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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Analisi delle pressioni

Parco Maddalena: Isola di Spargi, Cala Ferrigno
Con il termine pressioni si indicano le modalità con le quali le determinanti esercitano la loro azione sull’ambiente. L’individuazione delle pressioni e degli impatti, esercitati sui corpi idrici, è finalizzata a fornire indicazioni circa le attività conoscitive da avviare su ciascuno di essi per definirne lo stato di compromissione attuale. Infatti, le pressioni insistenti sui corpi idrici possono essere descritte attraverso variabili direttamente correlate al degrado ambientale. La definizione di queste variabili identifica le cause responsabili delle condizioni ambientali esistenti al momento dell’analisi, permettendo di valutare il reale grado di compromissione dell’ambiente, in termini di quantificazione degli impatti legati alle pressioni.

Se l’insieme delle indagini condotte su di un corpo idrico delinea una situazione qualitativa di criticità rispetto all’obiettivo stabilito per quel corpo, l’analisi delle pressioni e degli impatti deve portare all’individuazione delle cause responsabili di tale criticità, al fine di poter definire le misure da mettere in atto per conseguire l’obiettivo.

Nel Piano di Tutela delle Acque della Sardegna la descrizione del quadro delle pressioni e degli impatti significativi esercitati dall’attività antropica sullo stato delle acque superficiali e sotterranee, è stata condotta sulla base dei seguenti elementi:
- stima dell’inquinamento in termini di carico da fonte puntuale;
- stima dell’impatto da fonte diffusa, in termine di carico, con sintesi delle utilizzazioni del suolo;
- stima delle pressioni sullo stato quantitativo delle acque, derivanti dalle concessioni e dalle
estrazioni esistenti;
- analisi di altri impatti derivanti dall’attività umana sullo stato delle acque.
Le pressioni esercitate sulle diverse componenti del comparto acqua possono essere generate sia da fonti di inquinamento, puntuali e diffuse, sia da squilibri fisici del sistema idrico, come prelievi e modifiche delle caratteristiche morfologiche del territorio.

Le principali fonti di inquinamento di origine puntuale sono:
- scarichi fognari di origine civile, produttiva o mista;
- dispersione, accidentale, di percolato da discariche dismesse o in esercizio;
- altri rilasci a seguito di eventi accidentali.

Le principali fonti di inquinamento di origine diffusa sono:
- rilascio di sostanze organiche legate ad attività zootecnica estensiva;
- utilizzo di fertilizzanti e concimi di sintesi;
- dispersione di fertilizzanti e concimi di origine organica, costituiti essenzialmente da reflui di origine zootecnica;
- utilizzo di prodotti fitosanitari in ambito agro-zootecnico;
- dilavamento dalle aree urbane e industriali;
- dilavamento dalle infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie, ecc.);
- rilascio di inquinanti in corrispondenza di aree portuali o per attività di trasporto fluviale;
- deposizioni di origine meteorica: sono pressioni dovute all’inquinamento atmosferico veicolato sul suolo e sui corpi idrici superficiali durante le precipitazioni;
- decomposizione naturale della vegetazione;
- rilasci da miniere: le ripercussioni più rilevanti sono dovute all’immissione nei corpi idrici superficiali dei liquidi derivanti dal dilavamento delle discariche, caratterizzati dalla presenza di solidi in sospensione e dalla elevata concentrazione di metalli pesanti. L’elevata concentrazione di acido solforico, generato dall’ossidazione dei solfuri fortemente presenti in questi ambienti, favorisce la rapida dissoluzione dei metalli consentendone il trasporto tramite le acque di ruscellamento e di infiltrazione;
- dispersione dalle reti fognarie.

La corretta analisi delle pressioni sui copri idrici riveste un ruolo fondamentale nei processi di tutela e salvaguardia della risorsa idrica, favorendo la prevenzione del degrado delle acque.