. Che cosa rimane di quei documentari bellissimi, con quelle voci, belle? Una prima impressione: all'epoca c'era molta più enfasi rispetto a oggi, oggi cerchiamo di stare un pochino più tranquilli, più semplici, non c'è l'enfasi del cinegiornale dell'epoca, che annuncia una cosa, annuncia che è un grande cambiamento, una cosa epocale, ma diciamo quello che stiamo facendo, con un pochino più di semplicità, senza troppa enfasi.

Nel cinegiornale che abbiamo visto, lo speaker non sa, naturalmente, dice: ‘questo importante intervento, finanziato dalla cassa del Mezzogiorno', mostra la fiducia della cassa per il Mezzogiorno, ‘i sardi dovranno dimostrare di meritare quella fiducia'. La cassa per il Mezzogiorno sicuramente oggi non c'entra nulla. Sicuramente oggi non c'entra nulla l'altra parte dello Stato che è al di là del mare, non c'entra nulla. Quel poco o tanto che si riuscirà a fare è quello che riusciremo a fare noi, tutti assieme, che vuol dire che siamo diventati un pochino più grandi e più responsabili certamente, rispetto ad allora, e non c'è più nessuno o una cassa per il Mezzogiorno che venga a decidere per noi, a decidere cosa dobbiamo fare e a portarci qualcosa, ci sarà solamente quello che noi sapremo fare.

Ancora, mi veniva in mente che lei rappresenta quel signore che era il primo direttore dello stabilimento ancora in costruzione, che diceva davanti alla cartiera: faremo tot quintali di carta, li venderemo, eccetera, eccetera. Aveva la responsabilità di tirar su la fabbrica e ancora oggi c'è questa responsabilità di un dirigente, estremamente bravo come già ricordato, l'amministratore delegato dell'Azimut, che viene qui a tirar su la fabbrica. Però ci sono molte differenze rispetto al passato, che a me piace sottolineare. L'ha colto molto bene il rappresentante della Cna: c'era il pastore sradicato, c'erano persone sradicate, e lo spirito diceva: alla fine arrivano gli alberi, se ne va la carta, cosa lasciano? Il salario per gli operai. E questa è la partita.

Oggi io non credo che ci saranno solamente i pastori sradicati, anzi, i pastori sradicati non ci saranno più. Ci saranno i figli o i nipoti di quegli operai, che hanno iniziato questo processo con molte difficoltà e con qualche titubanza. Ci saranno i figli però che sono andati a scuola, ci saranno quelli che hanno fatto il Master and Back, ce ne saranno tanti. Ci saranno quelli che si sono laureati, ce ne saranno tanti. Ci saranno quelli che si sono diplomati e ce ne saranno tanti, e ci saranno gli operai riformati, reistruiti, che portano non una difficoltà, ma portano un saper fare, come ha detto molto bene chi mi ha preceduto.
E ancora, quella fabbrica nel ‘63 era un mostro, era un colosso, era di fatto un muro nei confronti della società dell'Ogliastra. A chi poteva venire in mente in Ogliastra di dire: vado a lavorare lì, ma fra qualche anno anch'io mi faccio una cartiera? A nessuno, e io sono certo che oggi ci saranno gli artigiani che vanno a lavorare lì, ci saranno gli artigiani che entrano nella filiera produttiva di questi megayacht da 30 metri e oltre. E alcuni di questi certamente, prima o poi, costruiranno magari non barche da 30 metri, le costruiranno da 7 metri, da 8 metri, da 10 metri, da 12 metri. C'è un artigianato vivo, che aspetta di diventare piccola industria e che diventerà industria. C'è un rapporto tra l'industria di oggi e la società dell'Ogliastra, che prima non c'era, questa è la grande differenza.
Ancora, 470 operai. Oggi i numeri sono stati quasi messi da parte, così, per pudore, per scaramanzia io direi, ma i numeri sono importanti. Io la butto lì, sono certo che in quella piana ci saranno mille operai che lavoreranno, mille persone. Non tutti dipendenti della Azimut. Molti dipendenti della Azimut, molti per imprese che lavorano per conto della Azimut, molte imprese artigiane, che lavorano autonomamente dentro questa filiera produttiva, e altre nelle società che attorno ad Azimut continueranno a popolare quella piana.

