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Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici organizzata dall’ONU
Baronia: veduta da usinavà
Ultimo aggiornamento: 18/09/2007

E' in corso a Nairobi la XII Conferenza internazionale sui cambiamenti climatici, organizzata dalle Nazioni Unite (6-17 novembre)
In concomitanza con la Conferenza internazionale sono in atto diverse manifestazioni di sensibilizzazione. Le decisioni finali saranno in ogni caso prese dai governi presenti a Nairobi con gli oltre seimila delegati in rappresentanza di circa 200 Paesi. Questi i temi principali: interventi urgenti e prioritari per ridurre le emissioni di anidride carbonica, interventi per aiutare i paesi a adattarsi ai cambiamenti climatici in atto e i negoziati per arrivare a un rinnovo del Protocollo di Kyoto. Quest'ultimo, emendamento della Convenzione dell'ONU sui cambiamenti climatici, approvato nel 1997 ed in vigore dal 16 febbraio del 2005, è stato ratificato dalla maggior parte dei paesi industrializzati tranne che dagli USA, l'Australia e da molti paesi in via di sviluppo.

Accettando il protocollo di Kyoto nel 1997, i paesi industrializzati si sono impegnati a ridurre, entro il 2012, le loro emissioni di anidride carbonica del 5.2% rispetto al 1990. Tuttavia, recentemente le Nazioni Unite hanno pubblicato nuovi dati che evidenziano una tendenza al rialzo delle emissioni dei gas ad effetto serra. Lo stesso Tommaso Sodano (Prc), presidente della commissione Ambiente al Senato, in concomitanza con l’apertura dei lavori a Nairobi afferma: “Credo che più di qualsiasi commento sulla conferenza sul clima iniziata oggi a Nairobi, oggi sia essenziale ricordare che il taglio delle emissioni di CO2 in Italia è ancora del tutto inadeguato". Francesco Tedesco, responsabile clima di Greenpeace, affronta il problema nella sua globalità, affermando che “entro il 2020 si deve arrivare alla riduzione delle emissioni del 30% da parte dei paesi industrializzati , e almeno del 50% entro il 2050". Una conferenza quella di Nairobi che dovrebbe preparare al dopo Kyoto ma che, lo stesso Protocollo di Kyoto, dalla lettura dei dati a disposizione non ha dato i risultati tanto attesi visto che le emissioni a livello mondiale continuano ad aumentare. I maggiori responsabili dell’emissione di gas serra a livello mondiale sono gli Stati Uniti con una percentuale del 37%. Particolare attenzione nel delicato confronto di questi giorni viene posta anche su India, Cina e Brasile, paesi precedentemente esclusi dal protocollo di Kyoto per non comprometterne la crescita ma che, considerata la situazione globale, non è più possibile tener fuori. Riflessioni fatte soprattutto in virtù dell’impressionante crescita economica che sta avvenendo negli ultimi anni in questi Paesi. A questo proposito gli ecologisti nel corso degli ultimi anni hanno più volte sottolineato che gli sforzi per invertire la tendenza al surriscaldamento climatico non possono dare i loro frutti se paesi come gli Stati Uniti, la Cina o l'India non partecipano agli sforzi comuni. Inoltre, gli ultimi dati mostrano che a partire dal 2015, il 50% delle emissioni di gas nocivi dovrebbe provenire dai paesi in via di sviluppo.

Occorre sottolineare il fatto che la Conferenza di Nairobi inizia proprio una settimana dopo la pubblicazione dell'allarmante rapporto sul surriscaldamento climatico realizzato dall'economista britannico Nicholas Stern, ex capo economista della Banca mondiale. Secondo Stern, se non saranno intraprese misure adeguate per arrestare il fenomeno, i costi per l'economia mondiale potrebbero raggiungere il 20% del reddito prodotto annualmente dall'intero pianeta.

Secondo il parere di Thomas Kolly alla guida della delegazione elvetica a Nairobi, il lavoro svolto da Stern dà un notevole contributo ai dibattiti sul clima che si svolgeranno durante il Summit e vista l’importanza mediatica che ha suscitato "i negoziatori presenti a Nairobi saranno ancora più attenti. E ciò è positivo".

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Conferenza ONU sui cambiamenti climatici [ in Inglese]