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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Azione pesca: riccio, astice e polpo

Bocca a mare di Palmese M. Teresa
Tutelare la risorsa mare e garantire agli operatori del settore un reddito nel tempo. Sono tra gli obiettivi dell’azione pilota del programma Camp sulla gestione integrata delle risorse ittiche, coordinato dall’Agenzia Conservatoria delle Coste e presentato questa mattina a Cagliari dagli assessori regionali dell’Ambiente e dell’Agricoltura, Giuliano Uras e Andrea Prato, assieme al direttore dell’Agenzia, Alessio Satta.

Il programma CAMP, promosso dalle Nazioni Unite, prevede per la Sardegna due anni di attività concentrate in due aree pilota che coinvolgono 22 comuni costieri da Buggerru a e Santa Caterina di Pittinnuri; da Alghero a Trinità d’Agultu. La gestione integrata per la tutela e la valorizzazione delle risorse ittiche è tra le aree di intervento considerate prioritarie, insieme alla mitigazione dell’erosione costiera per la riqualificazione dei sistemi spiaggia-duna e dei litorali dinamici degradati ed il consolidamento e qualificazione dell’offerta turistica locale in un’ottica sostenibile.

Da qui la collaborazione con il Centro di Competenza sulla Biodiversità Marina (Com.Bio.Ma) rappresentato dal docente universitario Angelo Cau, che fornirà un supporto scientifico alla Conservatoria delle Coste. Insieme verranno avviate azioni per il ripopolamento dell'astice, l'aumento di produzione del polpo e la pesca sostenibile del riccio di mare. Progetti pilota questi che si realizzeranno rispettivamente a Castelsardo, San Vero Milis e Buggerru stimolando il pieno coinvolgimento degli operatori locali, come indicato tra gli obiettivi del Progetto Camp Italia.
L'intervento di ripopolamento dell'astice - ha spiegato il professor Angelo Cao - verrà attuato per esempio con il coinvolgimento dei pescatori, tramite il recupero degli esemplari 'sotto taglia' che di solito finiscono nel 'mercato nero' e che, invece, verranno immessi nella zona di ripopolamento per essere prelevati quando avranno dimensioni maggiori. Con il polpo si procederà invece alla separazione dei maschi dalle femmine dopo la fecondazione e si otterrà in questo modo un incremento della produzione ed un aumento delle dimensioni e del peso degli esemplari. Individuando invece un’area di 'gestione oculata' della raccolta di ricci di mare, vicino Capo Pecora si lavorerà alla tutela degli esemplari più piccoli finalizzata ad ottenere un'area centrale di ripopolamento destinata ad estendersi in quelle limitrofe.
“L’ambiente è una fonte rinnovabile di primaria importanza e attraverso questo progetto sperimentale intendiamo sostenere l’integrazione dell’attività della pesca con il tessuto socioeconomico locale. Queste azioni ci consentiranno anche di tenere sotto controllo e valorizzare secondo le singole specificità il patrimonio ambientale e marino della Sardegna”, ha spiegato l’assessore Uras presentando le linee guida delle azioni.
Il progetto, coordinato dall’ Agenzia Conservatoria delle Coste, rappresenta uno dei tanti settori di attività dell’organismo regionale - che fa capo all’assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente - nato per portare avanti una strategia di gestione integrata delle coste sarde e favorirne lo sviluppo sostenibile.
“Dopo la fase sperimentale, gli obiettivi principali delle azioni del progetto Camp sulla gestione integrata delle risorse della pesca potranno essere replicati su scala regionale assicurando anche un supporto sinergico alle dinamiche del turismo sostenibile”, ha precisato il direttore della Conservatoria, Alessio Satta.