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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Batteria Antinave Carlo Faldi | Quartu Sant'Elena

Batteria Antinave Carlo Faldi
La batteria antinave “Carlo Faldi” si estendeva su un’area di circa 7 ettari acquisita dal Demanio nel 1936 e costituiva uno dei bastioni del “Fronte a Mare” di Cagliari; è stata l’ultima batteria antinave del Golfo di Cagliari ad essere allestita. Dal 1939 era servita da personale della 4° Legione MILMART (Milizia Artiglieria Marittima) con 5 ufficiali, 16 sottoufficiali e 82 militi. Era armata con 4 pezzi da 152/50 Armstrong mod. 1918 scudati, da un pezzo illuminate da 120/40 A. e da 4 mitragliere antiaeree. Il telemetro era un Goerz da 4 metri.
Il deposito munizioni principale era scavato in roccia e disponeva di 2000 colpi. Ciascun pezzo disponeva di una riservetta interrata di munizioni e di 6 colpi di pronto impiego, sistemati in altrettanti fori nei massi di granito posti a costituire il parapetto della piazzola. Dai primi mesi del 1943 completavano la dotazione della batteria un proiettore S. Giorgio da 120/240 (mobile e trainabile, prima impiegato dalla vicina batteria contraerea di Capitana) completo di colonnina di punteria ed aerofono modello Galileo. Sola azione di guerra dei cannoni antinave fu nell’aprile 1943, quando spararono contro il sommergibile inglese “Safari”. Le mitragliere antiaeree spararono nell’agosto 1943 contro aerei americani P38.
Durante la guerra esistevano inoltre tre appostamenti per mitragliatrice nell’area nord-est della batteria. Il Nuraghe Diana, sovrastante la batteria, ospitava una piccola e ben mimetizzata postazione osservatorio, che era in collegamento telefonico con la batteria “Faldi”. Inoltre una postazione telemetrica ed un osservatorio, posizionati rispettivamente in una non ben specificata torre e “Casa Capitana”, costituivano degli “Osservatori fuori Batteria”. Da notare, sul litorale di Capitana e di Is Mortorius, due esemplari di piccoli fortini che vigilavano contro sbarchi e colpi di mano dal mare.
Nel sito si trovano ancora la postazione telemetrica, piazzole di tiro e ricoveri per i pezzi di artiglieria, 4 cunicoli sotterranei, oltre ai ruderi di alloggi ed edifici di servizio, la garitta di guardia e il posto di osservazione.
Le strutture non ipogee, dunque gli alloggi, la mensa e gli altri locali di servizio, rappresentano il risultato di sovrapposizioni, a partire dalle due originarie strutture in “ladiri”, con l’aggiunta di corpi di fabbrica e materiali incongrui. Tutti questi sono attualmente ruderizzati. Il muro di contenimento del terrapieno su cui insistono questi fabbricati, prospiciente il litorale orientale, mostra evidenti segni di cedimento strutturale, presumibilmente causati sia dal dilavamento superficiale, sia dall’azione marina. Il fortino, che è la culminazione centrale della parte a mare del compendio, evidenzia i segni del distacco e scorrimento del rivestimento realizzato con cemento e massi, oltre al crollo del solaio in cemento armato della postazione di tiro posta sulla sommità.
Poco dopo la guerra, gli alloggiamenti ed i servizi della batteria, come detto, probabilmente edificati in sovrapposizione ed ampliamento del complesso della cosiddetta “tonnara”, furono utilizzati come colonia marina. Per lo svolgimento della stessa colonia e per l’alloggiamento di strutture per la fruizione balneare del tipo a “casotti”, come localmente denominati, furono anche cementate parti del litorale occidentale della penisola di Is Mortorius.

Approfondimenti
Visita il blog del progetto di riqualificazione di Is Mortorius
Consulta le attività sull'area di conservazione costiera di Is Mortorius