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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Il contesto internazionale

L’educazione ambientale ha trasformato in questi anni il suo approccio preminentemente conservazionista, scientifico, naturalista, in una visione sistemica delle relazioni uomo – ambiente, che si orienta verso un’educazione al cambiamento culturale negli stili di vita, nei modelli di consumo, nel significato di qualità della vita. La prima Convenzione per la preservazione in stato naturale di flora e fauna, sottoscritta a livello internazionale anche dall’Italia, risale al 1933.

Un passaggio molto importante da educazione ambientale a educazione alla sostenibilità è avvenuto con la Conferenza mondiale dell’ONU di Rio de Janeiro del 1992, nel cui documento finale di Agenda 21 viene dedicato un capitolo (cap. 36) all'educazione ambientale come strumento per la promozione dello sviluppo sostenibile e per aumentare la capacità delle popolazioni di affrontare questioni ambientali e di sviluppo.
L’educazione viene così identificata come strumento primario per promuovere sistemi di vita e di produzione sostenibili, al fine di garantire un uso delle risorse distribuito equamente tra i popoli e tra le generazioni presenti e future.
La Conferenza di Rio sancisce il limite dell’azione educativa scolastica e ribadisce la necessità di estendere l’educazione ambientale ai contesti informali, all’extrascuola, all’educazione agli adulti, e di coniugarla con il concetto di sostenibilità.

La Dichiarazione di Salonicco (dicembre 1997) sancisce una nuova fase per l’educazione ambientale: il riconoscimento che “ il concetto di sostenibilità comprende non solo l’ambiente, ma povertà, popolazione, salute, sicurezza alimentare, democrazia, diritti umani e pace. La sostenibilità è in ultima analisi un imperativo morale ed etico in cui devono essere rispettate diversità culturali e conoscenze tradizionali”.
"L’educazione ambientale dovrà essere parte integrante delle Agende 21 Locali". Una trasformazione culturale profonda e radicale, è emersa anche dal Summit di Johannesburg (agosto 2002) che ha riaffermato la difficoltà nell’affermazione concreta dei principi dello sviluppo sostenibile, questa potrà affermarsi solo attraverso la costruzione di relazioni solidali e continue, partnership tra governi, mondo imprenditoriale e sociale civile.
In tal senso va sottolineato il ruolo, a livello locale, dell’Agenda 21, inteso come strumento privilegiato operativo e come luogo di dialogo e progettazione partecipata.

Nel decennio che intercorre tra Rio e Johannesburg l’educazione ambientale si è dunque evoluta verso una più complessa e comprensiva dimensione di educazione alla sostenibilità. In campo ambientale, sociale ed economico, a fronte dell’acuirsi delle problematiche emergenti, è aumentata la consapevolezza delle elite e di larghe fasce di produttori e consumatori, si affermano strumenti di gestione e programmazione integrati, coerenti con la sostenibilità. Si sviluppata in campo educativo la necessità di una formazione permanente, un apprendimento per tutta la vita.

Nel dicembre 2002 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, sulla base di una proposta nata in occasione del Vertice Mondiale di Johannesburg, che coglieva il ruolo fondamentale dell’educazione nel contesto della protezione dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile, ha proclamato il “Decennio dell’Educazione allo sviluppo sostenibile per il periodo 2005-2014.
Il Coordinamento del decennio è stato affidato all’UNESCO, responsabile già di programmi strettamente connessi alla sostenibilità e agenzia ONU competente per l’educazione, la scienza e la cultura. L’UNESCO al fine di costruire un quadro di riferimento e di orientamento, ha redatto un documento (Schema di Implementazione Internazionale), quale documento guida cui ispirarsi e al quale richiamarsi per sviluppare nei propri contesti, territoriali e culturali, azioni ed iniziative capaci di dare concretezza alla Decennio, fornendo, al contempo, significative indicazioni e approfonditi contributi al fine di migliorare e far evolvere una cultura della sostenibilità.
Si è così aperta una nuova fase di lavoro che impegna i diversi Paesi a rafforzare e rilanciare l’integrazione dell’educazione nelle politiche per lo sviluppo sostenibile.

Sulla scia di quanto indicato in questo documento in Italia si è attivata la Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO. La Commissione al fine di indicare alcune linee prioritarie su cui far convergere l’ attività delle diverse organizzazioni nel decennio, ha elaborato un programma d’azione che indica alcuni punti di impegno che possono risultare rafforzati dall’apporto di tutti. Il documento, denominato “Impegno comune di persone e organizzazioni per il Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile” è teso ad avviare e consolidare un processo di adesione delle organizzazioni al Decennio, tramite adesione formale, e si entra in tal modo a far parte del “Comitato nazionale del Decennio dell’Educazione allo Sviluppo Sostenibile”. All’impegno hanno aderito, oltre ai tantissimi Enti e organizzazioni, la maggior parte delle Regioni Italiane, tra cui la Sardegna.

Durante la V Conferenza Ministeriale dei paesi membri dell’UNECE - che si tenne nel 2003, i Ministri dell’Ambiente (compreso quello italiano) si sono impegnati con una Dichiarazione formale a promuovere a livello regionale il decennio per l’educazione per lo sviluppo sostenibile e a collaborare con l’UNESCO e le altre rilevanti organizzazioni nella stesura della strategia per l’educazione per lo sviluppo sostenibile, approvata nel 2005.
La Strategia UNECE sull’educazione ambientale e allo sviluppo sostenibile richiama gli Stati che hanno aderito a farsi promotori e responsabili della sua attuazione attraverso un forte impegno politico finalizzato a inserire gli obiettivi della sostenibilità nelle politiche educative (a tutti i livelli – formale, informale e non formale), formative e della comunicazione che dovrà tradursi in un Piano Nazionale di attuazione.
Alla VI Conferenza Ministeriale UNECE, che si è tenuta a Belgrado nel mese di ottobre 2007, la cui organizzazione è stata fortemente sostenuta dall’Italia, si è tenuta una sessione congiunta dei Ministri dell’Ambiente e dell’Educazione per dare seguito alla seconda fase di attuazione della Strategia per lo Sviluppo Sostenibile.

Tra le attività programmate a livello internazionale in attuazione del Piano di attuazione di Johannesburg, l’Italia ha lanciato alla 14ma sessione della Commissione Sviluppo Sostenibile (CSS), nel maggio 2006, l’attivazione di una Task force Internazionale sull’Educazione al Consumo Sostenibile nell’ambito del Processo di Marrakech.
La Task force avrà il compito di contribuire, attraverso la promozione di progetti e azioni concrete, alla realizzazione di un quadro decennale di attività ed iniziative volte a promuovere modelli di produzione e consumo sostenibili, quadro che verrà discusso durante la 18ma e 19ma sessione della CSS (2010/2011).

Infine, la politica regionale di sviluppo europea per il periodo 2007-2013, che caratterizza il documento Strategico Nazionale, individua nelle iniziative in materia di informazione, educazione e informazione/comunicazione ambientale il necessario supporto alla innovazione gestionale, all’attuazione delle politiche integrate e al miglioramento della governance contribuendo ad elevare la soglia di competenze e capacità professionali e la partecipazione attiva dei cittadini e degli attori economico-sociali.