Logo Regione Autonoma della Sardegna
IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Torre di Capo Malfatano | Teulada

Torre di Capo Malfatano
La denominazione originaria è riferibile ad uno scalo utilizzato dai commercianti di Amalfi, veniva anche denominata “fortalessa de Marfattà” nel 1593 o “fortalessa de San Francisco de Marfattà” nel 1595, mentre attualmente trae il proprio nome dall’omonima località.
La costruzione della torre risale agli anni immediatamente successivi al 1578, anno in cui fu proposta dal De Moncada che quindici anni più tardi, nel gennaio 1593, fu nominato il primo alcade. Le principali funzioni erano di avvistamento e di controllo con il presidio militare fornito di cannoni, di spingarda e di fucili.
Nel 1764 la torre venne attaccata da circa 400 barbareschi ma l’allora alcade Giovanni Battista Pinna guidò la difesa che ebbe un esito positivo a favore della propria torre e durante la quale rimasero feriti circa 100 assalitori.
Nel luglio del 1812, in seguito all’attacco barbaresco a Sant’Antioco, la guarnigione venne potenziata e portata a cinque soldati e un caporale.
Il presidio di questa struttura continuò anche successivamente allo scioglimento dell’Amministrazione delle Torri. Nel 1847 vi venne trasferito Giovanni Santo Zedda, sergente del Real Corpo dell’Artiglieria, già alcade della torre di Coltellazzo a Pula.
Negli anni 1605, 1784, 1817 e infine nel 1823 sono stati realizzati diversi interventi di restauro, resisi necessari sia a causa delle incursioni subite che degli effetti del tempo sulle strutture.
L’ultimo intervento di restauro è stato svolto recentemente dalla Soprintendenza B.A.A.A.S. di Cagliari.
La torre di Capo Malfatano è in contatto visivo con le altre Torri di Piscinnì, del Budello e di Porto Scudo.


Altre informazioni
Fruibilità del bene: attualmente inaccessibile a causa della mancanza di una struttura di collegamento alla piccola apertura in quota. La torre si trova in prossimità del bordo del promontorio in forte pendenza e con terreno franoso. Lo stesso promontorio è spesso esposto a forte vento.
Accessibilità dell’area: riferendosi all’area limitrofa della torre è buona mentre risulta difficoltoso raggiungerla, poco agevole per utenti comuni e soprattutto per gli anziani. In caso di forti piogge le strade d’accesso sterrate sono soggette a dissesti.
Carrabile: si percorre la litoranea che da Chia porta al porto di Teulada, in località Porto Campana, e svoltando a sinistra (indicazione Malfatano) si percorre una strada in terra battuta per 1,2 km in direzione della torre. Giunti ad una caletta distante circa 600 m dalla torre, si procede a piedi per circa 20 minuti. Presenza di ampio parcheggio.
Pedonale: difficoltosa per la forte pendenza di alcuni brevi tratti di percorso e per la presenza di piccole rocce emergenti lungo il sentiero e per le caratteristiche orografiche specifiche del sito.
Percorrenza dal punto di sosta dell’auto: 25 minuti.
Panoramicità: ottima per un raggio visivo di 360° anche verso l’entroterra.
Torri visibili: Torre di Pixinnì, Torre del Budello e Torre di Porto Scuro.