Ancora, nel ‘63 fu un dono della cassa per il Mezzogiorno. Oggi non è stato così, ma ci sono dei motivi per cui questa impresa si sia localizzata ad Arbatax, e certamente per merito della geografia, perché comunque c'è il mare, c'è la costa, ci sono le banchine, e non c'è tutta questa disponibilità di spazi sul mare in giro per l'Italia. Non c'è più a Viareggio, non c'è a Genova, non c'è a Cervia mi pare, insomma, in altri poli nautici importanti.

Quindi, intanto una disponibilità, la geografia. Ma subito dopo, e ho trovato molto opportuno quello che ha richiamato il rappresentante della Confindustria, c'era già un seme qui, che si era avviato, che era l'investimento di Bruno Abate, ma l'investimento coraggioso del signor Solvenzi mi pare, della Nautica Ogliastra. Mentre non era facile rinunciare a quell'idea, non era scontato ancora, né nel 2004, né nel 2005. Non era scontato e furono coraggiosi i rappresentanti sindacali, le assemblee sindacali quando erano stufi e decidemmo tutti di cambiar strada, e in seguito mi convinse molto e fu molto per noi poter contare su dei semi già belli sodi, piantati in questo territorio appunto, quello di Abate e di Nautica Ogliastra, e mi convinse moltissimo entrare in un capannone preso in affitto, dove già si iniziava a lavorare, quello di Solvenzi.

Devo dire che era, per riprendere le parole anche del Presidente della Provincia, le condizioni di lavoro non erano le più felici in quel momento: era un capannone un po' affollato, c'era polvere si può dire, perché era un capannone non nato per quella destinazione. Ma oggi che questo insediamento nasce con quella destinazione è interesse di tutti, per primi degli operatori economici, degli imprenditori, fare in modo che le condizioni di lavoro siano ottimali, siano in linea con la qualità del prodotto che poi offrono a clienti importanti, tant'è che per esempio, fra le cose che la Regione fa, fa proprio un'infrastruttura consortile, che serve a tutto il polo nautico per il trattamento dell'aria: per l'aspirazione delle polveri, il trattamento, il condizionamento e così via. Il recupero dei reflui, il loro trattamento, per garantire appunto la miglior qualità del lavoro.
Insomma, l'industria va avanti, ma è un'industria totalmente diversa e con una partecipazione della società sarda, della società ogliastrina, totalmente diversa, che ci deve effettivamente riempire di speranza, come diceva quell'artigiano poc'anzi. Io finisco ringraziandovi tutti quanti, ringraziando tutte le persone con cui siamo stati in contatto in questi anni. Davvero, lo voglio dire ancora, i rappresentanti sindacali che ho incontrato sopra il carro-ponte. Li ho incontrati sotto Natale, quelli erano, qualcuno di questo territorio direbbe: si erano legati alla cartiera e ci andavano, la custodivano senza stipendi, senza salari. La custodivano così, per custodirla, erano legati. Bene, anche noi ci siamo legati a questa cartiera e abbiamo deciso di ricomprarla, e quando pensavamo che potesse essere oggetto di speculazione edilizia abbiamo voluto ricomprarla a qualunque prezzo, perché volevamo essere noi a poterla governare una riconversione industriale, e bene, è andata così. Io ringrazio Azimut-Benetti di venire a investire in Sardegna, dove investono, e noi investiamo insieme a loro. Loro investono e noi investiamo insieme a loro.

Un'ultima cosa: appunto, questa impresa che nasce dal vostro saper fare, che nascerà in futuro, crescerà dalla vostra capacità anche di ricerca, di design, che loro si sono anche impegnati a fare qui, e un giovane ingegnere ne è anche una testimonianza, ed è un seme ricco in qualche modo, però altra impresa potrà nascere, ne vale la pena di ricordarlo anche oggi forse. Altra impresa potrà nascere, legata alla ricerca, legata alle capacità, alle tecnologie e al saper fare.
Oggi c'è una piccola impresa in Ogliastra che si occupa di accrescimento del quarzo, arricchimento della capacità di trasmittanza luminosa, la quale si chiama Shimax. Poi è stata venduta, adesso è stata acquistata da un'impresa importante, da una multinazionale importante. Qualche giorno fa, forse non è stato riportato da nessuno in Sardegna, forse è la prima volta che qualcuno lo dice pubblicamente, io ho incontrato delle imprese, ma nella sede del rettorato di Cagliari (purtroppo ero fuori e non ho potuto partecipare), nella sede del rettorato di Cagliari, dall'Istituto di fisica dell'Università di Cagliari, hanno comprato un brevetto, un brevetto fatto dallo stesso professore, dallo stesso Istituto che aveva aiutato a nascere quest'impresa, che è localizzata in Ogliastra, e che con una ricerca nuova, importantissima, oggi è stata subito valutata anche per avere soldi importanti, quindi comprano e finanziano in questo modo anche l'Università, nascerà nuova impresa ancora in Ogliastra, perché gli è stato venduto il brevetto, ma con la condizione che poi quel brevetto venga sfruttato ancora qui e che nuove linee di produzione possano nascere in questo territorio. E quindi, nuova impresa ancora nascerà, nemmeno questa portata dalla cassa per il Mezzogiorno ma portata dall'intelligenza dei giovani ricercatori dell'Università di Cagliari.

