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IL SISTEMA AMBIENTALE DELLA SARDEGNA

Torre La Pegna | Alghero

Torre La Pegna
La denominazione della torre ha origine dal sito in cui venne eretta in epoca spagnola, infatti “peña” significa “punta” e tale dato è specificato anche in una relazione del 1754 dove si riporta che “… la torre de la Peña existente asta sobra lo alto de la Peña massima al Cabo de la Cassa... ”.
Nota quindi sia nel 1585 che nel 1867 come Torre della Pegna, o anche come Torre Peña Maestra nel 1607 e nel 1680, oggi è detta anche della Pena o della Penna.
Fu un punto di osservazione strategico, facente parte del sistema di torri di avvistamento contro gli attacchi nemici soprattutto da parte di milizie arabe e francesi durante il periodo dell’occupazione Spagnola/Aragonese.
A picco sul mare a 271 m di altezza, sul lato occidentale del Capo Caccia, è raggiungibile attraverso uno spettacolare, quanto tortuoso, sentiero riconosciuto come uno dei luoghi panoramici più suggestivi della Sardegna. Per arrivarvi occorre seguire il sentiero che dall’ex colonia penale di Tramariglio giunge fino al punto più elevato della collina e quindi alla torre.
Essendo isolata, era utilizzata come postazione per la trasmissione di segnali e concepita come alloggio di due torrieri privi di armamenti.
Realizzata dalla città di Alghero nella prima metà del XVI secolo, nel 1572 risultava presidiata da due guardie ordinarie reclutate dai corallari della città. Il mantenimento della torre era in capo alla città di Alghero fino al 1608, anno in cui la gestione venne trasferita all’Amministrazione Reale.
Nel 1720, con l’arrivo dei piemontesi, venne certificato il buono stato di conservazione, con indicazioni riguardanti il necessario ripristino dell’intonaco sul paramento murario e dell’impermeabilizzazione della piazza d’armi. Una serie di fonti ne documenta il presidio dall’inizio del consolidamento. Il tutto fino al 1754.
Dalla Torre si possono osservare perfettamente il golfo di Porto Conte, le isole Piana e Foradada, e la valle una volta coltivata dagli ergastolani della colonia penale di Tramariglio ed ora gestita dall’Ente Foreste dello Stato. È una meta ideale per escursioni, trekking e lanci in parapendio e paracadute.

Altre informazioni
Fruibilità del bene: difficoltosa dovuta al fatto che si trova all’interno di un area recintata soggetta al ripopolamento di flora e fauna. Pericolosa ed in gravi condizioni di sicurezza in quanto sul bordo della scogliera a strapiombo sul mare.
Accessibilità dell’area: molto difficoltosa.
Carrabile: dalla strada che porta a Capo Caccia, a circa 22 km da Alghero, si incontra la riserva della Forestale e con mezzi fuoristrada si percorre una strada in terra battuta fino alle falde della collina ripida. Lasciata l’auto, si procede a piedi per circa un’ora di camminata piuttosto impegnativa.
Pedonale: difficoltosa per le caratteristiche orografiche specifiche del sito, oltre alla folta vegetazione.
Percorrenza dal punto di sosta dell’auto: 60 minuti.
Panoramicità: ottima per un raggio visivo di 360°.
Torri visibili: Torre di Badde Jana, Torre di Poglina, Torre di Porto Conte, torre del Porticciolo e Torre del Tramaglio.