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Ad Asiago le celebrazioni del 90° della Grande Guerra

Asiago, martedì 4 novembre 2008, sacrario militare del Leiten
"Solo poche parole. Siamo venuti in questo 4 novembre, a 90 anni dalla fine della guerra e dalla pace riconquistata, la pace riconquistata poi per il nostro popolo e per l'Europa per un periodo troppo breve, ma poi una pace riconquistata ancora e che ancora fortunatamente viviamo .
Siamo venuti qui ad Asiago, insieme al Sindaco, insieme ad altri sardi, insieme a una folta rappresentanza di sardi, che vivono qui tutto l'anno e che qui conducono la loro vita, per riportare al cuore, per ricordare la vita, il sacrificio di tanti giovani sardi che di qua sono passati.

Mi ha fatto piacere sentire i vostri ragazzi, i vostri ragazzi più piccoli, e vedere quelli più adulti, più grandi, così numerosi, e mi ha fatto piacere sentire l'omelia del parroco. Ricordava i suoi 11 anni, e io ricordavo i miei insieme a lui e insieme a questi ragazzi, che leggevano Elsa Morante, leggevano Ungaretti. Noi a 11 anni leggevamo Emilio Lussu, ci hanno fatto leggere Emilio Lussu. Emilio Lussu ce lo facevano leggere nelle scuole medie, in quella bella edizione di Einaudi, che porta in copertina una bella frase di Mario Rigoni Stern, che ne invita alla lettura. È per questo che Asiago, credo ne siate, vedo che ne siete consapevoli, la viviamo un pochino anche come la nostra piccola Patria, se Patria è il luogo dove i nostri padri e i nostri nonni hanno vissuto.

Asiago è nostra Patria nella nostra memoria, perché qui hanno vissuto i nostri nonni, in un periodo breve ma durissimo, intensissimo della loro vita. Qui molti hanno perso la vita, qui molti hanno sperato per la Sardegna e per le loro vite un futuro migliore, tornando a casa. Insomma, qui c'è molto del nostro cuore, c'è molto della nostra storia, del nostro presente.

Per qualche ora, venendo qui, io e tutti noi, tutti quelli che mi hanno accompagnato e io, in rappresentanza di tutti i sardi, vogliamo testimoniare questo: rivivere per qualche ora e vivere insieme a loro il loro sacrificio, il loro percorso, il mare che hanno attraversato, l'Italia che hanno attraversato. Rivivere questi paesaggi, rivivere le loro giornate, rivivere questi posti, che oggi sembrano bellissimi e dovevano essere drammaticissimi in quell'epoca. Rivivere queste creste, che sembrano così ospitali e così invitanti ad una passeggiata, e che allora dovevano essere solamente il luogo dello spavento, il luogo della paura.

Ecco, oggi vogliamo rivivere insieme a loro questa giornata, e sono molto lieto di riviverla insieme alla vostra comunità, la vostra comunità che serba il ricordo, lo stesso ricordo che noi serbiamo di voi".