Per terminare: qualche giorno fa, a Nuoro, forse sono stato un po' criticato perché ho detto che la Regione non deve creare posti di lavoro. L'impresa crea posti di lavoro, i posti di lavoro creati dalla Regione non sono molto buoni, noi dobbiamo un po' creare qualche presupposto, alleviare le diseconomie, alleviare i ritardi infrastrutturali, è stato ricordato anche oggi. Per l'Ogliastra, vedo che Cagliari è più vicina, vedo che si avvicina sempre di più, vedo che pur con qualche difficoltà in qualche tratto di strada, dove c'è un'impresa che rischia il fallimento, dove ce n'è un'altra che fa qualche complicazione, piano piano sta arrivando. Ci passerà ancora qualche mese, ma piano piano finirà quella strada.
È stata finanziata ed è in costruzione la risistemazione tra Tortolì-Villagrande, poi l'uscita sulla 389 all'altezza più o meno di Santa Barbara. Stiamo finanziando, venendo dalla 125, l'ingresso verso Lanusei e quindi sulla 389, e ancora Nuoro. Abbiamo investito sull'aeroporto, e ancora ulteriormente investiremo insieme alla Provincia sull'aeroporto, per fare in modo che sia veramente al centro di un'iniziativa pubblica.

Abbiamo investito sul porto e cerchiamo di investire sul porto non solo in infrastrutture ma anche in organizzazione, mettendo assieme all'autorità portuale di Cagliari e certamente portandola dentro la discussione che avremo sulla continuità territoriale marittima, dalla Sardegna al Continente, facendo in modo che anche da Arbatax si continui a partire per Civitavecchia, solo magari con navi migliori e con un servizio migliore e più competitivo.

Ancora l'Adsl, ancora la sanità, ancora la scuola, l'investimento in conoscenza nelle autonomie scolastiche, e poi la grande infrastruttura importante delle regole che stiamo cercando di dare, in tutto: nella sanità, nei rapporti della pubblica amministrazione, nella semplificazione amministrativa, nel governo del territorio. E allora, tutti assieme credo che qualche presupposto lo stiamo mettendo in campo. La società ogliastrina è più matura, più ricca, più consapevole, più forte di quella che ci è stata ricordata oggi nei filmati, e sono certo che andrà bene.

Berlusconi ha vissuto nel nord, quindi gli viene in mente la Costa Smeralda e diceva: 'questa non è meno bella della Costa Smeralda'. Certo, lo sappiamo, non è meno bella, a me tocca dire che tutti i figli sono belli, uguali. E termino con questo, però insomma, una raccomandazione vi vorrei fare: non è meno bella, è altrettanto bella, altrettanto preziosa nella parte costiera, nel suo interno e così via, però in qualche modo, in Sardegna noi ci stiamo specializzando sui prodotti di qualità, non sui prodotti di massa. Non faremo più carta a buon prezzo da vendere fuori, dobbiamo fare turismo di qualità.

Vengono a fare barche di qualità e navi di qualità. Dobbiamo fare alimentari di qualità, e se dev'essere qualità, qualità dev'essere dappertutto, in ogni cosa che noi facciamo: in un bar, in una stazione di benzina, in una strada. Non sarà molto bello pensare che arriverà qualcuno che viene a comprarsi una barca che costa 5 milioni di euro, e poi attraversa le strade e le trova piene di gomme abbandonate o di lavatrici arrugginite abbandonate per strada, o di vasche da bagno, o di case abusive, o di un territorio non trattato abbastanza bene. E allora, nella qualità, anche nel governo del territorio, non c'è il limite allo sviluppo di questo territorio. Nella qualità, anche nel governo del territorio, c'è la vera forza, la vera possibilità di sviluppo di lungo periodo per questo territorio, a cui faccio i migliori auguri".